Pansy aspettava pazientemente con la Granger, in attesa che Draco si facesse vedere. Attendevano da un po' davanti all'entrata dello stadio, la partita Grifondoro contro Corvonero sarebbe iniziata dopo poco.
"Vado a prendere i posti, tu aspetta Draco, ok?" La Serpeverde si incamminò dentro lo stadio e guardò verso le tribune.
Quando vide un posto decente dove avrebbero potuto sedersi tutti e tre, iniziò a salire i gradini. Arrivata su, si sedette e guardò in basso, per vedere l'arrivo della Granger e di Draco e far loro sapere dove fosse.
Intanto si guardò intorno: la tribuna dei Grifondoro era gremita. C'erano anche le ragazzine che facevano il tifo per i rosso e oro, anche se erano ancora stranamente silenziose. Non ci fece molto caso.
Guardò i giocatori in campo che si riscaldavano: Potter, con la divisa da capitano volava dando istruzioni e, non troppo lontano, Ginny svolazzava intorno a lui, anche se in maniera non troppo evidente. Sembrava carica e sorridente.
La salutò con la mano e lei ricambiò. Cercò anche il portiere e lo vide, vicino ai pali: sembrava un po' instabile sulla scopa. Sperò di sbagliarsi.
Guardò le persone sedute sui gradini: poco più in là, vide Camille con Astoria. Camille aveva negato, quando lei l'aveva messa alle strette, che fosse Nott il padre del bambino. Ma lei aveva ancora una brutta sensazione. E la faccia della sorella le aveva fatto capire che non fosse del tutto sincera. Forse era stata un po' aggressiva? Merlino, era molto probabile che fosse stata aggressiva! Si parlava di Nott. Avere a che fare con Nott avrebbe reso aggressivo chiunque. Sospirò. Ci avrebbe provato ancora, magari con più gentilezza.
Vide Draco e la Grifondoro cercarla fra la gente e fece loro un cenno con la mano.
"Eccoci" disse la riccia.
La Serpeverde annuì, mentre loro si sedevano. La Bumb diede il via alla partita e liberò le palle. Il boccino volò subito via, leggero e dorato come la scia che lasciò. La partita iniziò, ma i Grifondoro non partirono benissimo: i Corvonero si impossessarono della pluffa e riuscirono a fare i primi dieci punti.
Il ragazzo che faceva la cronaca ebbe da ridire su come il portiere dei Grifondoro non sembrasse molto sveglio. Il rosso in questione si agitò e fece un gestaccio che per fortuna l'arbitro non vide.
Subito dopo riuscì a parare un tiro. E la pluffa cambiò campo.
Pansy osservava lo svolgimento del gioco un po' stranita: se il rosso aveva fatto quella parata, perché non era partito il coro delle ragazzine? Neanche un fuoco d'artificio, una scritta, niente di niente.
Ginny e un altro cacciatore riuscirono a segnare qualche tiro, poi la pluffa fu di nuovo presso l'area dei pali dei Grifondoro: ancora niente scritte. I Corvonero segnarono ancora.
Ma poi, dopo pochi minuti, quando ci riprovarono, Ron riuscì a parare ancora: niente di niente.
Non riuscì più a stare zitta e chiese: "Ma perché non fanno il tifo, le ragazzine? Perché non ci sono più scritte?"
La Granger alzò un sopracciglio. "Ieri Ron si è arrabbiato con loro, dicendo che lo distraevano e ha detto di non farle più" spiegò.
"Ma è una stro... una cosa stupida! Lui ha bisogno del tifo!"
Hermione sorrise. "Dici?" chiese.
"Certo. Ma è una cosa che sanno tutti!" le rispose la Parkinson, un po' agitata.
"Forse lui pensa di non averne bisogno" disse lei, continuando a sorridere.
"Forse i maschi a volte sono un po' dei troll" ribadì la Serpeverde sbuffando. La riccia ridacchiò sottovoce, era una bella cosa che lei si preoccupasse così per Ron.
Però, quando vide la Parkinson tirare fuori la bacchetta, si agitò ed esclamò: "Non puoi fare magie! È contro il regolamento".
Lei si voltò e sorrise. "Non farò magie in campo, non preoccuparti".
