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Regola numero cinquanta due resta sveglia tutta la notte per guardare il cielo non per pensare. Regola numero cinquanta tre le bugie vengono a galla. Regola numero cinquanta quattro la verità fa male...

La macchina va veloce e i finestrini sperati fanno entrare il vento freddo che scompiglia i capelli, Hades sta guidano e il suo sguardo e concentrato sulla strada, io lo sto osservando me ne accorgo e sposto lo sguardo sulle mia mani appoggiate sulle gambe.
Artesia dice:« mi annoio» io la guardo, mio cugino a quel punto annuncia:« giochiamo a un gioco» e io dico:«non abbiamo più cinque anni un bastimento carico di non ci gioco più» lui ride e dice:«no giochiamo a obbligo o verità» io che mi ero porta in avanti per dirgli cosa pensavo dei giochi da macchina mi butto sullo schienale di dietro, Artesia molto emozionata dice:«si dai, chi inizia?» Thanatos annuncia:«io» poi si gira verso i porti dietro dato che è seduto vicino ad Hades c'è si trova la guida, ci guarda tutti con estrema attenzione e con lo sguardo di un esaminatore di vini esperto. Poi punta il dito verso Elli che batte il pugno contro la portiera e dice:«accidenti» a quel punto Thanatos chiede:"«obbligo o verità?» lei lo guarda e dice:«verità» lui ci pensa un po' su e poi chiede:« se dovessi uccidere uno di noi qua dentro chi sarebbe?» tutti fanno dei versi di apprezzamento verso la domanda è lei si guarda in giro e poi dice:« io non lo so ma dirò Hera perché è l'unica che so che non se la prenderà» Hera la guarda e poi torna a guardare fuori, sappiamo tutti che Elli ha ragione a lei non importa.
Elli guarda in giro e poi dice:«Artesia obbligo o verità» anche lei sceglie verità alla fine allora Elli le chiede:«cosa è successo veramente con i tuoi genitori?» questa è una domanda che Elli non doveva fare, Artesia non parla mai dei suoi genitori, non si sa cosa sia successo a loro si sa solo che sono morti e sebbene tutti al interno del covo abbaiamo sempre pensato che fossero morti per le bombe il tono con la quale ogni tanto Artesia ne accenna fa mettere i brividi. Così Artesia prende un bel respiro e poi dice:«le bombe erano appena esplose e tutto era in caos, ho visto il dolore dei miei genitori mentre venivano soffocati dai gas, me l'hanno chiesto loro» una lacrima cade dal suo viso chiunque non avrebbe più fatto domande ma Hera dice:«cosa ti hanno chiesto?» e lei gli risponde asciugandosi la lacrima:«mi hanno implorato di ucciderli, io ho ucciso i miei genitori» Elli dice:«sarebbe successo ugualmente» Artesia sembra non volerne più sentire e soprattutto sembra non volerne parlare proprio, allora chiede a Thanatos che chiede ad Erebus e per una buona ora e mezzo giochiamo come se non stessimo scappando ma come dei teenager in una stanza di un campus estivo.
Metto nel area  e la muovo formando tante onde, mi rilassa pensare che tra poco saremo arrivati alla nostra seconda tappa. Dobbiamo raggiungere la montagna sulla circonvallazione est della città di Nashville in Tennessee.
Hades a cui avevano fatto l'obbligo di mettersi le scarpe di Elli e tenerle per il viaggio mi guarda e mi chiede:«obbligo o verità» il suo sguardo tramite lo specchietto e di sfida e allora io accetto inconsciamente la sfida è dico:«obbligo» lui mi guarda sorridendo e sta per dire qualcosa ma in quel momento Thanatos grida:«siamo arrivati guardate e li» tutti si girano e vediamo la montagna, Artesia dice:«bene gioco finito».
La macchina sale per una strada stretta e  arriviamo su una parte rocciosa piana nel lato della montagna.
Scendo la macchina la luce del pomeriggio picchia sulla terra rossa, mettiamo i sacchiapelo per terra ma con questo caldo ci rifiutiamo di accendere un fuoco, mi Diego verso la foresta per prendere la larga e poi ci ritroviamo tutti nuovamente nello stesso punto.
Il giorno passa in fretta, mangiamo scherziamo ed esploriamo in giro senza allontanarci troppo perché il pericolo è ancora alto.

Ormai è sera mi sdraio, tutti si fanno la buona notte ma io non mi sento stanca guardo il cielo e pieno di stelle, lo fisso per mezz'ora circa e poi mi accorgo che tutti gli altri stanno dormendo, così mi siedo su una roccia abbastanza alta per osservare la valle c'è un silenzio spaventoso intorno a me e la valle e solo forests quindi le uniche luci che si vedono sono quelle della città ma in lontananza e non con tanta intensità.
Sento qualcosa mi giro e vedo Hades con una torcia in mano, io gli dico:«mi hai spaventata» lui ride e si siede vicino a me dicendo:«abbassa il volume gli altri dormono» non so se è il fatto che mi abbia detto cosa fare o che abbia riso quando gli ho detto che mi aveva spaventato ma mi infastidisco terribilmente e sbuffo girando gli occhi al cielo lui chiede:«che c'è?» io rispondo sempre più infastidita:«che sei un cretino ecco che c'è» lui mi guarda un po' dubbioso e dice:«Ok, perché mi odi tanto?» non mi aspettavo quella domanda, ma io non odio Hades non lo odio affatto gli dico:« non ti odio e se mi conoscessi meglio lo sapresti» lui replica e dice:«in questo posto sono quello che ti conosce meglio, ti conosco da quando eri piccola» quello che ha detto e vero da una parte e falsa da un altro punto di vista, io sono cambiata e lui e sparito per tanto tempo perciò gli dico:«e passato di tempo non sono più quella bambina che ero una volta sono cambiata ma tu non eri qui per vedere il cambiamento» mi alzo e faccio per andarmene ma lui si alza e mi dice:« quando dicevo che ti conoscevo era di questo che parlavo, non sei cambiata hai solo messo muri tra te e tutti gli altri e meno male che non c'ero quando e successo perché quando ti guardo vedo ancora quella che eri Kaitlin , vedo ancora la bambina felice che ballava con me alle feste di tua madre io conosco chi sei perché non c'ero e non hai potuto mettere un muro anche con me, e per questo che ti do tanto fastidio non è vero?» rimango paralizza da quelle parole, non voglio dargli ragione io sono una guerriera mi giro e dico:« ma cosa vuoi? Cosa vuoi da me adesso» gli urlo contro e lui urla più forte e mi dice:«sai quale era il tuo obbligo?» Io gli urlo:«no ma che svolo c'entra» e lui urla:« ti obbligo a baciarmi» io rimango impietrita ma devo essere l'ultima ad dire la sua, io vinco sempre quando si grida ma ora, ora mi sento come se stessi gridando senza ragione, urlando dico:«il tuo stupido gioco e finito e io non ti bacerò dicerto» a quel punto lui mi urla:«bene allora lo farò io» si avvicina a me e improvvisamente mi ritrovo con le sue labbra sulle mie, non capisco, non mi piace la situazione di non avere il controllo sulla situazione ma mi piace stare lì, così non mi stacco. Perché non mi stacco?

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