Strani equilibri

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Avevo dannatamente sonno, ma volevo anche rassettare casa in attesa dell'arrivo del mio coinquilino.
Ancora mi destabilizzava l'idea di dover "condividere" la mia quotidianità con un'altra persone, di cui per altro non sapevo nulla.
Mi raggirai tra le lenzuola di seta e sospirai, mentre guardavo il soffitto bianco come la neve e le pareti color grigio fumo.
Forse era arrivato il momento di ridipingere la mia stanza.
Sbuffai un'altra volta e mi alzai, scesi le scale e andai nella cucina super accessoriata, di quelle da fare invidia ai miglior ristoranti.
L'avevo comprata perché mi piaceva cucinare e sperimentare nuove ricette, quindi volevo il massimo comfort.
Cominciai a mangiucchiare un plumcake al cacao, mentre bevevo con aria assorta una tazza di latte macchiato.
Avrei dovuto condividere anche la colazione con lui?
E il salotto?
E la televisione a plasma?
E la sauna?
E la piscina?

Non ce la potevo fare, appoggiai affranta la testa sul tavolo di legno scuro, ma l'iPhone cominciò a squillare insistentemente e la meditazione venne interrotta.

"Che vuoi?"biascicai una volta letto il nome.

"Buongiorno stronza di un'amica"disse Jenny, già allegra di prima mattina.

"Ho sonno e sono agitata e pensierosa"aprii la vetrata e andai a sedermi sull'altalena in giardino.
"Cosa è successo?"chiese in evidente ansia.
"Dimitri Stan verrà a vivere con me"cominciai a dondolare.
"Finalmente, ma non mi sembra una tragedia"borbottò.
"Tu vedi solo il lato positivo"mormorai.
"È quello che devi vedere anche tu"rispose piccata.
"Non lo so, mi sento strana"ammisi.
"Perché è una grande novità, ma non significa che sia una cosa spiacevole"disse dolcemente.
"È un maschio"dissi schifata.
"E allora?"rise.
"I maschi sono disordinati, fumano, puzzano e urlano"precisai.
"E tu sei una bisbetica, lunatica del cazzo"la sincerità era la sua arma migliore.
"Okay, hai ragione"sospirai"Ci provo"sorrisi.
"Bene, ora vai a farti bella e voglio conoscere al più presto l'aitante ragazzo"ridacchiò e staccò la chiamata.
Aveva il vizio di staccare le conversazioni quando le pareva e questa cosa mi irritava parecchio e quella sottospecie di arpia lo sapeva.
Lasciai che il fresco venticello mi muovesse i capelli chiari e mi lasciai baciare da qualche timido raggio di sole, poi decisi di calarmi nei panni di casalinga disperata.
Infilai un paio di leggins neri e una maglia rosa cipria che non mettevo più ed iniziai a preparare la camera degli ospiti che sarebbe stata di Dimitri, cambiai le lenzuola e tolsi la polvere che si era adagiata sui mobili, visto che non veniva usata da un po'.
Accesi lo stereo e alzai il volume su una canzone di Shakira, usando il piumino come microfono ed esibendomi in una performance che avrebbe fatto inorridire anche una persona sorda.
Ero sul serio una cornacchia starnazzante, infatti qualche mese fa osai cantare da ubriaca in un pub e quando mi vedono scoppiano ancora a ridere.
Che gentaglia!
Presa dal ritmo della canzone e dalle faccende domestiche, non mi accorsi del tempo che passava e delle condizioni penose in cui mi trovavo.
La casa era pulitissima, ma non si poteva dire lo stesso della sottoscritta.
Avevo i capelli attaccati in viso a causa del sudore e i leggins macchiati, sembravo un barbone della stazione.
Così anche se mancava meno di un quarto d'ora all'arrivo del mio nuovo coinquilino, decisi di farmi una doccia veloce e di rendermi presentabile.
Logicamente non lo facevo per lui, ma solo per amore verso me stessa.


Cominciai a spogliarmi sulle scale e mi appuntai mentalmente di non dimenticare i vestiti in giro e il perizoma lilla in bella vista sull'ultimo gradino.
Ecco, mi sarebbe mancato questo.
Cioè la possibilità di gironzolare mezza nuda senza dar conto a nessuno o meglio di fare qualsiasi cosa senza dar conto a nessuno.
Sbuffai e corsi in bagno, dove mi accolse un bel getto d'acqua calda e sentii i muscoli rilassarsi.
Cominciai ad insaponarmi con calma, come se avessi tutto il tempo del mondo, anche perché fin da piccola mi piaceva un sacco usare il bagnoschiuma super schiumoso a vaniglia.
Ed usarlo ancora, mi faceva sentire un po' infantile, sorrisi e decisi di lavarmi anche i capelli, massaggiando la cute.
Al massimo potevo farmi i boccoli e fermarli con un fermaglio, in modo che risaltasse la forma del mio viso.
Sgranai di scatto gli occhi e la schiuma me li fece bruciare.
"Mannaggia a me"borbottai, mentre cercavo di sciaquarli con l'acqua fredda.
Stavo cercando di apparire carina agli occhi di Mr Cafone?
Oh merda, stavo impazzendo, seriamente avevo bisogno di una visita psichiatrica.
Fermai lo scrosciare dell'acqua e decisi di asciugare i capelli, almeno avrei evitato la cervicale.
Ma dopo una manciata di minuti, captai il suono del citofono.
Per tutte le barbabietole, ero nuda!

Sotto lo stesso tettoWhere stories live. Discover now