«Pensavo che mi piacerebbe portarti in volo sotto il cielo stellato. Ma è troppo rischioso uscire dalla grotta, non è vero?» rispose il levantino.
«Penso di sì, Tseren» rispose Agata mestamente. «Non possiamo rischiare che qualcuno ci veda. Dobbiamo assumere che dopo quanto è accaduto nella Capitale, dopo averci visto mettere a fuoco il cuore della sua organizzazione, A-8Z8 si sia messo d'impegno per catturarci. Stavolta sul serio» sospirò.
«Mmm» mugugnò il ragazzo. «Non possiamo mettere in pericolo i nostri nuovi amici. Quando lasceremo questa grotta, sarà per andare via definitivamente».
«Andare dove?» domandò Agata tra sé e sé.
«Da Xhoán» risposero in coro e incrociarono lo sguardo, contenti di essere finalmente sulla stessa lunghezza d'onda.
«Ti manca da morire, non è così?» indovinò l'Ascendente.
«Sì, c'è ancora così tanto che posso imparare da lui» annuì Tseren.
«Tuo padre è una persona davvero speciale» confermò la ponentina.
Rimasero un attimo in silenzio, disturbati solo dal cigolio della piattaforma che sbatteva ritmicamente contro le rocce.
«Come è stato scoprire finalmente la storia dei tuoi genitori?» riprese Agata.
«Per anni, quando ero prigioniero, mi sono arrovellato per capire come mai, crescendo, non avessi mai colto il sentimento che li legava. Insomma, so di non essere proprio... bravo con queste cose... Ma addirittura cieco a tal punto?» Fece una pausa. «E invece Xhoán mi ha detto che in vent'anni mia madre non gli ha dato alcun segnale di apertura; è convinto che magari stesse aspettando che io diventassi adulto e trovassi la mia Ascendente, ma chissà. Chissà cosa le è passato per la mente. Tu che idea ti sei fatta?»
«Se tua madre aveva solo un briciolo della tua indole, Tseren, credo che per qualche motivo stesse punendo se stessa» ragionò Agata. «Neanche io sono granché brava a leggere i sentimenti, faccio fatica con i miei, figurarsi con quelli di una persona che non ho mai conosciuto. Però, quando il padre di Milla ci ha descritto quali sono gli unici due modi che ha un Drago per causare la propria morte, mi è tornata in mente una cosa che ci ha raccontato Xhoán. Quando ha escogitato la fuga, Baya era allo stremo delle forze: il suo corpo era freddo come quello di un cadavere e le schegge nelle sue iridi erano quasi scomparse del tutto. Tua madre aveva volutamente smesso di mutare in Drago, Tseren. Chissà da quanti mesi, probabilmente dal giorno del matrimonio con quel verme infame del figlio di Thuluun».
L'Ascendente udì il respiro del levantino farsi più agitato e cercò la sua mano nell'oscurità. Era più di una settimana che la temperatura corporea di Tseren era scesa a livelli normali, normali per un Drago, dunque leggermente più alta di quella di un essere umano.
«Sei davvero la persona più intelligente che conosco, Agata. Sei riuscita a mettere insieme un quadro molto più sensato di quello che ho provato a delineare io» le disse infine.
Agata sorrise, contenta di quelle parole. Tseren non si era mai fatto problemi a lodarla, ma i complimenti sul suo acume erano decisamente quelli che preferiva.
«Per un motivo che non conosco, Baya si sentiva dunque in colpa nei confronti di Xhoán; forse per non essere fuggita con lui, oppure per aver lasciato che Tumur gli facesse del male. Non so se avrebbe avuto qualche possibilità contro i suoi genitori, ma, se ci pensi, nel momento in cui ha deciso di liberarlo per fuggire, è riuscita a farlo senza troppe complicazioni» continuò la ponentina, che a lungo aveva riflettuto sulla drammatica vicenda.
«Non ho mai sentito mia madre parlare male di Xhoán. Lo rispettava profondamente. Quando terminava la settimana di Luna nuova e lui riscendeva a valle, era silenziosa e giù di morale per giorni, ma ho sempre pensato che fosse per via del legame tra Drago e Ascendente. Ha fatto di tutto affinché considerassi Xhoán come un padre, ma non ha mai confutato che il mio vero padre fosse quella bestia di Tumur. Per quanto non possa non amare mia madre, Agata, non la capirò mai e dunque non la perdonerò mai del tutto...» le confidò il ragazzo.
«Se Xhoán fosse qui, ti direbbe sicuramente che non c'è bisogno di capire, per perdonare. Non possiamo sapere cosa il male che Tumur e i suoi genitori le hanno fatto abbia scatenato in lei. Come te, ha scelto di non assumere più la forma della sua seconda natura per molti mesi e non ha mai raccontato a nessuno cosa le fosse successo nel corso dell'anno in cui era rimasta separata dal suo Ascendente. Non mi sento davvero di biasimarla, senza sapere quello che ha passato; e da come tu e Xhoán parlate di lei, voglio dare una possibilità alla donna straordinaria che ti ha cresciuto. Se anche ha commesso uno sbaglio, è riuscita comunque a trasmettere il proprio amore a te e a Xhoán. Xhoán ha sempre saputo cosa Baya provava per lui, Tseren. Come poteva ignorarlo avendo la possibilità di dimorare nel suo cuore una settimana al mese?» lo consolò ancora la ragazza.
Tseren si voltò a guardarla negli occhi e strinse un po' di più la mano che nessuno dei due aveva ritratto.
«Non voglio tenerti nascosta una parte della mia vita, Agata» proferì infine il Drago.
«E allora non farlo...» lo incoraggiò lei. «Io non ti giudicherò mai, Tseren. Lo sai, no?»
«Non si tratta solo di quello. Mi sento come se mi avessero fatto a pezzi; avessero poi fatto a pezzi ciascuno dei pezzi, ancora e ancora, e avessero infine provato a rimettere tutto insieme, senza neanche controllare se qualcosa fosse rimasto nei cassetti di qualche scienziato di passaggio. Il risultato non può che essere un'accozzaglia che non sta insieme... che rischia di sfaldarsi da un momento all'altro...» provò a spiegare Tseren, ma non era abbastanza bravo con le parole da descrivere chiaramente come si sentiva da quando avevano sperimentato sul suo corpo come su un pezzo di carne qualsiasi.
«Raccontami qualcosa, Tseren. Non come ti senti, ma esattamente cosa ti hanno fatto. So che all'inizio sarà difficile ripercorrere quei momenti, ma alla fine sentirai di esserti liberato in parte del dolore» lo incalzò dolcemente lei.
«Me ne libererò dividendolo con te, intendi. Non voglio farti piangere ancora, Agata» la interruppe.
«Quando piango non significa necessariamente che sia più triste di quando sorrido, Tseren. Ci sono lacrime e lacrime, e sorrisi e sorrisi. Vederti dilaniato tra le tue due nature e non sapere cosa ha causato ciascuna di quelle cicatrici che hai sul petto, mi fa sentire così impotente!» cercò di spiegare ancora l'Ascendente.
Tseren sospirò amaramente. «Nel momento stesso che ti hanno portata via dall'hangar, mi sono pentito della mia decisione» confessò infine.

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Il primo degli Alicanti [completata]
Fantasy{SECONDO LIBRO} Sono passati cinque anni dagli eventi drammatici che hanno separato Agata e Tseren. Il ragazzo Drago è intrappolato in una gabbia fatta di senso di colpa e odio per la sua seconda natura. L'Ascendente cerca invece vendetta nei confro...