Veintiséis.

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Álvaro's point of view.
Quando era tornata dalla sala operatoria, ero stato il primo ad andare incontro al letto spinto dalle infermiere.
Doveva ancora smaltire l'anestesia e non era più intubata, ero sicuro che vederla con quel tubo in bocca non sarebbe stato un bello spettacolo e forse mi avrebbe fatto anche male vederla così.
Dopo pochi minuti in cui la stavano sistemando, vidi arrivare il medico con una cartellina in mano.
"Lei è il fidanzato, giusto?" mi chiese.
"Sì, sono io..." risposi quasi agitato "Ha qualcosa da dirmi? Come è andata l'operazione?" chiesi.
"L'operazione è andata bene, non ci sono stati problemi, ma se riacquisterà la vista lo sapremo solo quando si sveglierà" rispose "Sappia che non riprenderà totalmente la vista, probabilmente dovrà portare degli occhiali correttivi..." continuò.
"Ovvio, non mi aspettavo la perfezione dopo un incidente come quello che ha avuto..." risposi "Del bambino che mi dice? E quando si sveglierà?"
L'ansia mi faceva domandare a raffica le cose che volevo sapere, ma non mi importava della figura che facevo io, volevo solo non aver fatto un casino avendo portato Emily qua.
"Il bambino sta bene, ma non direi bambino...piuttosto bambini..." disse con un sorriso.
"C-cosa?" balbettai, ero incredulo.
Davvero erano due gemelli?
"Non è contento?" chiese ancora.
"Io...sì certo, è che non me lo aspettavo..."
Ero ancora in confusione per ciò che era successo, una delle migliori notizie della mia vita.
Stavo già pensando a come dirlo ad Emily.
"Per quanto riguarda il risveglio, dovrebbe avvenire tra poche ore." disse ancora il medico sorridendo, sicuramente sul mio viso era apparso un sorriso da ebete.
"Mi raccomando, le stia accanto." disse ancora dandomi una pacca sulla spalla per poi andarsene da altre persone che aspettavano di parlare con lui.
Mi sedetti nella sedia a fianco al suo letto una volta entrato in camera e la guardai.
Era bellissima.
Le accarezzai la pancia per poi lasciarci un bacio.
"Amori miei...sarete bellissimi." sussurrai appena per poi scrivere un messaggio a mia madre.
Quella donna era in ansia come non lo era mai stata in vita sua.
Le dissi anche dei gemelli, che l'operazione era andata bene e che la mia felicità non sapevo nemmeno io dove arrivava.
Passarono un paio d'ore ed io ero sempre seduto su quella sedia, a tenerle la mano, ad aspettare il suo risveglio.
Baciai dolcemente la sua mano e mi accomodai un po' meglio sulla sedia fino a quando non sentii muovere la sua mano con ancora attaccato il saturimetro.
Mi alzai dalla sedia in fretta e mi avvicinai a lei che però non aveva ancora aperto gli occhi, forse per paura.
"Emi, amore, come ti senti?" le chiesi subito baciandole la fronte.
"Come se un tir mi fosse passato sopra una decina di volte" rispose lei con voce ancora impastata "Che ore sono?" chiese.
"Le cinque di pomeriggio" risposi ridendo e baciandole dolcemente la mano.
In quel momento mi girai a prendere il cellulare che aveva squillato per un messaggio.
Proprio mentre scrivevo la risposta, mi sentii toccare i capelli e un sorriso nacque sulle mie labbra.
Mi girai e senza pensarci più di tanto la baciai sulle labbra dolcemente
Lei ricambiò il bacio e sorrise, mi sembrava di non baciarla da mesi.
La preoccupazione che avevo avuto durante tutto il giorno se ne stava andando, lei stava bene, era sveglia e avevo ricevuto anche la notizia più bella che qualcuno potesse darmi.
Mi staccai poco dopo per mancanza d'aria e la guardai negli occhi, leggermente aperti.
Senza parlare, cercai di capire se potesse vedermi o meno, cercai di capire se quell'operazione avesse funzionato davvero o meno.
Mi accarezzò la guancia e sorrise dolcemente.
"I tuoi occhi..." disse con un filo di voce "...sono rimasti bellissimi." continuò poco dopo con un rossore sulle guance che la rese ancora più bella di quanto già la era.
Rimasi immobile a quella frase per poi sorridere e baciarla ancora.
Non riuscivo a trattenermi, non riuscivo a non esprimere con quel bacio tutto l'amore che provavo per lei, tutta la felicità.
Finalmente eravamo riusciti a vincere quella battaglia, insieme.
"Ti amo da morire." dissi dolcemente, accarezzandole ancora la guancia.
"Ti vedo male, ma ti vedo..." rispose con un sospiro.
"Non importa, sapevamo che avresti dovuto portare degli occhiali, l'importante è che tu veda me, veda l'ambiente attorno a te..." iniziai "...e che tu veda quanto sei bella in questo momento."
Le baciai ancora il dorso della mano e lei sorrise.
"Non puoi immaginare come mi sento in questo momento..." disse "Rivedere tutto, anche se male, mi riempie di gioia e felicità, rivedere te, il tuo viso, le tue espressioni buffe e anche quelle arrabbiate, il tuo sorriso, i tuoi occhi..." continuò tutto d'un fiato.
"Tu non immagini come mi sento io, invece." risposi "Abbiamo vinto, ti rendi conto?"
Lei annuì solamente col movimento della testa per poi sorridere e in quel momento vidi che gli scese una lacrima di gioia.
"Lui come sta?" chiese accarezzandosi la pancia e in quel momento il sorriso più bello comparve sul mio volto e sul suo.
"Che c'è?" chiese "Perché sorridi?" continuò.
Mi alzai dalla sedia e le presi le mani insieme.
"Non mi dire che ci hanno detto il sesso del bambino perché altrimenti mi arrabbio."disse con aria turbata e a quel punto scoppiai a ridere.
"Mi vuoi dire ciò che ti hanno detto o no?" mi chiese ancora.
"E va bene, te lo dico..." roteai gli occhi al cielo e lei mi strinse la mano.
Mi alzai e mi sedetti su un piccolo spicchio di letto libero.
"Non è un bambino..." dissi "...e nemmeno una bambina."
Lei mi guardò stranamente come se non avesse ancora capito.
"Sono due..." dissi poi sorridendo come mai avevo fatto prima.
"C-cosa stai dicendo?" chiese "Non mi prendi in giro, vero?" chiese ancora cercando di mettersi a sedere ma la feci subito stendere di nuovo, non doveva affaticarsi.
"No amore mio, sono davvero due gemelli..." risposi ancora per poi avvicinarmi a baciarla.
Le sue lacrime arrivarono alle nostre labbra unite e gliele asciugai con le dita.
Il suo sguardo era la felicità, la felicità pura.
La abbracciai e sentii il battito del suo cuore accelerato, non c'era nulla di più bello per me in quel momento.
Non avrei mai desiderato di meglio che avere una famiglia con lei.
Dopo tutto quello che avevamo passato, un po' di felicità ce la meritavamo.

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