1. Il suo è un vero e proprio talento per i guai

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«Vai Jake!» urlai a pieni polmoni «Forza!» mi feci cadere di nuovo sul seggiolino e mi tirai la zip della giacca fino sotto il mento. Faceva un freddo tremendo, l'inverno era decisamente arrivato in anticipo visto che eravamo solo a metà settembre e avevo già i candelotti che mi si ghiacciavano sul naso.

«Tuo fratello non è mai stato così in forma come quest'anno.» mi urlò Lidia per sovrastare il frastuono che si era creato sugli spalti dopo che la nostra squadra aveva fatto un touchdown.

«Si sta impegnando davvero tanto! Non fa altro che allenarsi...» risposi con gli occhi incollati sul campo.

Una voce dagli altoparlanti annunciò il risultato attuale «Abbiamo la Oakwood High in vantaggio di 7 punti rispetto alla Northride.» urla di approvazioni si levarono dagli spalti «L'allenatore della Northride ha chiesto un time-out, probabilmente per rivedere la strategia di gioco

«Hai visto quel coglione di Norman?» mi chiese con disinteresse Lidia, e io a sentire pronunciare il suo nome mi irrigidii all'istante, come se qualcuno mi avesse versato un secchiello pieno di ghiaccio giù per la schiena.

«Non capir male, per quanto mi riguarda potrebbe essere calpestato da tutti quei bestioni in campo... Ma mi chiedevo se per caso avessi avuto il fegato di sputargli in faccia.»

Scossi la testa «Lo sai che non riuscirei mai a fare una cosa del genere.» e poi sorrisi sotto i baffi.

Lidia mi guardò come per dirmi "non sparare cazzate".

«Diciamo che non ho avuto l'occasione ok?» dissi mostrandole i palmi in segno di difesa

«Lo so.» disse e poi aggiunse con un ghigno «Per questo l'ho fatto io al posto tuo.»

«Tu hai fatto cosa?!» mi portai la mano davanti alla bocca e scoppiai a ridere.

«Potrei avergli sputato addosso mentre entrava negli spogliatoi...» Ci guardammo entrambe per un secondo e poi scoppiammo di nuovo a ridere, io le presi un braccio e lo strinsi a me.

«Oh non saprei cosa fare senza di te!»

«Lo so, lo so.» fece finta di spolverarsi una spalla.

Ero sempre stata una persona decisa, ma quando si trattava di Norman ogni mia certezza veniva spazzata via. Non ero nemmeno così sicura che sarei riuscita a parlargli in quel momento. Ehi, non è colpa mia se la mia amica è una fan sfegatata delle commedie romantiche. I cliché in testa li avevo anche io, non credete.

Avevo sempre odiato quelle ragazze che non fanno altro che piangersi addosso e che non fanno nulla per cambiare la situazione... Bhé, lasciatemelo dire, mi ero trasformata in una di loro quando Norman mi aveva mollato. Ma adesso stavo bene.

Intorno a noi gli spalti si rianimarono, segno che il gioco stava per riprendere.

«Spero solo che riescano a vincere...» sussurrai incrociando le dita.

Jake se lo meritava così tanto, dopo tutti gli sforzi che aveva fatto, le ore passate ad allenarsi... Era la guardia migliore della squadra, il suo compito era quello di proteggere il quarterback e di volare in attacco. Puntava ad una borsa di studio per l'università, e doveva impegnarsi a fondo se voleva vincerla.

Fin da quando eravamo piccoli era sempre stato il suo sogno.

Eravamo gemelli noi, e nonostante lui fosse più grande di me di soli pochi minuti, me l'aveva sempre fatto pesare all'asilo non facendo altro che ricordarmelo.

"Questi sono giochi per grandi."

"Lascia fare a me che son più grande."

"Sono più grande io quindi comando io."

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