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A.
Un pallido raggio di sole fa capolino dalla finestra, fendendo l'oscurità che riempie la stanza. I miei occhi pigri si aprono all'unisono con un lento movimento di palpebre, ancora pesanti dopo quel sonno profondo e senza sogni. Non saprei dire che ore siano, so solo che è molto presto. Come sempre, il mio orologio biologico è più preciso di una sveglia.

Mi trascino lentamente fuori dalle lenzuola ancora calde, godendomi gli ultimi attimi di tepore prima di essere inevitabilmente investita dalla mia quotidianità.
Ho un fremito quando i miei piedi nudi toccano il pavimento di marmo: nonostante sia estate, la temperatura di questa dannata lastra bianca non accenna ad aumentare; tutto il resto, invece, è soffocato da un'atmosfera torrida e intrisa di umidità...riesco a respirare a fatica.

Decido di fare una doccia prima di scendere in cucina per la colazione, la sensazione dell'acqua gelida sulla pelle lava via ogni traccia della notte appena trascorsa.
Sono sveglia adesso.

Due vispi occhi grigi mi guardano distrattamente, incorniciati da un groviglio di capelli che si appiccicano alla pelle ancora umida, mentre seguono la linea sinuosa che il collo disegna per poi cadere delicatamente sulle spalle. E' questa l'immagine che lo specchio mi restituisce. Cerco senza esito positivo di domare la mia chioma vaporosa, e osservo le guance arrossate a causa del forte sole del giorno prima. Il rossore si estende per tutto il corpo, interrotto solo dalle isole di pelle ancora bianca sul petto e sul pube. Mi guardo senza malizia, senza ombra di vanità o autocompiacimento: mi osservo e l'unica espressione sul mio viso è...disprezzo.

Gli sguardi delle persone che sento posarsi su di me ogni volta che cammino per strada, le numerose avances di uomini che rifiuto continuamente e le parole di invidia sibilate tra i falsi sorrisi della maggior parte delle donne che incontro mi hanno dato col tempo la certezza che il mio aspetto non passi inosservato. Qualcuno potrebbe dire addirittura che sono bella.
Ma no, io no...io non mi vedo più così.
I miei occhi scrutano oltre quella figura di donna nello specchio, si perdono nel loro stesso riflesso ma senza il coraggio di addentrarsi nelle profondità dei segreti che celano.
'Sorriso dolce e occhi feroci' mi ha detto qualcuno una volta. E non si sbagliava.

Indugio sull'immagine di me stessa nuda ancora per qualche secondo, poi mi infilo un largo abito di lino bianco. Il tessuto lambisce dolcemente il mio corpo, accarezzando le mie curve ma senza mostrarle. Sorrido amaramente a me stessa...sono arrossata, spettinata, senza trucco e indosso un abito informe che non rende giustizia alla mia femminilità.
Esattamente quello che voglio .

Scendo velocemente i gradini che portano al piano di sotto, e ad ogni passo assaporo la sensazione dei miei seni liberi di muoversi senza l'oppressione del reggiseno. Oscillano su e giù, avanti e dietro, prima da un lato e poi dall'altro, perfettamente coordinati, come in una danza di cui sono l'unica silenziosa spettatrice. Mi piace la sensazione di assoluta libertà fisica, per questo non indosso biancheria intima quando lavoro.

Afferro repentinamente una mela dal cesto che è sul tavolo in cucina, è troppo tardi per sedermi e fare colazione...o forse é troppo presto.
Il tempo è come bloccato da quando ho messo piede in questa casa. Anche le lancette dell'orologio che mi fissa imponente dalla parete hanno smesso di girare; tutto lì dentro è come intrappolato in una dimensione atemporale...me compresa.

Il suono della sveglia mi riporta alla realtà, la disattivo e guardo il cellulare, decidendo di non portarlo con me...non voglio distrazioni. 'Distrazioni, certo come no...' penso tra me e me; chi mai avrebbe potuto cercarmi? Do una rapida occhiata a quella casa così immobile, ma in fin dei conti anche così accogliente e sicura, e penso che dovrei proprio mettere in ordine.
'Se mia mamma vedesse le condizioni in cui tengo questo posto, mi incenerirebbe all'istante'.
Sorrido all'immagine di mia madre che sputa fuoco come un drago, ma subito dopo un sentimento di malinconia misto ad angoscia colpisce fulmineo il mio stomaco, per poi scomparire ancora più velocemente di come è arrivato.

Con la mela tra le labbra, i capelli scompigliati e senza scarpe, prendo un respiro profondo, apro la porta ed esco , decisa ad allontanarmi dai miei pensieri.
Almeno per un po'.

I fiori non crescono al buio Where stories live. Discover now