CAPITOLO 70

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«Potrei prenderti a schiaffi, lo sai?»
«Cos'ho detto di male?»
Fabian è estremamente nervoso mentre Karol lo fissa con cipiglio.
«Cos'hai detto di male? Forse è meglio chiedere cos'hai detto di buono.» Karol si porta una matita alla bocca e la mordicchia.

Sono seduti sui gradoni della palestra; da quando Karol e Mic sono tornati insieme, dopo la festa della settimana precedente, tutto sembra essersi riavvolto: Karol segue di nuovo gli allenamenti, recupera il tempo che ha perso con Mic ed è sorprendente vedere come questo si sia lasciato andare.
Hanno discusso a lungo, e Fabian lo sa bene. Sono arrivati alla conclusione che proveranno a non importarsene più di ciò che pensa la gente, perché non vogliono sperimentare di nuovo quelle sensazioni che li hanno sopraffatti pochi mesi prima. Fabian sa anche che è più difficile per Mic, ma che sta facendo di tutto per farsi scivolare addosso i commenti e le prese in giro che, in ogni caso, sono diminuite, come passate di moda.

Fabian è contento di vedere Karol di nuovo felice, tuttavia, adesso, il problema è un altro. E questo problema possiede un nome: Colton.

Il giorno dopo la festa, Fabian e Colton sono andati al centro commerciale assieme. Colton gli ha persino comprato una felpa che tanto gli piaceva e non hanno smesso di parlare neanche per un secondo. Dopo di che, si sono sentiti per messaggio e se ne sono scambiati parecchi.
Tutto ha portato Fabian a rivalutare i propri sentimenti per Colton e a parlarne con Karol.
Per questo l'amico gli sta inveendo contro.

«Tu sei tornato con Mic, no? Quindi, perché non potrebbe succedere lo stesso tra me e Colton?»

Ecco il problema: Fabian sente che non sia mai svanito l'amore che provava, per quanto abbia sofferto, per quanto abbia pianto, il volto di Colton non fa che tornare a imprimersi nel suo cuore.

Soprattutto ora, che si sta comportando come il migliore dei ragazzi.

Non ha mai fatto cenno a volerlo sfiorare più del normale, non è mai stato ambiguo, non gli ha mai fatto intendere che volesse portarlo a letto.

«Forse perché Colton non è il ragazzo per te?» continua Karol, imperterrito.
«Lui è cambiato.»
«Ho notato anch'io che è cambiato, ciò non toglie quello che ti ha fatto.»

«Però tu hai perdonato Mic.»
«Cosa c'entra? È una questione totalmente diversa.»
«Anche lui ti ha fatto soffrire.»
«Cambiamo argomento, grazie. Torniamo a te.»

Fabian accenna un piccolo sorriso. «Non so...» sospira e si appoggia con la schiena al gradone dietro di lui. «Adesso è così dolce, mi ascolta, mi dà l'impressione di essere così fantastico.»

Boomboom. Boomboom.

Arrossisce e ingoia a vuoto.
«Lo pensavi anche prima» l'ammonisce Karol.
Il minore annuisce ed estrae un quaderno dalla cartella, cercando di porre fine a quel discorso tanto imbarazzante.

Non so cosa mi sta succedendo, ma non avrei mai immaginato di poter passare qualche ora con Colton come semplici amici.

Non c'è mai stata tra loro quella complicità, se non a letto. Le loro uscite sono sempre state diverse.
Si chiudevano in camera, o in qualsiasi altro posto potessero avere un briciolo di intimità, e si lasciavano andare alla passione. Il loro tempo insieme era addobbato di malizia e contatto fisico.


Non mi sono mai sentito così rilassato con lui come in questi giorni.

Non sa cosa Colton pensi di lui, forse sta cercando di esaudire quel piccolo desiderio che gli aveva espresso mesi prima.

Vuole essere davvero mio amico?

Si mordicchia l'interno della guancia.
«Non sperare l'impossibile» Karol gli posa una mano sulla schiena, parlando a fatica a causa della matita nella bocca. Fabian sa che non lo sta dicendo con cattiveria.

Rumore CompliceWhere stories live. Discover now