C A P I T O L O O T T O

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Sorrido lievemente e mi soffermo a dire un "okay".

Finito di mangiare, appoggiamo i piatti sul comodino accanto il letto e ci sdraiamo a pancia in su.

"Raccontami un po' di te Carl" gli chiedo.

"Beh che vuoi che ti dica, secondo le ragazze sono un bel pezzo di manzo e personalmente lo penso pure io, posso avere ogni ragazza che voglio."

Sfoggio una delle mie migliori risate, ammetto che è davvero un bel ragazzo ma ha l'ego più alto del burj khalifa.
Il tempo di prendere fiato e dibatto con un

"Okay chef, ma mi sa avrai un po' di competenza con William Stonem"

"Non ci provare a nominarlo, quello è quí da quest'anno e mi sa si sia montato un po' la testa. Ha l'aspetto di un figlio di papà" Esclama.

"Okay okay ma quel figlio di papà è attraente"

"Più attraente di me?"

"Mhh può essere."

Dopo aver detto ciò, mi si lancia addosso formandomi un piccolo livido sul braccio e inizia a farmi il solletico sulla pancia procurandomi risate a non finire. Provo a difendermi tenendogli le braccia ma essendo più forte di me, si libera subito continuando la tortura.

"Carl ti cerca Fiona"
Debbie irrompe nella camera distruggendo purtroppo questo momento con Carl. Ce l'avevo in pugno. È divertente parlare con Carl siccome la maggior parte dei casi finiamo sempre a picchiarci, ovviamente per gioco.

Come l'altro giorno, stavo riscaldando in microonde gli avanzi del giorno prima quando improvvisamente lui mi afferra i fianchi da dietro.

"Yo Carl che cazzo fai?!" Gli urlai minacciosamente afferrando il coltello posato accanto la mia mano.

Lui mi guardò negli occhi, osservò il coltello che rifletteva il suo volto, tornò a guardare me, entrambi scoppiammo in una risata e io approfittai del momento per saltargli addosso e buttarlo sul divano della sala per poi prenderlo per il collo e strozzarlo lievemente.
Lui mi prese per i polsi e mi bloccò, di conseguenza mi guardò profondamente negli occhi. Per un attimo pensavo volesse provare a baciarmi ma poi disse

"Hai qualcosa quì, sotto l'occhio."

"Dove? Quì?" Indicai il punto che mi disse con il dito.

"Esatto, lì!" Di conseguenza usò la sua mano per far pressione sulla mia cosicchè il mio dito me lo infilassi nel occhio. Non voglio farvi immaginare il dolore.
Non gliela feci passare liscia siccome subito dopo lo rincorsi per tutta la casa, e appena ne ebbi l'occasione gli saltai in groppa per poi mordergli la spalla e siccome indossava una canottiera ciò mi semplicitò l'atto. Lui dal dolore si buttò a terra urlandomi un "Ma sei scema?"

"Tanto quanto te, ritardato cronico" Risposi.

Giocare alla lotta con lui è uno dei miei passatempi preferiti. Ammetto che anche fissarlo è molto intrattenente. Sembra inquietante a dirlo così ma mi perdo nei suoi gesti, mentre accende la sigaretta, si toglie la giacca,...

***
Carl's POV
Percorro le scale facendo scivolare la mano sulla ringhiera. Mi avvicino in cucina, quando vedo Fiona tirare fuori dei bigliettoni da 100 dalla busta della spesa.

"Yo e quelli da dove vengono?"

"Oggi c'era un compleanno da patsy's quindi il festeggiato continuava ad offrire bevande, inoltre sono stati tutti molto generosi con le mance da come puoi vedere." Dice sventolandomi in faccia i verdoni.

"Quei soldi te li faccio in 20 minuti, tu quante ore ci hai messo? Togliendo gli straordinari ovvio"

"Ha-ha-ha molto simpatico, ma sai, con questo lavoro non rischio di venire arrestata e di farmi qualche mese o anno al fresco."

"Sarà pur così, ma lo stipendio di uno spacciatore è ottimo."

Sbuffa e alza gli occhi al cielo. Non le è mai andato a genio il fatto che lavoro per G-dog. In fondo ha ragione, ma se sei furbo e hai una testa con cui ragionare allora non dovresti correre rischi.

Apro la dispensa e prendo la scatola di cereali, successivamente percorro le scale per tornare in camera.
Fiona dal piano di sotto mi urla "CARL NON FINIRLI TUTTI"

"Mhm" Borbotto.

Entro in camera e mi butto sul letto con Meredith a mio fianco che mi osserva e mi prende la scatola di cereali di mano.
"La festa di Meredith è tra pochi giorni, verrai?"

"Sì probabilmente sì."

"Pure io, per poter entrare però devi portare qualcosa, cosa porti?"

"Alcol e se riesco a rimediarla magari un po' di erba." Dico guardando il vuoto e fermandomi un attimo.
"Tu invece?"

"Oh io non porto nulla siccome sono la sua migliore amica."

Sorrido.
Mi avvicino alla scrivania e apro il cassetto prendendo il pacchetto quasi finito di marlboro gold. Tiro fuori la sigaretta mettendola tra le labbra, la accendo e inalo il fumo, facendo poi uscire l'eccesso dal naso.

"Carl se potessi tenere solo un ricordo in mente, quale sarebbe?" Meredith dice rompendo il silenzio

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"Carl se potessi tenere solo un ricordo in mente, quale sarebbe?" Meredith dice rompendo il silenzio.

"Cazzo bella domanda, scusa ma non saprei proprio risponderti.
Tu invece?"

"Io? Beh, fammi pensare..." ci fu un attimo di silenzio, giusto il suo momento per pensare.
"Probabilmente la volta in cui mia madre mi abbracciò e mi disse che mi voleva bene, ma subito dopo è andata dal suo spacciatore a prendersi una bella dose di eroina.
Sai vederla in quelle condizioni non era il massimo e io odiavo vederla così. Mi manca, ma non è mai stata una vera madre. Per il mio nono compleanno lei prese tutti i regali che avevo ricevuto e li riportò nei negozi chiedendo il rimborso in contanti. Indovina che ci fece con quei soldi? Esatto, li spese tutti in droga. Ricordi che appena entrata in casa le chiesi dov'era finito quel pupazzo che mi aveva regalato una mia vecchia amica e lei rispose che è stato tutto rubato, quando mi diede la notizia piansi per tre ore.

Mentre racconta noto un filo di tristezza nella sua voce. Mi avvicino a lei e le avvolgo il braccio in schiena. Noto che abbassa il viso permettendo a una lacrima di rigarle il volto.

Si fa forza e continua la sua storia.
"Poi mio padre non è che sia da meno... Non l'ho mai visto, mia madre dice che a volte si fa vivo per telefono o lettere giusto per mandarci il minimo vitale, o meglio, mandarle, siccome quei soldi li custodisce tutti mia madre.
Posso dire che lo spaccio mi abbia salvata da una parte, insomma ho il mio stipendio e posso farci tutto quello che voglio, nessuno può fermarmi.

Le presi il volto tra le mani e notai che i suoi occhi erano lucidi e gonfi, era sul punto di piangere.
Si stacca da me e si asciuga gli occhi con le maniche della felpa.

"Okay dai niente roba di questo genere, parliamo di altro, tra poco c'è la festa di Kelsey non è emozionante? Adoro le feste, inoltre mi reputo una cisterna..." Dice sfoggiando un debole sorriso.

"Maddai che ti fai due sorsi e stai giù a terra e vedi gesù."

You're cold // Carl GallagherWhere stories live. Discover now