Eight

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E adesso? Che cosa devo fare? Aiutare la mia nuova amica a non finire su qualche marciapiede di los Angeles disperata, o concedermi a lui per un suo stupido capriccio da viziato? Sospiro, mi scontro con Veronica, «ti stavo cercando » lei mi guarda con uno sguardo preoccupato, «dimmi» mi guardo in giro, «magari non qui, anche i muri in questa casa hanno occhi e orecchie» lei annuisce, la prendo per il polso, corriamo nel piano superiore ovvero nella nostra camera, apro la porta e chiudo a chiave, «parla piano» lei annuisce di nuovo, «ho parlato con Demon, dice di aver sentito tutta la conversazione di noi due» lei sbianca, «dio...cazzo..finirò sotto un ponte, devo cercarlo per dirgli che ero solo frustrata per ieri e che non era mia intenzione dire quelle cose» fa per superarmi ma la prendo per un braccio, «no, dice che ti lascia in pace» lei mi guarda con uno sguardo da cerbiatta, «stiamo parlando di Demon Mitchell, lui non rinuncia a nulla di ciò che gli appartiene, se rinuncia a qualcosa, e solo perché ne vuole un altra» sbarro gli occhi, mi mordo il labbro inferiore con insistenza, «so che lui ha messo gli occhi si di te, e so che vuole te come sua prossima preda, non lo permetterò, perché é solo uno stronzo e tu non meriti di soffrire ed essere usata, non sei una ragazza di questa, sei molto di più  Emy» «troppo tardi, ho detto a lui che da adesso prendo io il tuo posto» lei sbarra gli occhi, lascio la presa sul suo braccio, «perché l'hai fatto? Ci conosciamo da 2 giorni» io abbasso gli occhi, «se non prendevo io il tuo posto saresti finita davvero sotto un ponte, e anche se ti conosco da molto poco, non mi va di vederti soffrire, d'altronde tra amiche e coinquiline ci si aiuta no?» lei mi sorride, «si, ma questo é un aiuto un po troppo, non devi, stai per diventare la sua troia di turno, e tu sei piccola e scommetto anche che sei vergine, e pensare che finirai nel suo letto per salvare il mio culo e quello della mia famiglia non mi va a genio, non posso lasciatelo fare», «ormai é fatta, mi devi molti favori» lei mi sorride e mi abbraccia, «non aveva mai fatto nessuno un gesto cosi per me» una lacrima solca il mio viso, e adesso? Non potevo più tirarmi indietro, fanculo a me e alla mia boccaccia, esce dalla mia camera, mi butto sul mio letto, dio, adesso ero nella merda come sarei uscita da questa situazione frustrante? Mi alzo, risistemo la gonna della divisa grigia che indosso ed esco dalla mia camera chiudendola a chiave e nascondendo la chiave nel vaso accanto alla mia porta, scendo le scale, arrivo in cucina, mi blocco non appena vedo la sagoma di Demon che tiene per i capelli la mia amica, «non ho intenzione di ripeterlo, voglio lei, non te, sei roba vecchia per me, se non prende lei il tuo posto, ti sbatto fuori da qui, e non solo, l'intera Los Angeles verrà a conoscenza del fatto che sia tu che tua madre siete delle troie, vi vendete per poco, donne senza dignità, ecco cosa siete» Veronica sta zitta mentre piange, esco fuori dal mio nascondiglio, «prendo io il suo posto » lui si volta verso me ghignando, «bene, va in camera mia» ingoglio la saliva con fatica, obbedisco salendo le scale silenziosamente. «Cosa vuoi di preciso da me?» incrocio le braccia al petto, «e questo il fatto, voglio te, hai deciso di prendere il posto di Veronica, e adesso, sei mia, devi obbedirmi qualsiasi cosa io ti dica, e soprattutto, devi portarmi rispetto, qui comando io, mancami di rispetto, e finirai su una carrozzina per il resto della tua inutile vita» sbianco, lui mi fissa attentamente, «quindi, devo venire a letto con te per renderti felice? Sei proprio viziato» lui ghigna, sia avvicina a me, mi prende il volto stretto nella sua mano enorme e possente, «sei vergine?» resto impassibile, «no» lui mi guarda dritto nelle mie iridi, «a quanto l'hai persa» mi molla il viso girandomi intorno studiando il mio corpo con le sue iridi blu, «a 16 anni, con il mio primo ragazzo» lui si ferma dietro di me, sento qualcosa colpirmi il sedere, e la sua mano, mi