18°Capitolo

191 12 3
                                    

Mi vergognano di chiederglielo. Forse era troppo da chiedere a lui, ma non riuscivo a non stare in pena per la mia migliore amica. Dovevo sapere se stava bene. Alzai lentamente gli occhi su di lui e lo vidi passarci una mano tra i capelli.

-Immaginavo che prima o poi me l'avresti chiesto- disse sospirato. Ancora non mi guardava negli occhi. Che cosa aveva da celarmi, che poi i suoi occhi avrebbero liberato?

-Ho bisogno di vederla- insistei. Finalmente alzò gli occhi. Aaveva uno sguardo deciso, che non lasciava trasparire niente. Non riuscivo nemmeno io a capire le sue emozioni. Eppure l'avevo sempre fatto.

-No, non puoi- dichiarò. D'istinto feci un passo indietro e lui uno in avanti.

-Si, devo. È il mio popolo devo almeno sapere cosa gli è successo- la mia voce tremó leggermente. Ero spaventata dal suo comportamento e dai suoi occhi. Non li avevo mai visti cosi cupi e senza espressione, il suo viso si era trasformato in una maschera di marmo.

-Ti succederà qualcosa di brutto se uscirai da queste mura, ne sono sicuro- ringhió a denti stretti.

-Cosa vuoi che mi succeda? È il mio popolo! Ne diventeró la regina! Mi accoglieranno di nuovo- non ci credevo nemmeno io e lui lo sapeva, infatti alzò un sopracciglio.

-Tu non puoi tornarci- sibiló ancora. A quel punto scoppiai, non faceva che ripeterlo e ripeterlo senza darmi spiegazioni.

-Perché no? Dammi delle spiegazioni!- urlai indietreggiando fino alla poltrona del caminetto.

-Perché ho paura che tu possa non tornare! Ho paura che ti facciano del male!- urlò di rimando. Poi sembrò che qualcosa gli avesse prosciugato le forze

-Ho paura che tu possa non tornare più da me- lo disse in sussurro che si sentiva a stento ma fu allora che capì: lui aveva bisogno di me. Ero l'unica persona che lo capiva veramente e lui non voleva perdermi. Mi accasciai sulla poltrona. Mi sentivo improvvisamente stanca. Insomma, avevo appena tradito il mio popolo rivelando i loro punti deboli e senza battere ciglio.

-Io volevo solo vedere come sta la mia famiglia- sussurai abbassando gli occhi.

Lui si inginocchió davanti a me sulla moquette e mi prese la mano.

-Lo so principessa lo so- ora era ritornato espressivo come prima, troppo espressivo forse. Ora aveva gli occhi pieni di dolore per me e per lui perché sapeva che sarei dovuta andarmene prima o poi.

Mi inginocchiai di fronte a lui e gli presi il viso tra le mani. Con me era così vulnerabile e fragile che faceva tenerezza.

-Ciel, ascoltami, starò con te per tutto il tempo necessario. Dobbiamo ancora risolvere tante cose e possiamo farlo solo stando insieme giusto?- era la stessa cosa che mi aveva detto lui qualche giorno fa, quando avevo cercato di andarmene pensando che sarebbe stato meglio per tutti. Quanto mi sbagliavo.

Gli diedi un bacietto sulla guancia e mi alzai. In quel momento bussano alla porta.

-Ah, questa dev'essere Tania- esclamò Ciel con un gran sorriso. Aprì la porta e infatti entrò la ragazza che di solito mi preparava i vestiti per le feste, anche lei un fantasma. Fece una riverenza al principe e a me e poi si diresse in bagno. Io non capivo cosa stava succedendo così mi voltai verso Ciel. Lui intercettó il mio sguardo che chiedeva spiegazioni e rise.

-Volevo farti un regalo, per ringraziati di tutto, cosi ho pensato alla festa di sta sera e allora...- entrò Tania con un'abito che... era la luce stessa!

Era con le maniche fino al gomito e arrivava ai piedi ed era fatto di diamanti che riflettevano la luce in mille colori. Cen'erano tantissimi che ricoprivano il busto senza lasciar vedere niente sotto e dalla coscia in giù incominciano a diradarsi lasciando vedere solo dal ginocchio in giù. Era il vestito più bello che avessi mai visto.

-Visto che sai comandare sia la luce che il buio e che prima o poi dovrò insegnartela ho pensato ad un'abito che riflettere tutti i colori perché tu non sei bianco o nero, tu sei ogni sfumatura di colore- continuò Ciel. Ero senza parole. Non sapevo cosa fare o cosa dire. Così gli andai vicino e appoggia la testa sulla sua spalla, lui subito mi cine la vita con un braccio e mi baciò la tempia.

-Devo dedurre che ti piace da matti e in questo momento puoi solo amari ancora più di prima- scherzó. Gli diedi un pugno sul braccio -idiota- dissi.

-Principessa, principe, è tempo di prepararsi- intervenne Tania gentilmente.

-Giusto Tania, ben detto.- disse Ciel, poi si rivolse a me:-È meglio che ti lasci a farti bella, nome vedo l'ora di vederti con quel vestito- mi baciò la tempia e se ne andò senza neanche darmi il tempo di dirgli ciao.

Spazio autrice:

Ciao!

Perdonatemi per la mia lentezza ma ovviamente è estate e ho un sacco di cose da fare! Ma state tranquille che continuerò ad aggiornare nonostante tutto!

Ciao ciao

Salla

Light and DarkOù les histoires vivent. Découvrez maintenant