Tenne la bacchetta bassa e lanciò qualche incantesimo non verbale.
Subito dalla tribuna dei Grifondoro si alzò la frase in rosso e oro 'Forza Weasley sei il nostro re' che salì in cielo fino a scomparire e subito seguita dall'altra 'Il miglior portiere è rosso e oro' e da altre scritte.
Le ragazzine si guardarono l'una con l'altra sgranando gli occhi. Poi si voltarono verso il campo per vedere la reazione del portiere. Ma Ron scoppiò a ridere e alzò un braccio in segno di gratitudine. Iniziò a svolazzare e gridare incoraggiamenti alla squadra.
Quando i cacciatori di Corvonero si avvicinarono e tentarono ancora di tirare ai pali, lui riuscì a bloccarli, tutte e tre le volte. Riuscì ad afferrare la pluffa al volo durante uno dei tiri e la tribuna esplose: si alzò urlando tutta insieme, neanche Harry avesse preso il boccino.
Hermione guardò la Serpeverde, che, facendo finta di niente, continuò a osservare la partita.
Gran bella mossa, Parkinson.
Si volse verso il campo anche lei e guardò la partita.
Ginny era carica. Riusciva a lanciare occhiate a Dean e a Lydia, l'altra cacciatrice, e riuscivano a capirsi benissimo. Avevano già fatto un bel po' di gol. Si guardò intorno, e vide suo fratello pavoneggiarsi sulla scopa. O beh, almeno si era ripreso.
La tribuna era scoppiettante di lettere rosse e oro. Cercò in giro Harry e lo vide guardarsi intorno e tenere d'occhio l'altro cercatore. Riportò l'attenzione al campo e alla pluffa.
Giocarono ancora per un'ora. Aveva detto agli altri cacciatori di quel battitore che si metteva in quel punto strategico a lanciare bolidi ed, effettivamente, erano riusciti a smascherare il suo gioco e lui, Ginny era convinta si chiamasse Burrow ma non ne era sicurissima, stava cercando di cambiare strategia, quindi andava tenuto d'occhio.
Dopo altri voli e gol, Ginny si fermò a riprendere fiato. Faceva un freddo becco. Vide Dean con la pluffa, seguito da uno degli altri cacciatori e volò nella sua direzione per aiutarlo nell'impresa. Lui gliela passò e lei riuscì a fare gol.
La tribuna esplose ancora: fuochi d'artificio rossi e oro si alzarono dagli spalti. Lei alzò un braccio verso i tifosi e sentì, dietro di lei, Dean gridare il suo nome. Si voltò nella sua direzione e rimase bloccata a bocca aperta: un bolide stava arrivando, a tutta velocità, verso di lei. Verso la sua faccia. Non riuscì a muoversi. Si rese perfettamente conto di quello che stava succedendo, ma non riuscì a spostarsi.
Rimase lì, a guardarlo arrivare.
Harry vide la scena da troppo lontano per riuscire ad attirare la sua attenzione. Per fortuna Dean era più vicino e riuscì a farla voltare. Ma il sopravvissuto si spaventò ancora di più: Ginny stava guardando il bolide. Lo stava guardando avvicinarsi. Non fece niente: non volò via, non si spostò, non si chinò neanche.
Gli sembrava di vedere la scena al rallentatore. E Harry non si rese conto di essere partito a razzo nella sua direzione.
Ginny vedeva il bolide avvicinarsi sempre di più, riusciva a sentire il fruscio che emetteva. Ma non riuscì a fare nient'altro. Non sentì le esclamazioni del pubblico, né vide Harry arrivare, finché non sentì uno spintone che la spostò e vide Harry venire colpito, alla coscia, dal bolide.
Rimase a bocca aperta: il ragazzo perse stabilità e volteggiò sempre più in basso con la scopa, fino a cadere sul prato ghiacciato. Tutto lo stadio si zittì.
Si voltò verso Dean e Lydia e gridò ordini per il recupero della pluffa: solo il capitano poteva fermare il gioco, se non lo faceva l'arbitro e la Bumb non aveva dato l'ordine, quindi sperò che non perdessero troppi punti mentre andava ad assicurarsi di come stesse Harry.
