Parte 3: Security check-in this way

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Un volo dalla Tailandia all'Inghilterra dura in media undici ore e mezza e Louis, seduto accanto al finestrino, sul primo aereo diretto a Londra disponibile quel giorno, voleva suicidarsi al pensiero di quanto tempo gli mancava prima d'arrivare a ...

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Un volo dalla Tailandia all'Inghilterra dura in media undici ore e mezza e Louis, seduto accanto al finestrino, sul primo aereo diretto a Londra disponibile quel giorno, voleva suicidarsi al pensiero di quanto tempo gli mancava prima d'arrivare a casa.

La testa gli doleva da morire. Era stato un idiota a bere in quel modo la sera prima, ne era consapevole. Primo, il suo fisico non era abituato ad avere così tanto alcol in corpo. Secondo, stava affrontando il post sbornia peggiore della sua vita e terzo, era costretto a tenersi il sacchetto del vomito bello stretto tra le mani, poiché ad ogni movimento brusco dell'aereo il suo stomaco si contorceva, facendolo patire.

Al secondo conato che cercava di trattenere, Louis si alzò dal suo posto, attraversando lo stretto corridoio, chiudendosi in bagno il prima possibile. Alzò la tavoletta del water, ci vomitò dentro e poi la richiuse, sedendosi sopra, incominciando a piangere.

Quella mattinata non era stata una delle migliori. La sera prima, bevendo tutta quella vodka, era riuscito ad addormentarsi, si, ad allontanare il dolore, ma alla fine non aveva risolto nulla, perché una volta risvegliato era ritornato, insieme ad un grande mal di testa. Aveva fatto la valigia, preso due aspirine e gettato furiosamente fuori dalle finestre ogni cosa riguardasse Zayn. Mentre usciva dalla porta, addirittura, Louis si era considerato troppo buono, poiché la sua prima idea era stata di buttare tutta la sua roba in piscina, ma si era trattenuto.

«Signore, tutto bene?» una voce femminile proveniente dal di fuori, insieme al suo bussare sulla porta del bagno, interrotte i singhiozzi del ragazzo, che deglutì rumorosamente e si asciugò le lacrime con il dorso della mano, alzandosi in piedi.

«Si, grazie, sto bene, esco subito» la avvertì Louis, aprendo l'acqua del rubinetto per lavarsi il viso, ascoltando i passi della ragazza allontanarsi.

Fanculo, il suo piano di starsene chiuso in quel bagno fino al decollo era appena stato scartato.

Louis guardò i propri occhi azzurri, vuoti e poco nitidi, circondati da quel rossore, causato dal pianto. Doveva solo avere pazienza, tra poco sarebbe tornato a casa. La propria famiglia e i propri amici lo avrebbero consolato, loro sapevano senz'altro come tirargli su il morale e dopo qualche tempo sarebbe tornato alla conquista.

«Cosa ti disperi? Ora sei carne fresca sul mercato, bello!» disse con entusiasmo al proprio riflesso, sorridendo troppo convinto.

«Perché hai lasciato Zayn che hai trovato a letto con un altro ...» aggiunse in fine, abbassando la testa, con voce triste e subito gli occhi gli si riempirono di lacrime.

Tornò seduto sulla tavoletta chiusa del water e ci restò per i minuti seguenti, finché non sentì imprecare un signore fuori dalla porta e allora si sbrigò ad uscire di lì, tornando al proprio posto. Si riallacciò le cinture e sospirò appoggiando la testa sul palmo, guardando fuori dal finestrino.

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