Mente e corpo

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Dum excusare credis, accusas

Clara si aggrappò al collo di Caos e respirò a pieni polmoni come non aveva mai fatto prima. Era stata avvolta in una coperta molto pesante e capelli e corpo le erano stati asciugati mentre era priva di sensi. Sopra di lei, con le manine congiunte e un colorito più acceso del solito, vi era Eberardo che la guardava sorridente.

«Ti sei svegliata finalmente! Un certo Rufio mi ha detto che, se avrai ancora bisogno di lui, "dovrai solo chiedere". Dimmi, com'era l'aldilà?».

«Non lo so, ero nei ricordi di un'altra persona.» spiegò senza riflettere. Si morse la lingua nell'istante in cui notò Caos rivolgerle un'occhiata inquisitoria.

«Ben svegliata, Tanato ti ha fatto vedere qualcosa?» chiese riportando lo sguardo davanti a sé.

Clara sospirò, chiedendosi se fosse il caso dirgli la verità o una bugia. Pensò sarebbe stato meglio essere oneste e prendersi ogni rischio delle sue parole, d'altronde non era mai stata brava a mentire spudoratamente, soprattutto a Juan e Jacopo.

«Mi ha mostrato le memorie di vostra madre...– prese fiato vedendo lo sguardo di Caos farsi più cupo –Non giudico la scelta che ha fatto, neanche dopo che questa ha portato a dove siamo oggi. Toglimi una curiosità, Caos, chi...» si interruppe un momento, prima di porre la fatidica domanda. No, non l'avrebbe fatto. Avrebbe scoperto da sola chi avesse ucciso quella donna, così cercò di sviare il discorso, portandolo verso un'altra direzione.

«Chi mi ha vista con il diario?».

Caos parve cascarci, perché rispose senza cambiare espressione in volto.

«Sei stata fortunata, ti abbiamo trovata prima che le succube ti portassero fuori dal confine. Mh, mio fratello non apprezzerà sapere che sei morta solo per quel diario, quindi nascondilo bene e inventati una scusa che sia plausibile. Oltretutto, ormai sa che hai rubato il ritratto che era a casa di Amélie, ma tenta era la sua preoccupazione, che se l'è portato via senza curarsi di ciò che hai fatto.» la informò.

«Mi sento frastornata. Come hai fatto a trovarmi e perché siamo nella foresta?» chiese, poggiando la testa sul petto caldo dell'amico.

«Uriele ci aspetta nel territorio dei draghi. Ti abbiamo cercata tutta la notte, al mattino Uriele ha pensato che qualcuno ti avesse presa ed è andato a setacciare la foresta, portando con sé lo zaino con la rosa, dicendomi che al tramonto ci saremmo rincontrati nel territorio dei draghi. Io sono rimasto al faro, ho continuato a cercarti insieme a Caio. Ti ho trovata solo perché lui ha avvertito una presenza che ci ha seguiti dalla riva fino al tuo corpo che galleggiava. Ti ho avvolta in una coperta, ho preso l'altro zaino e mi sono messo in cammino. Non sai quanto era preoccupato mio fratello, quanto abbia pregato Caio affinché non fosse stata sua figlia a farti del male.» concluse con voce grave.

Clara sentì il suo cuore stringersi e i sensi di colpa invadere ogni suo pensiero. Si rese presto conto che tutto ciò che aveva fatto aveva portato a delle conseguenze inaspettate.

«Mi dispiace... Adhara l'avete trovata?» seppe chiedere con molto sforzo, cercando di non far capire a Caos che stava trattenendo le lacrime.

«No. Dimmi una cosa: come hai fatto a morire?».

Un brivido percorse Clara e ogni istante della sua dipartita si fece largo tra le sue memorie.

«Adhara, inizialmente mi ha aiutata a prendere il diario, mi ha ingannata sulla durata della pozione per respirare sott'acqua e ha fatto sì che annegassi.» confessò tremante.

Tutto tacque e per molti metri i due rimasero in silenzio. Persino Eberardo capì che non ci sarebbero state più parole perché Caos e Clara si guardavano come se avessero voluto dire altro, ma che sarebbe stato irrispettoso doversi ripetere con Uriele. La foresta pareva controllarli, gli erici erano posizionati sugli alberi e scuotevano le teste, setacciando porzioni di neve. Altri piccoli esserini dalle orecchie grandi, il muso porcino e il colorito verdognolo li scrutavano da dietro un cedro. Il sole calava gradualmente e, guardando il cielo, Clara vide un drago sorvolare gli alberi. Spaventata, si girò su sé stessa, aggrappandosi al busto di Caos con le gambe. L'uomo scoppiò a ridere, una risata cristallina che fece tranquillizzare Clara. I draghi erano la prossima prova, non avrebbe dovuto temere nulla.

Cobalto - Pioggia ai viviWhere stories live. Discover now