24º Capitolo

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P.O.V. FRANK

Portai Ciren al posto che mi aveva fatto vedere Gerard qualche mesetto prima. Inutile dire che mi ero fatto tutto il percorso fino al laghetto venendo trascinato al trotto dalla cavalla, carica per l'essere stata in box per qualche giorno.

Quando la lasciai libera lei iniziò a galoppare attorno a me, passando alcune volte dentro il laghetto e dandosi alla pazza gioia.

Io mi sedetti sull'erba fresca, pensieroso. Mi chiedevo ancora come fossi finito a fare tutti i compiti per un casino di persone, io che non li facevo neanche per me stesso.

Ero perfino arrivato tardi al maneggio, cosa che non era mai successa. Venni distratto da Ciren che mi si buttò praticamente addosso, sdraiandosi accanto a me e poggiando la testa sulle mie gambe distese.

Presi ad accarezzarle il muso, ridacchiando al pensiero di una cavalla da una parte verde e dall'altra parte bianca. Intanto Ciren sembrava molto rilassata, aveva anche chiuso gli occhi.

Ero sollevato dal fatto che non stesse più soffrendo, e vederla rilassata in quel modo mi aveva per un attimo portato lontano da tutto quello che era successo la mattina.

Ma solo per un attimo. Tutto quello che avevo subito mi riportò alla realtà, facendosi sentire tramite i lividi, che facevano male.

Ad un certo punto Ciren scattò in piedi rischiando di calpestarmi e tornò alla sua corsa spericolata.

Passai qualche minuto a guardare quella radura, perdendomi nella bellezza di quel posto. Mi ricordava troppo Gerard, e quel lontano momento in cui mi si addormentò accanto. Eravamo sotto lo stesso albero dove mi trovavo in quel momento.

Anche se ci eravamo visti da poco, sentivo molto la sua mancanza e avevo bisogno di un suo abbraccio... uno di quegli abbracci sinceri e affettuosi che solo lui sapeva darmi.

Dopo un po' decisi che era il momento di andare, non avevo tempo da perdere, anzi, avevo troppo da fare.

Così, dopo aver chiamato mia madre, mi alzai e fischiai per richiamare l'attenzione della cavalla che si era calmata e stava bevendo l'acqua fresca del laghetto.

Quando arrivò da me trotterellando, le allacciai la longhina alla capezza, che le avevo lasciato addosso per sicurezza e iniziai a camminare verso il maneggio con lei.

Vidi che in campo c'era ancora Gerard che lavorava sul suo cavallo. Quando Ciren li notò nitrì guardando Nicanor, che "rispose" con un altro nitrito.

Nello stesso momento, Gerard si girò verso di me sorridendomi e io lo guardai per qualche secondo prima di ricambiare il sorriso, anche se un po' forzatamente. Non ero proprio dell'umore adatto per sorridere in modo spontaneo.

"Bene piccola..." Mi rivolsi a Ciren facendola entrare in box. "Ci vediamo, ok?" Dissi accarezzandole dolcemente la testa.

Uscii dal box chiudendo la porta alle mie spalle, mentre Ciren mi guardava con la testa fuori dalla finestrella. Andai davanti al campo, salutando con la mano l'istruttore e Mikey, per poi sorridere a Gerard quando passò accanto alla staccionata, vicino a me.

Nel frattempo mia madre era già arrivata, così me ne tornai a casa accompagnato da lei. Salii di corsa le scale ed andai in bagno bloccandomi quasi subito.

Non avevo bisogno di fare la doccia. E, soprattutto, non volevo vedere come era combinato il mio corpo. Avevo cercato di ignorare i lividi mentre mi cambiavo mettendo i vestiti del maneggio, ma non avevo comunque potuto fare a meno di notarli. Per un attimo mi si fecero gli occhi lucidi, ma poi scossi la testa dandomi dello stupido.

"Me lo sono meritato." Pensavo.
"È solo colpa mia." Mi ripetevo.

Andai in stanza, affondando la testa nei libri. Era strano e stressante per me, ma dovevo.

Saltai la cena come, dopotutto, avevo fatto anche con il pranzo. La matematica, che non avevo mai capito né tanto meno fatto, mi offuscava qualsiasi pensiero.

"Fanculo. Basta." Sussurrai chiudendo con un tonfo il libro.

Sapevo che non aver fatto tutto mi avrebbe procurato solo altri lividi, ma non fregava più di tanto, sinceramente.

Mi alzai pronto a mettermi sotto le coperte e controllai l'orario.

Deglutii. Mi restavano circa quattro ore di sonno. Poi feci spallucce, me le sarei fatte bastare.

Get Up And Go! •|Frerard|•Where stories live. Discover now