irrigidisco, «sedere sodo, gambe lunghe e snelle, magra» si mette davanti a me, prende la mia divisa e sbottona i bottoni in un sol colpo, saltano alcuni bottoni, «seno perfetto » trattengo il fiato, «spogliati» resto ferma, lui si blocca, «ho detto di spogliati » sospiro rassegnata al mio destino, mi spoglio rimanendo in intimo, lui si riavvicina pericolosamente, lecca le sue labbra perfette,  mi sposta i capelli da un lato e senza preavviso si avventa sul mio collo scoperto, gemo, mi spinge facendomi cadere sul suo letto, resta in piedi ad osservarmi, mi accarezza la coscia sinistra per poi avvicinarsi al mio inguine, gemo di nuovo, si mette a cavalcioni su di me, «1° regola, non aspettarti che ti baci, perché non lo farò, 2° regola, non voglio che mi tocchi quando scopiamo» annuisco confusa, lui si sbottona la cintura firmata Guess e la butta a terra, sbottona il bottone dei jeans e abbassa la cerniera, mi toglie il reggiseno mostrando la mia 4° sotto il suo sguardo attento, prende un seno in una mano e con la bocca prende il mio capezzolo, mi mordo il labbro per non gemere, muovo i fianchi, lui mi blocca, «ferma» mi minaccia con lo sguardo, ho paura, si, io Emery Holt ho paura di un ragazzo, ma lui non é un ragazzo qualunque, e colui che mi possiede da ora, colui che d'ora in poi mi userà solo per soddisfarsi, mi sento sporca, indignata, sento il mio onore andare a puttane insieme al mio orgoglio, lui mi fissa, «a cosa pensi?» «da quanto in qua ti interessa cosa pensino gli altri? Ti preoccupi solo di te stesso» lui allarga le narici, si alza di dosso me, mi gira togliendomi bruscamente gli slip,  si rimette a cavalcioni su di me, qualcosa mi colpisce violentemente una natica, giro il capo, e vedo le sue dita stampate sul mio di dietro, mi ha sculacciata, «cosa ti ho appena detto? Qui comando io, obbedisci»  mi colpisce più violentemente, sussulto, sento dei formicolii e bruciore, tutto questo é cosi folle, e terribilmente erotico, anche se mi colpisce violentemente tutto questo mi eccita, mi fa tremare lo stomaco, lui mi rigira in pancia in sù, si abbassa i box mostrando il suo aggeggio, alzo gli occhi al cielo, prende un preservativo, «da oggi prenderai le pillole, non voglio usare un pezzo di plastica per affondati dentro» lo mette, e senza preavviso mi penetra, mi tappa la bocca prima di urlare dal piacere,  esce e poi rientra mandando i miei poveri ormoni in tilt, mi penetra più profondamente, perdo il controllo di me stessa gemendo senza alcun ritegno, senza alcun onore, perché lui é capace di questo e molto di più, e capace di ipnotizzati con i suoi occhi blu, e capace di  comandarti e dirti cose sporche senza vergognarsene, perché lui, ciò che vuole ottiene, provo a toccarlo ma mi blocca le mani, alcuni gemiti escono dal profondo della sua gola, io continuo a gemere come una disperata, spinge sempre più forte, ed ho davvero paura di non saper più camminare l'indomani, gemo più forte, sento le gambe tremarmi, dentro me sento come un esplosione improvvisa, urlo dal piacere,  lui continua a spingere finché un ringhio animalesco non riempie la camera, esce, si toglie il preservativo usato e lo butta nel cestino, va in bagno lasciandomi nuda e ancora stordita nel suo letto. mi rivesto e senza dire nulla esco dalla sua  camera, la divisa é completamente distrutta, lascia vedere il mio petto in bella vista, corro nel piano superiore, entro in camera mia e chiudo a chiave, mi spoglio e corro verso il bagno, apro l'acqua e senza aspettare che si riscaldi entro dentro la doccia, comincio a sciacquare il mio corpo, mi sento sporca, mi sento orribilmente sporca e distrutta, comincio a piangere, io non volevo tutto questo, i miei piani non erano cosi,  volevo solo lavorare ma questa vita ce l'ha con me, non mi permette di essere felice. Esco dalla doccia, ho perso la cognizione del tempo, non so che ore siano, non so nulla, mi asciugo i capelli bagnati fradici, mi guardo allo specchio, ho gli occhi gonfi, vorrei solo non averlo mai conosciuto.

𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora