Evil comes if you call my name

109 2 0
                                    

Regola numero uno se stai correndo non rallentare. Regola numero due se stai correndo inseguito da qualcuno non voltarti indietro.
Regola numero tre se stai correndo e sei inseguito da qualcuno improvvisamente il buio  diventa il tuo alleato ...

La luce che filtra dalla grata posizionata sulla parte alta della camera mi sveglia, appena mi muovo sento una voce famigliare dirmi:« ieri sera sei di nuovo rimasta fuori fino a tardi, non sono di certo quello che ti farà la predica dato che sono io ma Hera e Thalia non ne saranno contente, cugina» capisco subito chi è come non potrei il tono sfacciato il fatto che mi abbia chiamato cugina, io e Thanatos siamo gli unici due qui che si conoscono da prima della morte della razza umana, o al meno della maggior parte di essa, Infatti quando abbiamo deciso di cambiare i nostri nomi per non essere identificati dagli "innocenti", ovvero il servizio segreto umano col compito di sterminarci, io ho preso il nome di Nyx dea della notte e lui di Thanatos deo della morte. Avevo quindici anni allora e lui qualche mese più grande e sebbene fisicamente siamo rimasti a quella età in realtà siamo sulla terra da talmente tanto tempo che se il nostro corpo fosse invecchiato con noi saremmo solo carbone per qualche camino di qualcuno di questi individui moderni.
Mi tiro su e gli faccio un sorriso:« il mio nome è Nyx nel caso te lo fossi scordato non cugina» gli passò accanto scompigliandoli tutti capelli, lui fa una smorfia di fastidio e io mi dirigo in bagno, mi sciacquo la faccia e mi guardò per un momento nel riflesso i miei capelli sono tutti scompigliati, non so perché ma fissarmi allo specchio e l'unico modo che ormai mi è rimasto per ricordare, ovviamente a parte gli incubi che ormai mi perseguitano e che in realtà perseguitano tutti nel covo, ovvero il nostro quartiere generale, casa nostra.
Noi siamo l'unico gruppo per quello che sappiamo di sopravvissuti a Chicago qui la gente comune ci chiama mezzi morti e noi li chiamiamo i finti vivi, viviamo in un vicolo situato sopra una delle linee meno usate della metropolitana, i treni qui si sentono ma noi gli usiamo come orologio, 7:00 primo treno 12:00 l'ultimo, tutti noi in teoria dovremmo rientrare per quell'ora ma io sforo sempre con l'orario la gente più interessante si incontra di notte o almeno le storie più interessanti, quando qualcuno è ubriaco non fa fatica a dirti cosa sta succedendo nella sua vita.
Mi infilo la mia maglietta nera con dei pantaloni neri strappanti i miei capelli di un colore bianco platino lunghi sopra l'ombelico li lascio sciolti e metto una felpa nera col cappuccio, mi vesto sempre di scuro nell'eventualità di dovere scappare durante la notte, esco dal bagno e vedo che mio cugino se ne è andato tiro il panello che divide camera mia, che in realtà è una specie di soppalco nella quale dorme un po' chi vuole, infatti e quasi un miracolo se in quella che dovrebbe essere camera mia non c'è nessuno.
Scendo le scale di ferro e mi trovò davanti Hera , che da quando ci siamo riuniti come gruppo ha deciso che doveva prendersi il carico di fare da mamma a tutti, una madre un po' strana se devo dirla tutta è alta un palo della luce e ha questi strani capelli viola, non che io possa dire nulla, tra l'altro lei non sa sgridare nessuno quindi tutte le volte che faccio tardi alla sera si piazza davanti alle scale quando sente che sto scendendo mi prende per il polso e mi porta da Thalia, che sebbene si sia scelta il nome della dea del umorismo quando sgrida fa al quando paura.
In fatti in meno di un minuto mi trovo davanti Thalia che inizia a sgridarmi, le voglio bene non lo nego anche quando fa così perché in parte dimostra che ci tiene. Sono al quanto abituata al fatto che lei mi sgridi perché a parte Elli e l'unica a darmi dei limiti senza loro due probabilmente sarei già morta.
Thalia si scansa e io inclino un po' la testa come una bambina e dico:« scusa» lei alza gli occhi al cielo e dice:«almeno la prossima volta che esci portami un video gioco» io metto le mani alla testa e con le due dita faccio il segno militare poi lei va sotto in quella che dovrebbe essere la sua stanza ma in questo posto è un po' tutto in comune con tutti.
Elli, che è il nome della dea delle età vecchie, si alza e mi guarda con i suoi occhi marrone scuro e mi dice:«devi sempre cacciarti nei guai tu» io quasi non la ascolto, non ascolto molto la gente quando mi rimprovera e passo subito a dirle:«vuoi venire fuori con me oggi» e lei annuisce ma aggiunge:« ma non mi costringerai a stare fuori fino a tardi, torniamo qui prima delle 12:00 sta volta» io mi giro e faccio un gesto con la mano come per dire lascia stare ma appena mi giro mi il suo coltello  si infilza nel muro vicinissimo alla mia faccia e io rimango un attimo spiazzata e poi rido e dico:«ok ok ho capito» e lei mi dice con un tono di voce molto serio:« sarà meglio per te che hai capito» poi riprende il suo coltello.
Mi infilo gli stivali e dopo aver preso lo zaino urlo:« ok noi usciamo» a quel punto Asteria dice: « È uscito anche Erebus, penso che quindi voglia venire anche tuo cugino» Asteria e molto d'aiuto al interno del covo sebbene abbia i tratti di un anima selvaggia che si è dovuta calmare col tempo la stimo molto ma in questo momento doveva veramente starare zitta infatti Thanatos spunta dicendo:« se il mio migliore amico e fuori allora vengo anch'io» io sbuffo guardando Asteria e lei si accorge di cosa a combinato e movendo la bocca senza produrre suono dice:«scusa» e allora io rido e anche lei è entrambe scoppiamo a ridere suscitando la faccia perplessa di Elli che ci fa ancora più ridere.
Quando Than e pronto usciamo, correndo per i vicoli che separano la città dal Covo

Survivors حيث تعيش القصص. اكتشف الآن