10.

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Se pensa sul serio quelle cose di me dopo quasi sei anni di matrimonio non ha capito niente. Non ne ho nessuna intenzione di mangiare. Non ho fame. Mi se chiuso lo stomaco. Lavo le mani hai bambini e li porto a tavola. Ho chiesto scusa a mia suocera. Non voglio che si senta in colpa. Dopotutto sono io che l'ho messa in mezzo a questa storia.
«mamma sei arrabbiata con papà?» mi chiede Michele sedendosi a tavola.
«no amore. Stai tranquillo è tutto ok»
«sei sicura? Non vi siete neanche dati un bacio poco fa. Eppure ti è passato affianco. »
Respiro. Michele hai 5 anni su basta fare questo tipo di domande. Sono già sconfitta dal fatto che hanno un cervello più avanti del nostro.
«michele vuoi la pasta a nonno?» mio suocero mi salva dalle domande insistenti di mio figlio. Sophia mi sembra non aver percepito nulla.
«si nonno»
«perfetto. Allora adesso la nonna ti versa la pasta al sugo. E la diamo anche alla principessa di casa»
Sento che sto per scoppiare a piangere. Cerco di controllare le mie sensazioni. Tutto ciò che porto dentro. Sono arrabbiata. Nervosa. Linda mi guarda.
«vai! Ci penso io qua!» mi sussurra. Annuisco. Mi allontano. Vado in bagno. Appoggio le mani sul lavandino e lascio andare le lacrime. Odio litigare con lui. Odio quando ci evitiamo. Odio pure il fatto che mio figlio capisca determinate cose. Odio il fatto che possa sentirsi come mi sono sentita io.
«Elo...»
«lasciami in pace!» esclamò.
«non ti lascio in pace»
«invece si. Mi devi lasciare in pace. Dopo tutti questi anni non hai ancora capito nulla di me. Nulla. »
«che stai dicendo?»
«sto dicendo che se pensi che ho chiesto a tua madre solo perché tu me lo hai detto ieri, hai sbagliato numero della porta. Probabilmente mi sono sposata uno che neanche mi conosce. » mi guarda.
«Elodie ma che stai dicendo? Ti conosco come le mie tasche per miei gusti. »
«no non mi conosci affatto. Perché una cosa del genere non la devi pensare minimamente»
«Tu saresti dovuta venire da me a dirmelo. Che ti costava?»
«mi costava che volevo farti una sorpresa. Magari volevo sorprenderti che dici? A chi chiedo? A babbo Natale????» sono infuriata adesso.
Abbassa la testa. Adesso fa il cane bastonato.
« É inutile che fai il cane bastonato. Adesso l'uscita te la sei giocata. Non mi va più. È visto che non vuoi lasciare i bambini a tua madre. Guardarli tu. Io me ne vado a dormire.» mi sciacquo il viso con l'acqua fredda. Lui è fermo ancora lì sullo stipite della porta. Mi guarda di nuovo. Mi asciugo e cerco poi di passare. Ma lui mi blocca.
«Lele, finiscila. Io non ho voglia di giocare»
«hai finito di comportarsi come una bambina? Hai finito di puntare i piedi? Ho sbagliato va bene. Hai ragione tu. Dovevo evitare quella frase è di colpevolizzare mia madre. Allo stesso cerca di capire pure me, credo il fatto di non passare del tempo con te che mi stia portando ad uscire pazzo»
«tua madre ti ha proposto qualcosa?»
«si»
«ecco. Mi basta sapere che hai rifiutato» mi libero e vado in stanza ma lui mi segue.
«Lele basta! Non voglio sentire più....» mi bacia. Mi oppongo ma lui è più forte. Lo lascio fare. Ci stacchiamo dal bacio.
«Usciamo io te adesso?» mi chiede.
«perché dovrei accettare io ora? Fino a poco fa non volevi lasciare i bambini a tua madre. Improvvisamente hai cambiato idea.»
«vuoi uscire con me? » ripete la domanda. Quasi mi viene da ridere. La cosa sta diventando buffa.
«sono indecisa non lo so!» gli rispondo. Mi lascia le mani e si allontana.
«capisco.» sta per andare via quando lo fermo.
«vieni qui scemo!» lo abbraccio da dietro. «esco con te a una condizione!»
«quale? » mi chiede subito.
«che non mi tratti più come hai fatto prima.» sento che sorride.
«ok condizione accettata. Mi cambio al volo. E usciamo» si volta.
«vengo così?» chiedo. Mi guarda.
«sei bella anche un sacchetto di plastica in testa amore. Si resta così » mi risponde. Lo bacio.
«Scusa» mi sussurra all'orecchio.
«scuse accettate amore. »

Anni prima
23 dicembre
Oggi è il suo compleanno. Non so proprio come fare. Non so nemmeno come comportarmi. Da ieri che rileggo il suo messaggio. Pensa che io non farò lo stesso. Non smetto per un attimo a lui. A cosa sta facendo. Se magari se già portato a letto qualcuna. La mia migliore amica mi guarda.
«Elo che ti succede? Sei strana da quando sei arrivata»
«non lo so che mi prende» invece si. Lo so benissimo. Mi mangio la pelliccia delle dita. Sono nervosa.
«invece lo sai benissimo. Non me ne vuoi parlare? » si siede al mio fianco sul divano di casa nostra.
«credo di essermi innamorata.»
«in che senso? Andrea?»
«non lo amo più da tempo. Non lo sento più una parte di me. Non sento più niente se non volergli bene. »
«cosi tutto in un colpo solo?» scuoto la testa.
«credo di aver nascosto per troppo tempo questa cosa. Avrei dovuto accettarla fin da subito. Ada io voglio fare qualcosa per me. Mi sono stufata di fare sempre tutto per gli altri. Mi sono innamorata di Lele. Ed è un amore che non ho mai provato prima. Lui mi capisce. Lui ha tatto. Non ha mai superato i limiti. Anche quando magari avrebbe voluto è rimasto al suo posto. È non tutti lo avrebbero fatto. Lui mi insegnato come amare. Mi ha insegnato che da troppo tempo non pensavo a me stessa ma solamente agli altri. E non voglio farlo più. Ciò non vuol dire che smetterò di voler bene alle persone; semplicemente farò Delle scelte che facciano del bene soprattutto a me» finisco il discorso. Ada non spiaccica parola. «Lo so che ti sembra strano. Lo so che Andrea è un tuo amico. Credimi mi dispiace, ma non sono più innamorata e non posso stare con uno che non amo. Non posso prenderlo in giro. Non posso restare con uno con cui non ci vedo la mia vita.»
«Porca vacca! Ti lascio qualche mese e tu mi cresci così amica mia. » ridiamo insieme. «perché non lo chiami allora? Stai qua a girarti i pollici!»
«perché so bene che si sarà già dimenticato di me e di tutto ciò successo!»
«ne sei sicura?» la guardo. No non ne sono sicura.
«non lo so» mi passa il telefono. Lo stringe nella mia mano.
«chiamalo. Andrea capirà. Adesso è arrivato il momento che pensi sul serio a cosa vuoi tu. Ti lascio da sola. Torno tra un po'» annuisco. Le bacio poi una guancia. Chiamo o non chiamo?
È se fosse con qualcuno e non mi vuole sentire? Diamine! A fanculo male che vada mi dice che non vuole sentirmi.
Vado in rubrica “Lele” seleziono il nome è parte la chiamata. L'ansia. Tremo.
«Pronto?» la sua voce. I brividi per tutto il corpo e ora che gli dico?

Sento il mare dentro a una conchiglia 🐚Where stories live. Discover now