5º Capitolo

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P.O.V. GERARD

Avevo detto a Frank che mi sarei riposato. Invece dopo dieci minuti ero già pronto, come al solito. Aspettai quella che sembrò un'eternità prima che Frank mi mandasse un messaggio.

"Scendi, sono sotto casa tua." Diceva.

Appena lo lessi, presi velocemente tutte mie cose e scesi le scale di corsa per poi uscire chiudendo il portone alle mie spalle. C'era una macchina sotto casa mia. Intuendo che fosse quella di Frank, mi avvicinai. Infatti proprio Frank uscì dallo sportello anteriore del passeggero e mi salutò.

"Hey Gerard! Sali dietro con me." Disse chiudendo gli occhi mentre faceva un sorriso.

Mi limitai ad annuire e a ricambiare il sorriso, visto che avevo il fiatone per la corsa.

Entrammo entrambi nella macchina, sedendo vicini.

"Ci...ciao..." Dissi ansimando e abbastanza timidamente.

Frank si avvicinò a me mentre sua madre metteva in moto. Lo guardai inrerrogativo, mi guardò anche lui e mi sfiorò una mano con la sua.

Quell'azione mi fece completamente andare in fiamme le guance, così mi girai per l'imbarazzo. Lui ridacchiò e si spostò, ci rimasi un po' male. Dopo tutto, devo ammettere che mi piaceva averlo vicino.

Passammo il viaggio senza spiccicare una parola, scambiandoci sguardi e sorrisetti. Appena arrivammo al maneggio, scendemmo dalla macchina ed entrambi ci dirigemmo velocemente verso le stalle.

Vidi Nicanor con la testa fuori dalla finestrella del box che mi guardava con gli occhi dolci. Andai subito da lui ad accarezzargli la testa.

"Ciao Gerard. Preparati." Disse Arvin passandomi accanto.

Io annuii e corsi a prendere tutto il necessario per pulire e sellare il mio cavallo. Spazzolai per bene il suo mantello e gli pulii gli zoccoli, poi fui distratto dalla voce di Frank che borbottava nel box di Ciren, così andai a vedere cosa stava combinando.

Lo vidi che saltellava cercando di mettere la sella sulla schiena della cavalla e ridacchiai avvicinandomi a lui.

"Lascia fare a me." Dissi prendendo dalle sue mani la sella e sistemandola su Ciren.

"Ma... Dai!" Sbuffò lui.

"Basso." Dissi mettendogli una mano sulla testa e scompigliandogli i capelli.

Lui mi guardò dritto negli occhi con la bocca un po' aperta, poi ridacchiò e continuò a sistemare la sua cavalla. Lo trovavo adorabile.

Tornai da Nicanor e finii di sellarlo, presi il cap e, dopo aver sistemato i miei capelli, lo misi in testa. Misi i miei stivali, gli speroni e i guanti, poi presi il frustino in una mano e le redini di Nicanor nell'altra. Lo feci uscire dal box, e dopo aver stretto la sella, montai.

Mi diressi verso il campo e iniziai a fare passo a redini lunghe. Quando anche Frank e Arvin scesero in campo, iniziammo a lavorare.

Capitava spesso che io e Frank ci lanciassimo lunghi sguardi, smettendo di concentrarci sui cavalli per qualche istante.

Il nostro istruttore nel frattempo stava sistemando dei salti, sperai che almeno quel giorno non mi avesse fatto fare solo due salatini bassi come la volta precedente.

Mentre stavamo galoppando liberamente nel campo, durante un'allungata Frank mi superò.

"Questa è guerra." Pensai superandolo a mia volta.

Cercai di mantenere la mia posizione quando mi affiancò, ma alla fine riuscì a superarmi lanciandomi uno sguardo di sfida.

"La finite di giocare voi due?" Ci richiamò l'istruttore.

Noi ridacchiammo e fermammo i cavalli.

"Per oggi hai vinto tu." Dissi a Frank ridendo.

"E vincerò sempre." Rise anche lui.

"Ragazzi!" Urlò di nuovo Arvin.

"Però sono meglio io!" Sussurrai a Frank ridacchiando sotto i baffi.

Ci scusammo e accarezzammo il collo dei nostri cavalli. Dopo aver ripreso fiato, Arvin ci fece fare dei piccoli salti di riscaldamento.

"Adesso venite a fare questa gabbia di un tempo." Ci ordinò indicando la gabbia stessa. "Gerard, tu dentro non devi fare nulla, non avrai problemi a coprire un tempo. Frank tu tieni la gamba vicina, senò rischierai di fare un tempo e mezzo e potrebbe anche non saltare." Ci consigliò Arvin.

Grazie ai suoi consigli, entrambi saltammo perfettamente la gabbia. Perciò alzò i salti e, lentamente, passammo da una gabbia di soli ottanta centimetri ad una di un metro e quindici.

Iniziai io, andando con un bel galoppo verso la gabbia.

"Mantieni questo ritmo." Mi disse Arvin.

Davanti al primo salto riuscii a trovare una trovare una buona distanza, il cavallo si levò in aria e lasciai la mano per poi tornare subito sù una volta atterrato, assicurandomi così un salto perfetto subito dopo.

"Ottimo!" Si complimentò Arvin.

Io accarezzai Nicanor sussurrandogli di essere stato bravo. Era la prima volta che facevo una cosa del genere, ed era una sensazione davvero unica.

Quando Frank si diresse verso i salti, vidi la cavalla poco convinta.

"Sta' fermo, falla sbagliare." Disse l'istruttore quando Frank si trovò davanti al salto.

Lui fece come gli era stato detto, e la cavalla saltò buttando a terra le barriere in entrambi i salti.

"Complimenti Ciren..." Disse Frank ironicamente.

"Non preoccuparti." Disse Arvin mentre risistemava i salti. "Torna!" Gli ordinò.

Frank fece partire Ciren al galoppo e andò deciso verso la gabbia. Quando la cavalla saltò, quella volta, superò i salti di quasi venti centimetri in altezza, come se per lei quei salti non fossero nulla.

Rimanevo ogni volta sempre più stupito dalla bravura del binomio, dall'armonia che c'era tra cavaliere e cavalla.

Una domanda però mi offuscava la testa...
"Anche io e Nicanor facciamo quest'impressione?"

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