39º Capitolo

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P.O.V. GERARD

Appena tornato dal maneggio mi misi sotto il getto dell'acqua. A lezione avevamo fatto poco e non c'è quindi molto da dire.

Quando uscii dalla doccia presi il telefono trovando un messaggio da Frank. Per la precisione erano due: uno privatamente e uno nel gruppo dove eravamo soliti organizzare le uscite.
"Gee, ti aspetto a casa mia." Diceva il messaggio privato.

"Alle 20:30 vi aspetto sotto casa mia. Puntuali o vi uccido." C'era scritto nel gruppo con allegato un cuoricino.

Da una parte e stavo ridendo, dall'altra ero un po' rimasto male dal fatto che il cuoricino non l'avesse mandato anche a me.

Comunque mi vestii e mi diressi verso casa di Frank.

Appena suonai il campanello mi ritrovai Frank davanti, che mi lasciò perplesso.

Cos'era successo in quelle poche ore dove non eravamo stati insieme?

Aveva i capelli rasati ai lati, colorati di rosso, con un lungo ciuffo nero che gli cadeva sul lato di una guancia, un piercing al labbro e il collo e le dita fasciate.

"Che cosa è successo?" Chiesi dopo essere rimasto impalato a fissarlo per una buona ventina di minuti.

Ok, non venti minuti ma un tempo abbastanza lungo.

Lui mi guardò scrollando le spalle.

"Mi hanno regalato un bel po' di soldi e non ho resistito." Ridacchiò lui mordicchiando il cerchietto di metallo all'angolo della sua bocca.

Devo ammettere che non gli stava affatto male il piercing, nè tanto meno il nuovo taglio di capelli, anzi lo facevano molto più figo di quanto già lo fosse. Non so come mi trattenni dal saltargli addosso, effettivamente.

"Quanti cazzo di soldi ti hanno sganciato?" Scherzai entrando in casa sua.

"Abbastanza da poter fare tutte queste cose e offrirvi una pizza." Rise lui.

"E quelle fasce invece?" Gli chiesi indicandole.

"Te lo faccio vedere solo se mi aiuti a risistemarle dopo." Mi rispose.

Io annuii e lui si levò le fasce, scoprendo una scritta sulle dita e uno scorpione sul suo collo.

"Frank, sei fuori di testa." Esclamai appena li vidi. "Tua madre ti ucciderà quando li vedrà." Continuai.

Lui scrollò le spalle ridacchiando.

"Un rischio che accetto. Poi tornerà domani mattina. Probabilmente vedrò la luce domani per l'ultima volta." Scherzò lui.

"Comunque sono entrambi legati alla mia nascita, perché sono nato ad Halloween." Disse mostrando la scritta che si creava quando univa insieme le mani. "E sono scorpione come segno zodiacale." Continuò toccandosi il collo.

Lo guardai un po' perplesso e annuii per poi aiutarlo a risistemare le fasce.

"Ma Gerard, è Halloween. Vuoi davvero uscire vestito normalmente?" Mi chiese Frank squadrandomi.

"E come dovrei vestirmi?" Lo guardai io.

"Vedo cosa potrei prestarti." Disse andando alla sua stanza.

Lo seguii curioso. Lo sguardo mi cadde però su una cosa.

"Ma da quanto tempo hai la chitarra?" Domandai a Frank guardandolo.

"Oh, da un bel po'. Ma ora l'ho fatta personalizzare." Mi rispose.

"Ma suoni?" Chiesi vedendolo poi annuire.

"Figo! Mi suoni qualcosa?" Lo pregai facendogli gli occhi dolci.

"N-non ora, gli altri tra poco dovranno arrivare. E non guardarmi così." Mi rispose balbettando, frugando nell'armadio.

"Tiè, metti questa. A me sta enorme." Disse lanciandomi una camicia nera e una cravatta rossa.

Lui invece prese per sè una camicia bianca e un'altra cravatta rosse e in più un gilet nero, dei pantaloni strappati neri e iniziò a cambiarsi.

"Frank..." Feci un sussurro quando lo vidi.

Era praticamente pelle e ossa, in più aveva lividi su tutta la parte superiore del corpo, cioè quella scoperta.

Mi guardò con ancora la maglia del pigiama in mano.

"Oh... Sì." Sussurrò prendendo la camicia e mettendosela velocemente.

Erani sicuramente stati quei tizi a scuola a ridurlo così, doveva essere anche il motivo per cui avesse quasi del tutto smesso di mangiare.

"Non la passeranno liscia." Pensai.

Non avrei permesso che avessero fatto ancora del male a Frank e avrei preso i dovuti provvedimenti.

Per quella sera decisi di non prendere quell'argomento, in fondo non volevo rovinare la giornata a Frank, specialmente il suo compleanno.

Continuò a prepararsi mentre anche io mi cambiavo.

Poi il telefono suonò.

"Sì? Siete già qui sotto? Peccato, oggi volevo uccidere qualcuno." Ridacchiò Frank rispondendo. "Stiamo scendendo." Continuò.

Ci incontrammo con Ray, Bob e anche Mikey, che si era finalmente degnato a venire senza farsi pregare da me.

Anche se abbiamo dovuto prestare molta attenzione che Frank non cadesse perdendo l'equilibrio sulle stampelle, passammo una buona serata tutto sommato, e io cercavo di mettere da parte le mie preoccupazioni per Frank facendomi distrarre da risate e divertimento.

Spazio autricih

Salve lettori, ci scusiamo se non abbiamo aggiornato ieri ma sono successi un po' di casini. Anyway ecco il capitolo, comunque la storia non durerà ancora per troppo, forse è fin troppo lunga lol.
Beh che dire, speriamo vi stia piacendo e speriamo anche che non ci odiate perché non rispettiamo i giorni degli aggiornamenti xD

-Dom ed Emma

Get Up And Go! •|Frerard|•Where stories live. Discover now