15. Il passato che ritorna e curiosità

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"Erano anche i suoi fiori preferiti, sai?"
disse Joe alla sua piccolina, mentre raccoglieva dei tulipani al parco.

Era il giorno del suo settimo compleanno e Arya voleva festeggiarlo sola col padre. Voleva stare con lui.
Aveva sempre ricevuto grandi feste, ma quella volta voleva solo giocare al parco.

Joe si chinò al suo fianco e lei si fiondò improvvisamente tra le sue braccia.

Quell'uomo gli era mancato tanto e dopo anni lo stava riabbracciando.

Le lacrime cominciarono a scendere sul suo dolce viso. Non era più una ragazzina di 7 anni.

Era il giorno del suo sedicesimo compleanno.
L'ultimo compleanno passato con Joe.

Lo stringeva forte a se e continuava a piangere.

"Non lasciarmi. Rimani con me, ti prego"

La presa intorno al corpo del padre si fece sempre più forte, finché non si trovò ad abbracciare se stessa.

"No, ti prego" si alzò e iniziò a correre per quel parco ormai immerso nel buio.
Aveva paura. Aveva paura di rimanere sola.

"Non di nuovo. Torna, papà. Ti prego"

si accasciò al suolo e continuò a piangere.

"Papà. Papà!" continuava a urlare, ma lui non la sentiva.

"Stone"

Una nuova voce fece eco in quel parco abbandonato.

"Papà, dove sei?"

"Stone, svegliati" continuò la voce, con tono preoccupato.

Ma lei non capiva. Non capiva cosa stesse succedendo.

"Arya, svegliati" e appena sentì il suo nome pronunciato da quella voce roca, capì tutto.

***

"Papà!" mi svegliai urlando.
Spalancai gli occhi e la prima cosa che vidi fu Harry.
Aveva uno sguardo preoccupato e le sue mani erano sulle mie spalle.
Sentivo il cuore battere all'impazzata e il respiro irregolare.
Cercai di ricordami dove ero e cosa fosse appena successo.
Riconobbi subito la camera dell'albergo e ricordai di averla condivisa con Harry.
"Cazzo" pensai.
Avevo avuto uno dei miei incubi con Harry al mio fianco.

Mi alzai leggermente per mettermi a sedere ed il ragazzo accanto a me fece lo stesso.
Strofinai gli occhi per abituarmi alla luce del giorno che illuminava la stanza. Dovevano essere circa le 7 del mattino.

"Stone, tutto...bene?"chiese preoccupato.

"S-si...tutto bene" sospirai, scostando una ciocca di capelli dalla fronte sudata.

"Sicura?" chiese con tono deciso, inclinando leggermente la testa di lato.

Ovvio che non lo ero, ma non volevo parlargli del mio passato. Non volevo passare per la povera ragazza senza i genitori.
Quando si iniziò a diffondere la notizia della morte di mio padre, iniziarono a trattarmi tutti con compassione ed era una cosa che avevo tanto odiato.
Certo, era bello sentire le persone al mio fianco, ma odiavo il fatto di essere vista come una povera anima alla quale tutto era dovuto. Durante i primi mesi dalla scomparsa di papà, al bar mi dicevano sempre "se vuoi un lavoro migliore, vieni da me, tuo padre ne sarebbe felice" oppure quando andavo a servire un tavolo e la gente rideva, subito si zittiva perché "poverina, le è morte il padre".
Ecco, odiavo questi atteggiamenti e avevo paura che, se Harry avesse scoperto la storia della mia famiglia, mi avrebbe reso più facile il raggiungimento del mio obiettivo, guardandomi con occhi diversi.
Certo, chi rifiuterebbe una cosa del genere? Chi non sceglierebbe la strada più semplice? Ma io non ero così. Se dovevo diventare qualcuno, volevo meritarlo.

▪G R E E N▪ {H.S} Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora