La dea della notte

69 8 3
                                    

Momento vivere

Clara riaprì gli occhi in una radura innevata, dove una casetta in legno, a poca distanza da lei, torreggiava su uno sfondo alberato. Si rese presto conto di non sentire freddo in quel luogo e che, per quanto ci provasse, non riusciva né a respirare, né a sentire i battiti del suo cuore. Qualcuno avvolto in un mantello la guardava seduto sotto un melo, invitandola con una mano ad accomodarsi al suo fianco.

«Morte?» chiese avvicinandosi a lui.

«Avevi qualche dubbio? Ti sei immersa nel mare, di notte, in un luogo innevato alla ricerca di un diario, fidandoti di una delle donne che più ti odiano a questo mondo. Sei stata fortunata perché, se fosse stato un diario normale sarebbe andato perso, o si sarebbe distrutto.» sembrò quasi schernirla mentre tirava fuori l'oggetto da sotto il mantello. Per un attimo Clara pensò si trattasse del diario del triste mietitore, ma la speranza si spense non appena vide la copertina blu cobalto. L'essere rigirò l'oggetto tra le mani e rise sommessamente, come se stesse nascondendo un sentimento più pesante della finta felicità.

«Mi torna in mente quando mi imbarcai nel – da poco – varato vascello di terza classe HMS Captain della Royal Navy Britannica, nell'ottobre del 1678, per trovare sfogo alla mia ira, visto che la settima Bilancia era nata da poco più di un mese in Giappone e io non ero arrivato in tempo per assorbirla il giorno della sua nascita. Nessuno poteva vedermi, a meno che non l'avessi voluto io. Ricordo di uno che stava sempre in coperta, parlava poco e lavorava come un mulo. Dopo giorni di viaggio ebbi il coraggio di chiedergli perché stava sempre con l'acqua fino alle caviglie se poteva aspirare a un posto ai piani alti. Lui mi rispose: "Meglio alle caviglie che alla gola, ragazzo! Lassù, sul ponte, se facessi un errore lo vedrebbero tutti; qui, invece, in mezzo a tanti uomini, sarei soltanto un'altra ombra che sgobba." e io ribattei dicendo: "Vero, ma i superiori noterebbero le cose giuste che fai". A quel punto, l'uomo si guardò intorno e, con circospezione, mi bisbigliò qualcosa che adesso tramanderò anche a te: "Più a fondo vai, più il tuo corpo finirà per galleggiare". Lo stesso uomo mise piede a terra vivo e con un sorriso sul volto; e molti di quelli che lavoravano sul ponte vennero buttati in mare in catene perché scoperti a rubare dalla stanza del capitano. Quel giorno successe qualcosa che la fisica non poté mai spiegare: i loro corpi, ormai privi di vita e appesantiti dalle catene, ci seguirono fino alla nostra meta, galleggiando sull'acqua. E sai chi costrinse le loro anime a vedere la scena? Io, e non puoi capire che piacere ne ho tratto. Non avevo potuto ucciderli, ma avevo potuto tormentare un'ultima volta il loro spirito. Il viaggio, che serviva solo a provare la nave, non venne mai registrato e alle famiglie venne detto che morirono per un "incidente di lavoro" al Deptford Dockyard. È buffo però sapere che tu, per raggiungere il tuo obiettivo, sei arrivata a fondo e adesso il tuo corpo galleggia in mare.»

Clara rimase interdetta, fissandolo con occhi sgranati, aspettando una sua mossa, ma lui non si mosse se non per studiare la sua espressione per un attimo.

«Cosa vorresti dirmi con questo?» chiese, stringendosi nelle spalle.

In tutta risposta l'uomo la guardò di sottecchi, e, anche senza mostrarle il volto, Clara poté immaginare vi fosse un sorriso mellifluo. Non sapeva se prendere ciò come una minaccia, o se il fatto di essere morta le stesse per far raggiungere nuovi risultati, del resto lei era andata a fondo prima di poter galleggiare.

Stette seduto e cominciò a sfogliare il diario, soffermandosi su una pagina e leggendone le prime righe: «"Quel giorno, tornai a casa presto dal mio giro in paese. Ero felice, avevo giocato e riso con altri bambini. Una volta davanti alla porta sentii una voce a me familiare, ma che non sentivo da parecchie lune. Aprii la porta trovando mio padre seduto al tavolo della cucina. Pareva provato da qualcosa, ma non ci pensai troppo, lasciandomi scrutare dai suoi occhi scuri come il cielo privo di stelle".»

Cobalto - Pioggia ai viviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora