«Dovreste voltarvi tutti. I Draghi non amano essere osservati mentre si trasformano» spiegò pazientemente Agata, facendo segno al gruppo di dissidenti di darle le spalle.
Il sole si era appena alzato sull'orizzonte e il cielo notturno era rischiarato dai primi raggi dell'alba. Fasci di luce gialla si insinuavano, con sempre più decisione, nel buio, regno incontrastato delle stelle.
Eppure nessuno, in quel momento, prestava attenzione allo spettacolo maestoso della volta celeste. Tutti fremevano dalla curiosità di trovarsi finalmente di fronte alla forma di drago di Tseren, il levantino taciturno con cui gran parte di loro non aveva scambiato neanche due parole.
Nonostante ciò il ragazzo aveva accettato di mostrarsi a tutti, invece che solo al circolo ristretto della sua Ascendente.
«E tu non ti volti, Agata?» Harris si sentì uno sciocco subito dopo aver espresso a voce alta quel pensiero. Perché quella richiesta avrebbe dovuto estendersi a lei? Lei era la sua Ascendente.
«Non è niente che Agata non abbia già visto». Tseren non si lasciò sfuggire l'occasione di marcare il territorio.
Harris fu trapassato dallo sguardo glaciale dell'altro ragazzo, uno sguardo che ormai conosceva bene, carico di fastidio, diffidenza, quasi repulsione. Probabilmente lo stesso, identico sguardo che avrebbe a sua volta rivolto al Drago se non fosse stato tanto bravo a camuffare le proprie emozioni.
Mestamente il capo dei dissidenti si voltò, così come il resto dei ragazzi riuniti sulla spiaggi. L'unico che continuava a sbirciare, ruotando in continuazione la testa era Iikka Jerd.
«IJ!» lo sgridò Agata.
Dal momento che il Fauno non voleva saperne di assecondare la richiesta di Tseren, Gregor decise di prendere in mano la situazione.
«Amico, aiutami a tenerlo fermo!» si rivolse a Harris, mentre con un braccio circondava il collo del Fauno impiccione, tenendogli il capo bloccato con l'altra mano.
IJ prese a scalpitare per liberarsi, ma, con un colpo leggero dietro le ginocchia, Harris lo fece piombare sulla sabbia.
«Ora, Tseren! Ora!» lo incitò Greg.
Il Drago si era distratto a osservare la scena, e solo quando fu richiamato dalla voce dell'amico di Agata, si decise a iniziare la mutazione.
Era la prima volta che mostrava volontariamente il proprio aspetto a così tante persone ed era terrorizzato dall'eventualità che i ragazzi, Greg per primo, si spaventassero nel trovarsi faccia a faccia con la belva.
Agata fu improvvisamente investita da un'ansia viscerale e capì che la trasformazione di Tseren era terminata; venne travolta dalle preoccupazioni martellanti di lui come un albero in preda a folate di vento provenienti da tutte le direzioni.
«Tseren...» sussurrò specchiandosi nelle iridi ambra dorata. Per rasserenarlo, gli passò una mano lungo il collo, trattenendo l'impulso di abbracciarlo.
In un attimo il drago fu accerchiato dai ragazzi. Da più parti si alzavano esclamazioni di stupore, applausi d'ammirazione, risate eccitate. Dopo qualche istante di esitazione, alcuni si avvicinarono, chi per osservarlo meglio, chi per accarezzarlo.
«L'ho sempre detto che eri un Draghetto!» esclamò Shuiní grattandogli il muso con affetto.
«Woo! Woo! Woo!» Greg non riusciva a contenere la sua esaltazione. Si muoveva a zigzag tra gli altri ragazzi nel tentativo di attirare l'attenzione di Tseren ogni qualvolta questi spostava lo sguardo.
Holly Dee si era accostata un poco, ma non aveva il coraggio di allungare la mano verso il rettile; fu Agata a insistere affinché si fidasse. L'Ascendente le sollevò delicatamente un braccio e lo avvicinò alle fauci di Tseren. Lui rispose con un soffiò e Acca Dì ridacchiò nel sentire le dita solleticate dall'aria calda.
«È veramente maestoso. Ora capisco perché li definiscono la più regale tra le razze semi-umane. Non è cosi, Harris?» Il Fauno si voltò verso l'amico, l'unico rimasto in disparte.
Per una volta, forse per la prima volta da quando conosceva Agata, Harris era senza parole. Non riusciva a esprimere a voce alta i propri pensieri, confuso da quello a cui aveva appena assistito: dove fino a poco prima si trovava un ragazzo dall'aspetto in fondo molto simile al suo, ora si agitava una creatura uscita dai miti di Levante e Ponente, dalle leggende millenarie dei popoli antichi.
Il Drago era di una bellezza terrificante. I suoi occhi erano gli occhi di uomo racchiuso nel corpo di una belva: riflessivi e calmi; le sue scaglie lucenti, colpite dai raggi del sole, luccicavano come i minerali che si formavano nel cuore della terra; le sue ali si aprivano, smisurate, sulle loro teste, creando un'ombra che ricopriva metà della spiaggia; e il suo verso era un trimbulare fatto di lunghi ringhi e digrignare dei denti.
Il capo dei dissidenti non se la sentiva di festeggiare la trasformazione di Tseren come gli altri. A momenti si sarebbe separato da Agata, forse per sempre. Non era pronto a perdere di nuovo l'amore, senza averlo neanche assaporato. Avrebbe voluto vedere quel rettile gigante spiccare il volo da solo, sparire dalle loro vite con la stessa rapidità con cui vi era entrato; perché, mentre Agata e gli altri lo avevano cercato per anni, avevano avuto a disposizione anni per abituarsi all'idea che un giorno sarebbe rientrato nelle loro vite, per lui era stato un fulmine a ciel sereno. Il primo, defunto amore di Agata era tornato dalla morte, con la pelle tumefatta e l'animo dilaniato, e se l'era ripresa.
L'Ascendente rise di cuore vedendo Greg convincere finalmente Holly Dee ad accarezzare Tseren sul muso. L'amico era al settimo cielo; mai lo aveva visto tanto su di giri, se non la notte in cui era nato il piccolo Basil. Continuava a curiosare sotto le ali, a toccare titubante il ventaglio artigliato della coda, a misurare le zampe possenti. Greg sembrava un bambino felice e Agata si lasciò contagiare dalla sua contentezza.
Anche Tseren si stava divertendo; dopo il momento iniziale di imbarazzo, sembrava rasserenato dall'entusiasmo dei ragazzi. Nessuno pareva spaventato da lui: nessuno aveva gridato, nessuno era corso a nascondersi.
Aveva condiviso ogni momento della giornata con quei ragazzi diversi tra loro, accomunati solo dalla sofferenza inflitta dalla Setta degli Audaci; ponentini e levantini provenienti da terre lontane; giovani che, proprio come lui, si erano un giorno ritrovati soli e impotenti di fronte a un nemico apparentemente imbattibile. Eppure Tseren non si era mai sentito parte del gruppo, non aveva creduto di poter essere capito, né tanto meno accettato. Per la prima volta si pentì di non aver dato a quei ragazzi l'opportunità di raccontarsi, e a se stesso l'opportunità di creare dei legami.
Dal momento che era ancora molto presto la spiaggia era deserta, ma nel giro di qualche ora si sarebbe riempita della gente del posto e il Drago e l'Ascendente non potevano rischiare di essere avvistati. Il momento di salutarsi era infine arrivato.
***NOTA***
Pronti per gli addii? Saranno poi veramente degli addii? C'è un personaggio in particolare che vi dispiacerebbe non veder più comparire nella storia?

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Il primo degli Alicanti [completata]
Fantasy{SECONDO LIBRO} Sono passati cinque anni dagli eventi drammatici che hanno separato Agata e Tseren. Il ragazzo Drago è intrappolato in una gabbia fatta di senso di colpa e odio per la sua seconda natura. L'Ascendente cerca invece vendetta nei confro...