Il ragazzo si era appena sdraiato sul prato con una smorfia dolorante in viso. Lei si avvicinò e cercò la professoressa Bumb con lo sguardo. Dove diavolo era quella donna? Possibile che non avesse visto?
"Stai tranquillo, Harry: adesso faccio fermare il gioco. Stai buono e andiamo in infermeria" gli disse, guardandosi intorno.
"NO!" Harry urlò e lei pensò che avesse battuto la testa. Lo guardò mentre atterrava vicino a lui. Il moro però allungò una mano velocemente verso di lei. Per un attimo ebbe paura che volesse darle uno schiaffo, tanto fu veloce il gesto. Poi lui stese il braccio dietro di lei e subito dopo alzò il pugno chiuso: dalle sue dita sbucarono due ali d'oro.
Ginny sorrise: il boccino. Sentì il fischio della Bumb e la vide atterrare vicino a loro. Subito, tutti gli altri giocatori li accerchiarono. "Signor Potter, non l'avevo vista. Sta bene?" gli chiese la strega.
"Harry ha preso il boccino, professoressa Bumb" spiegò Ginny.
Harry scosse il pugno e aprì la mano tenendo il boccino con due dita. La professoressa fischiò tre volte. La squadra scarlatta esultò verso gli spalti e la tribuna festeggiò.
Ginny si alzò e aiutò Harry ad alzarsi mentre il campo venne invaso dai tifosi.
"Tutti fuori."
Harry guardò Ginny, ancora con la divisa addosso, sulla porta degli spogliatoi maschili. Si girò verso i compagni di squadra e chiese: "Potete darci dieci minuti, per piacere?"
I ragazzi uscirono e Ron, che era rimasto per ultimo, lanciò un'occhiata strana ai due, prima di uscire.
"Perché l'hai fatto?" gli chiese Ginny appena furono soli.
Harry la guardò. Glielo stava chiedendo davvero? "Ti stava arrivando addosso" spiegò.
"È un bolide, è quello che fanno!"
"Forse dovresti ringraziarmi" disse lui, storcendo il naso.
"Sì, grazie. Ma non dovevi. Hai rischiato. Hai rischiato di farti male e di far perdere la partita alla squadra" spiegò lei.
"Beh, nessuno me l'ha fatto notare."
"Avrebbero dovuto. Sei il capitano. Dovresti avere a cuore il destino della squadra" rimarcò lei.
"Io ho a cuore il destino della squadra. Di ogni componente della squadra" disse il moro.
"Lo avresti fatto anche se ci fosse stato Dean al mio posto?" gli chiese.
Beccato, Harry! No, non avrebbe salvato l'ex della sua ragazza da un bolide, non da quando lo aveva sentito dire a Seamus che voleva invitarla a uscire con lui.
"Non potevo perdere la miglior cacciatrice che ho" si scusò ancora, ma si capiva che era una scusa.
"Io non lo direi davanti agli altri, se fossi in te" disse Ginny. Doveva averlo capito ma non voleva infierire.
"Non lo farò", la guardò e poi continuò "a dir la verità, non mi sono reso conto di quello che facevo, finché il bolide non mi ha colpito. Non mi ero accorto di esser volato fino a te, l'ho fatto e basta. E, comunque, non sono pentito di ciò che ho fatto". Sorrise "Avevo cercato quel boccino per più di un'ora. Se lo avessi saputo, mi sarei fatto colpire prima".
Lei probabilmente decise di lasciar perdere, perché annuì pensierosa. "Ti fa male?"
"Un po', ma solo se lo piego" ammise lui.
"Vado a cambiarmi e ti accompagno in infermeria, ok?" Il moro annuì.
Non voleva andare in infermeria, ma se Ginny voleva andare con lui da qualche parte, lui ci sarebbe andato.Immagine in alto: http://www.harryweb.net/modules.php?name=Game&file=viewtopic&t=17295&postdays=0&postorder=asc&start=30

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Ritorno a Hogwarts
Fanfiction(Completa) Storia vincitrice al Wattpad Pulitzer 2018 È finita la guerra. La scuola viene ricostruita e Ginny, Harry, Hermione e Ron tornano a Hogwarts per i M.A.G.O. Ma non va tutto come ci si aspetta. Hemione e Ron non sembrano fatti per stare ins...