Twelve

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La luce entra tra le tende, mi sveglio coperta da un ombra seduta nel letto, mi strofino gli occhi, un enorme teschio mi osserva, guardo la sua schiena tatuata quanto perfetta, «ciao» resto immobile, come ha fatto a vedere che sono sveglia, «ciao» resta fermo, mi siedo nel letto, vorrei andargli vicino, capire cosa stia pensando e baciarlo, si vorrei baciarlo, se non fosse stato per lui, sarei ancora in quel locale quasi morta in qualche divanetto o dentro i bagni pubblici pieni di preservativi e siringhe, «io...volevo solo ringraziarti per ieri, mi dispiace di essermi comportata in quel modo con te, tu volevi solo aiutarmi e io invece, mi sono comportata da stupida» i suoi muscoli diventano tesi, «credo di essere di troppo qui» mi tolgo le coperte e mi alzo dal comodo letto, mi appoggio al materasso e mi metto in equilibrio, «sdraiati» la sua voce é rauca, quasi spaventosa per quanto sia tagliente e fredda, non lo contraddico, non voglio urlare, almeno, non oggi, lui gira la testa di lato per vedere se ho obbedito al suo comando, mi mordo un labbro, si alza girandosi verso di me, mi osserva, «ieri dicevi che ero libera, lo sono ancora?» punta i suoi occhi azzurri/verdi su di me, «si, e ho già spiegato il motivo» resto in silenzio, voglio veramente perderlo? Anche se si tratta di semplice sesso, sono veramente disposta a vederlo vagare per casa senza poterlo più toccare o senza stare con la costante speranza che mi tiri verso una stanza? Mi alzo, lui si gira verso la finestra, vado verso di lui, lo abbraccio da dietro, lui resta fermo, resto sempre dietro di lui, muovo le mie mani in tutto il suo corpo, senza preavviso afferra le mie mani portandole verso il basso

volevo solo ringraziarti per ieri, mi dispiace di essermi comportata in quel modo con te, tu volevi solo aiutarmi e io invece, mi sono comportata da stupida» i suoi muscoli diventano tesi, «credo di essere di troppo qui» mi tolgo le coperte e mi a...

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lo lascio fare, «tu non vuoi lasciarmi andare in realtà Demon» lui osserva le mie mani che slacciano con estrema lentezza la sua cintura e poi il bottone, lui geme silenziosamente, si sta facendo comandare, giro mettendomi di fronte a lui, lo spingo verso il letto lui si siede, mi metto a cavalcioni sopra di lui, mi mette le mani nei fianchi, metto le mie labbra vicino le sue, si sfiorano,  gemo, gli accarezzo il petto, lui osserva ogni mio movimento, mi riavvicino alle sue labbra, prendo il suo labbro inferiore tra i denti tirandolo e succhiandolo, lui mi lascia fare, mette le sue mani sui miei glutei premendoli, gemo, tiro di più il suo labbro, nello stesso istante la porta si apre, lui mi afferra velocemente dai fianchi sdraiandomi nel letto, Dorotea spunta nella sua camera, guarda me e poi lui, é sbalordita, «Dorotea ecco ehm..» «ieri si é sentita poco bene e non volevo disturbarti mamma, così lo portata in camera mia» Demon si intromette, lei mi osserva, «non hai una bella cera tesoro, se vuoi faccio venire un medico» «non ce bisogno, si riprenderà da sola» la voce di lui é dura, la madre lo guarda rimanendo senza parole, «visto che non stai tanto bene hai la giornata libera tesoro, cosi potrai riposarti» mi metto a sedere con una velocità assurda, «no, sto già meglio, vado a cambiarmi e mi metto subito a lavoro» «o non se ne parla resti qui, tanto Demon ha delle questioni da sbrigare quindi non ti disturberà entrando» annuncio rimanendo in silenzio, mi sorride e poi guarda in modo serio il figlio avvisandolo con uno sguardo, chiude la porta, lui si siede nel letto, si lecca il labbro inferiore, «non resterò qui, andrò in camera mia, grazie ancora» mi alzo dal letto e prendendo le mie scarpe esco dalla camera, chiudo la porta, sospiro, credo che sia realmente finita.

𝑃𝑎𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛Donde viven las historias. Descúbrelo ahora