Capitolo 22

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Mi stava chiamando il mio ragazzo.

Diamine, non voglio rispondere.

Continuai a fissare il telefono che squillava.
E leggevo quel nome, mentre lo facevo un nodo alla gola mi salì.

Io devo rispondere. Voglio sapere cos'è successo.

<Si, pronto?>, domandai fredda.

<Ciao amore, come stai?>, mi chiese tranquillamente, come se non fosse successo nulla.

<Tutto bene.>, risposi seccata. Volevo finire al più presto quella conversazione.

<Che ne dici se usciamo un giorno di questi?>

<Sono in Italia, e per un pezzo non mi vedrai più.>, gli dissi, con le lacrime che mi salivano agli occhi. Stavo ripensando a ciò che ho sentito pochi giorni fa, e alla tranquillità con cui mi stava parlando.

<C...cosa? Ma che ci fai lì, non mi hai detto niente...>, mi rispose. Aveva la voce tremolante, era preoccupato e scioccato allo stesso tempo.

<Sarei venuta da te prima di partire, per farti una sorpresa. Ma me ne sono andata via, perché ho sentito che eri in compagnia. Ma era tua cugina vero? Perché ovviamente tra cugini ci si dice "ti amo", è una cosa da tutti i giorni.>, gli dissi con le lacrime che minacciavano di scendere.

<Ma non è come pensi...>, non gli lasciai finire la frase e continuai io.

<Senti Keanu, non mi prendere per il culo. Era la stessa ragazza che era con te quel giorno che ti ho chiamato perché ti avevo visto al McDonalds. Non è mai stata tua cugina, hai solo approfittato del fatto che ero perdutamente innamorata di te, e per me era impossibile che tu potessi tradirmi. Beh, forse mi sto sbagliando o forse no. Sta di fatto che io ho visto e sentito delle cose che sono sufficienti. E hai capito bene, ti amavo, ora come ora non lo so. Sappi che se ti perdonerò mai, con te sarò fredda come il marmo, una pietra. Non ti azzardare a darmi spiegazioni, non mi interessano e non le voglio sentire. Vivi la tua vita serena con "tua cugina", e cancellami.>, poi riattaccai la cornetta.

Non gli diedi il tempo di rispondere, non mi interessava, mi ha tradita. Deve ammetterlo.
Ne ha sempre approfittato, credevo che il nostro fosse vero amore, e come sempre mi sbagliavo.

Sono troppo ingenua. Devo darmi una svegliata.

Spensi il mio telefono perché non volevo sapere niente di nessuno, tantomeno di Keanu.

Mi cambiai e andai a dormire. È stata una giornata pesante, ricca di emozioni.

Fin troppe direi.

Erano circa le 9.00 della mattina quando mia zia entrò in camera, tirò le tende e mi diede un bacio sulla fronte, per poi appoggiare il vassoio con la colazione sul comodino.

<Buongiorno tesoro. Hai dormito bene?>, mi disse con voce dolce.

<Buongiorno a te zia. Sisi ho dormito molto bene, grazie>, le dissi con voce impastata dal sonno e ancora un po' addormentata.

<Ma ieri sera cos'è successo? Ho sentito che sei stata sveglia fino a tardi>

<Ah no tranquilla, stavo parlando con Keanu. Abbiamo avuto una piccola discussione>, le dissi mentre prendevo il vassoio con la colazione.

<Niente di grave spero>, disse prima di avviarsi verso la porta della camera.

<No no, un piccolo diverbio da fidanzati>, e le feci l'occhiolino.

Lei uscì dalla stanza e finii la mia colazione.
Non accesi nemmeno il telefono, non volevo affrontare questa giornata leggendo i penosi messaggi di scuse di Keanu.

Sempre se me li aveva mandati.

Scesi dal letto e andai in bagno a lavarmi il viso e i denti. E già che c'ero mi feci anche una doccia e mi lavai i capelli.
Mentre mi lavavo, stavo ripassando i brani che avrei dovuto presentare poco dopo ai casting.
Meglio ripassarli troppo, che troppo poco.

Aprii l'immenso armadio e scelsi una camicia abbastanza corta a scacchi bianchi e blu, e un paio di pantaloni bianchi, aggiunsi le mie Stan Smith e fui pronta per uscire di casa.

Salutai mia zia e questa volta decisi di incamminarmi a piedi verso gli studi, volevo vedere le strade di Roma, cosa fa la gente, le loro abitudini...

Così decisi di fermarmi in un bar a prendere qualcosa da mangiare, benché avessi fatto colazione poco fa, ma avevo già fame.

Mi sedetti in un tavolino e ordinai.

Mi stavo guardando intorno, avevo il vento che soffiava tra i miei capelli e il sole che mi riscaldava.

Guardai un attimo dentro attraverso la vetrina del bar e scorsi un volto di una persona a me nota.

I sogni non mentono maiWhere stories live. Discover now