2. Avevo di meglio da fare che stalkerare il Quarterback dei nostri rivali

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Proprio come previsto, il lunedì successivo non si fece altro che parlare della partita del venerdì precedente. Le cause della rissa non erano ancora chiare, ma numerose voci giravano nei corridoi, una meno probabile dell'altra.

"Ho sentito dire che il quarterback della Northride abbia insultato la madre di uno dei nostri giocatori"

Oh, come se fosse tanto strano. Insulti volavano nelle partite in continuazione e mai una rissa era partita prima d'ora.

"Ho sentito che il nostro quarterback abbia avuto una storia con una ragazza che usciva con uno dei giocatori della Northride..."

Pff, queste cose accadono solo nei film, figurati se quei bestioni si rischiano una partita per una cosa del genere.

«Dicono che Jake si sia arrabbiato per qualcosa che Norman gli ha detto su di te... Per questo ha iniziato a picchiare gente a destra e a sinistra.» mi informò Lidia facendosi cadere accanto a me e prendendo le sue cose dallo zaino.

«Cosa?!» dissi scettica

«È l'ipotesi più fattibile tra quelle che ho sentito fino ad ora... Lo sappiamo tutti quanti che Jake farebbe di tutto per proteggerti.»

«Sì, ma sappiamo anche che tra me e lui, è Jake che ha la testa sulle spalle, ed è lui che riesce meglio a valutare le conseguenze delle sue azioni... Una cosa del genere avrebbe potuto fargli perdere ogni possibilità di borsa di studio in un battito di ciglia.»

Lidia sembrò soppesare le mie parole, e poi alzò le spalle «Immagino che non lo sapremo mai vero?»

«A meno che tu non voglia andare da mio fratello a chiedergli direttamente, immagino di no.»

«Nicole mi staccherebbe la testa a morsi.» sospirò Lidia

«Poco ma sicuro.» concordai con lei «Vorrei solo che quella testa di legno aprisse un po' gli occhi e si guardasse attorno.»

Lidia sospirò «Comunque...» disse dopo poco «Abbiamo vinto no? Per un pelo ma abbiamo battuto la Northride.»

«E quel coglione di Norman si è pure beccato un naso rotto!» dissi orgogliosa battendo un cinque alla mia amica.

«Non sarei così orgoglioso se fossi in te.» Jake mi passò davanti e prese posto nel banco dietro di me «Hai rischiato la detenzione... Di nuovo.»

«Ma Mr. Peak non me l'ha data... O sbaglio?» dissi mostrandogli la lingua.

Jake scosse la testa «Non posso ancora crederci che tu sia scesa in campo solo per ricordarmi che mi stavo giocando una possibilità con l'università...»

«E allora pensala così: sono scesa in campo per spaccare il naso a Norman.» sorrisi «Ti fa sentire meglio?»

«No, per niente.» si passò una mano tra i capelli scompigliandoseli, e per un secondo sentii tutte le ragazze presenti trattenere il respiro «Mi chiedo come tu abbia fatto ad uscirci insieme.»

Alzai gli occhi verso il soffitto «Non ne abbiamo già parlato abbastanza a casa? Vuoi ricominciare con la discussione?!»

Lui si lasciò andare contro la sedia ed incrociò le braccia contro il petto «Va bene, va bene.» poi si rivolse a Lidia «Non so come tu faccia a sopportarla tutti i giorni...»

«Perché per adesso ci conosciamo solo da quattro anni... Sei ancora tu a detenere il record di sopportazione più lunga.» fece finta di contare sulle dita della mano «Diciassette anni e mezzo.»

«Calcola pure diciotto...» disse lui con un ghigno «Ci sono anche i nove mesi nella pancia di nostra madre.»

Scoppiarono a ridere e io scossi la testa.

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