Capitolo 6

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Arrivai di fronte alla piccola casa di Nonna al tramonto.

Era una vecchia casa di legno e mattoni a vista con un piccolo portico dove, alle colonne di mattoni, crescevano fitte trame di edera e gelsomino. Quest'ultimo, in primavera, regalava un profumo dolce e invitante. Sotto il portico si trovava una rustica sedia a dondolo, dove nonna si sedeva a scrutare il bosco vicino mentre sbucciava i piselli freschi dell'orto. Dal vialetto si potevano vedere le persiane nocciola, ormai troppo vecchie per essere chiuse. Non che Nonna avesse paura.

Chi vuoi che si avventuri fin quaggiù, a derubare una povera vecchia, in una piccola e vecchia casa come questa.

La casa era immersa in un ampio spazio costellato di alberi. Non c'era nessuno nel raggio di chilometri, e alla nonna andava bene così. Di fianco la casa si trovava un piccolo orto e l'angolo delle erbe e delle spezie, che la nonna curava con amore e dedizione.
L'odore aromatico delle erbe si mescolava a quello silvestre del bosco di pini. Un odore che avrei ricordato per sempre.

Non c'era un recinto, e nemmeno un cancello. La strada per la casa era sterrata e immersa nella fitta boscaglia.

Quando svoltai, iniziai a intravedere la casa e vidi Nonna chinata nell'angolo delle spezie, intenta a raccogliere le ultime scorte da far essiccare per l'inverno.

Parcheggiai l'auto davanti il portico. La nonna alzò la testa e mi venne vicino.

– Amelia! – esultò, e mi strinse nelle sue braccia. Profumava di terra e spezie.

– Ciao, Nonna. Ho voluto farti una sorpresa – svelai, felice di vederla. Il sorriso nacque spontaneo.

– Beh, ci sei riuscita! – disse, liberando l'abbraccio.

Le raccontai della mia decisione di prendermi una pausa dal lavoro e di rimanere con lei per qualche giorno. Decisi che era troppo tardi per affrontare l'argomento Camille e Anna, sebbene la mia curiosità era molta.

– Come mai questa decisione? È successo qualcosa? chiese preoccupata. – Ti preparo una tazza di tè alle erbe, ti sentirai subito meglio. Torno subito – annunciò, e sparì in cucina.

Un odore di sottobosco l'accompagnò quando ritornò in salotto. Il profumo si disperse in tutta la casa.

– Se avessi saputo che saresti venuta, ti avrei preparato dei biscotti – disse, mentre appoggiava il vassoio con la teiera e due tazze sul tavolino.

– Non ce n'è affatto bisogno, Nonna. Ho mangiato un boccone prima di venire qui –. Mentii. Era un periodo pesante e l'unica cosa che ingerivo in quel periodo era Chardonnay e qualche stuzzichino alla Tana del Coniglio. Non volevo farla preoccupare più di quanto già non faceva.

– Ah sì? – chiese sospettosa. – E cos'hai mangiato? –

Con lei non riuscivo a mentire. Dopotutto, mi aveva cresciuto lei e mi conosceva come nessun'altra persona al mondo. Nemmeno i miei genitori.

– Beh... mi sono... fermata ad una tavola calda sulla strada – balbettai, cercando di risultare sincera, ma con scarsi risultati.

– Aiutami a preparare la cena, parleremo a tavola di ciò che sta accadendo – dichiarò, il tono severo ma materno.

La luce lasciò posto al buio in fretta. Le giornate cominciavano ad essere più brevi.

Nonna accese le candele, che rendevano calda quella sera troppo fredda di settembre.

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⏰ Last updated: Mar 15, 2018 ⏰

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