Capitolo 26

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Not all Christmas gifts are welcome. Sometimes they're just a nightmare that comes back in our lives and makes things more complicated than usual. Key word? Self-control.

Il mese di Dicembre è iniziato e a New York, come credo in molti luoghi di questo pianeta, si respira già l'aria del Natale. Il clima è piuttosto rigido: la giacca di pelle, o spolverino, ha lasciato il posto al piumino invernale, con tanto di sciarpa pesante e cappello. Teoricamente anche i guanti fanno parte del corredo della stagione, ma siccome mi impediscono di usare il telefono, non li uso mai, o quasi.

Inoltre le vetrine dei negozi abbondano di pacchetti regalo e piccoli oggetti, che attirano la gente ad entrare, per comprare qualche pensiero per i loro cari, mentre nelle strade si sente l'eco delle canzoni natalizie, riprodotte in loop nei vari esercizi pubblici. Tutti sembrano aver improvvisamente trovato una inaspettata fonte di felicità: bambini e ragazzi gioiosi, mentre viaggiano in metropolitana, scherzando e non pensando troppo alla scuola; adulti che corrono freneticamente per accaparrarsi il regalo perfetto per i famigliari. E poi ci sono io, che in tutta questa allegria di sfondo, mi sento un pesce fuor d'acqua.

Vi chiederete perchè anche io non stia correndo da una parte all'altra della Fifth Avenue per prendere quella borsa a mamma, o quella camicia a papà. La risposta è semplice: abbiamo smesso di farci i regali.

Non è per cinismo ed egoismo, come il buon vecchio Scrooge prima della visita dei tre spiriti. Sono semplicemente cresciuta. Lo spirito della festa resta: il buon pranzo fino a scoppiare con tutta la famiglia, in cui ogni anno c'è qualche parente di cui avevo scordato l'esistenza, la grande tombolata, i giochi di società come Taboo o Monopoli. Per la famiglia Verli è questo il Natale: condividere qualcosa insieme, senza necessariamente scambiarsi regali, comprati più per dovere che per piacere. Coi miei amici abbiamo optato per la stessa soluzione, da quando è finita la scuola.
Io, Paola e Roberto andiamo sempre al cinema, la sera di Santo Stefano, per ridere di gusto mentre sullo schermo si alternano le immagini dell'ultimo cinepanettone.

- Un uccellino mi ha sussurrato che torni per l'anti vigilia! Quando aspettavi a dirmelo? Non sai quante cose devo raccontarti!-
- Mannaggia a te, Annamaria, che mi rovini sempre le sorprese!- maledico mia madre, per non saper mai tenere la bocca chiusa, mentre Paola, dall'altro lato del computer, fa la finta offesa.
- Aspetta, quali novità?- sono ancora io a parlare, cercando di chiedere delucidazioni su quanto detto pochi secondi fa dalla moretta.
- Non te lo dico, perché sei cattiva!- ribatte lei, facendo la linguaccia e inscenando un finto broncio.
- Tanto so che vuoi dirmelo. C'entra tu sai chi? Finalmente ha capito?-
- Ovviamente c'entra lui, come sempre del resto. In realtà non si è fatto avanti, però ha mostrato una strana gelosia nei miei confronti, mentre gli parlavo di quel tipo dello stage. Hai presente quel biondo con gli occhi azzurri, che ti avrò già descritto altre mille volte?-
- E come mai hai tirato in mezzo lo stangone aspirante personal trainer?-
- Solo per vedere il solito volto impassibile di Roberto, che invece ha iniziato a dire che fosse semplicemente un montato, tutto muscoli e niente cervello e cose del genere.-
- Ma è fantastico!- esclamo io, con un sorriso a trentadue denti da orecchio a orecchio.
- Non mi sembra tanto, non ha nemmeno capito che stessi scherzando.-
- Perché era preoccupato che potesse realmente interessarti un altro che non fosse lui. Devo spiegarti tutto, eh?!-
- O forse voleva solo divertirsi dandomi fastidio- replica la mia amica, con tono triste, molto diverso dal mio, euforico.
- I maschi non fanno mai qualcosa solo per giocare. Se ti punzecchia è perché sta cercando di attirare la tua attenzione e farti capire qualcosa.-
- Mettiamo che tu abbia ragione. E allora perché non si sveglia?-
- Ha paura di perderti come amica. So che per te vale lo stesso, ma lui non si muoverà dalla sua posizione, perciò devi agire tu.-
- E cosa faccio? Gli chiedo di uscire?-
- Esatto!-
- E se...-
- Non dire quella parola! Coi se e i ma non si va da nessuna parte. Buttati, provaci, lotta! Guarda che quando torno se non hai ancora fatto niente, entrerò in azione io.-
- Ho capito, troverò il modo di fare qualcosa. Ora, però, parliamo un po' di te. Come va col fisicato dagli occhi verdi, di Douglas? -
- L'hai stalkerato? Seriamente?-
- Certo! Devo sapere tutto sulla persona che dice di amarti. Sono o non sono la tua migliore amica, nonché sorella mancata?-
- Nulla da obiettare, amica mia.-

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