Capitolo 55

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Ne avevo già parlato con i miei genitori e mi appoggiarono come fece Keanu.
Caricai le mie valigie, salutai tutti quanti e mi recai presso casa di Keanu.
Mi avvicinai alla soglia e in quel momento sperai vivamente che non fosse dentro casa, e quando bussai alla porta questa si aprì da sola, segno che non c'era nessuno e che per una volta la fortuna era dalla mia parte.

Raggiunsi il tavolo che era in cucina e vi poggiai sopra l'anello che mi aveva regalato pochi mesi fa  e la lettera che gli avevo scritto.
Fatto questo mi tolsi un enorme macigno dal cuore.
Era veramente finita, non potevo crederci.
Ora potevo mettermi l'anima in pace e vivere serenamente.

Salii nuovamente in macchina e sfrecciai verso l'aeroporto, dato che avevo poco tempo.
Quando arrivai feci i soliti controlli e alcuni minuti dopo aprirono gli sportelli per l'imbarco.
Mi sedetti al mio posto e mi misi le mie amate cuffiette.

Questa volta non presi sonno e mi accorsi subito del nostro arrivo all'aeroporto di Roma.
Scesi e presi le mie valigie.
Stavo per recarmi all'uscita quando vidi un volto noto.

Mi avvicinai con cautela, dato che non volevo farmi figure di merda e scambiare quella persona per un'altra.
Ma quando fui abbastanza vicina, potei dire con certezza che era...
Biondo!

Gli saltai sulle spalle e strinsi le mie braccia sul suo collo.
<Blondie, quanto mi sei mancato!>, e detto questo scesi, dandogli un bacio sulla guancia.

<Ma ciao anche a te Emmi>, mi rispose lui, cincendomi la vita con le mani.
Restammo così per alcuni minuti.
Io che lo tenevo per il collo e lui che mi teneva per la vita.
Ci guardammo negli occhi e ci baciammo.
Era da tanto che volevo farlo, ma c'era di mezzo la questione di Keanu.
Mentre adesso, sono libera. Posso fare tutto quello che mi pare, non mi frega più niente di nessuno.
Volevo solo lui.

Quando ci staccammo, sorridemmo entrambi.
Il suo era un sorriso di piacere, il mio era un sorriso di imbarazzo, perché io sono sempre stata una persona riservata e fare queste cose in pubblico mi faceva vergognare.

Salimmo su un taxi e andammo all'albergo.
Durante il viaggio Biondo mi disse:
<Questa sera organizzo una festa, dato che domani compio gli anni. Vieni>

<Ah si certamente, grazie per l'invito>, gli risposi.

<Non era una richiesta, era più un ordine, un'affermazione. E mi raccomando, fatti bella eh>, mi disse prima di farmi l'occhiolino e scendere dall'auto.

Lo salutai, presi le mie valigie e mi recai in camera.
Ero veramente esausta e avevo bisogno di silenzio e di dormire.
Fortunatamente le mie compagne di stanza non erano ancora arrivate, così potei fare tutto con calma e infilarmi sotto le coperte.

Dormii fino alle 17.00, o meglio, fino a quando il trambusto che c'era in corridoio non mi svegliò.
C'erano Lauren, Valentina, Daniele e Zic, che parlavano e ridevano come non mai.

Ero ancora frastornata e il rumore delle loro risate mi faceva uscire di testa.
<Sticazzi ragazzi, potete fare più piano? Mi sta esplodendo la testa>, gli urlai, anzi li pregai, mettendomi le mani sulle tempie.

Nemmeno il tempo di finire la frase che mi trovai addosso sia Lauren che Valentina.
Non la smettevano di abbracciarmi e di dirmi quanto erano contente di vedermi. Io le avrei volute strozzare, ma sorvoliamo.

Entrammo tutte in camera e ci andammo a lavare per prepararci per la festa.
Io indossai un vestito rosso con le spalline, che avevo comprato la settimana scorsa a Malta.
Lauren indossò un vestito blu, lungo fino alla caviglia, e Valentina un vestito con dei fiori rosa, molto grazioso.

Stavamo prendendo le ultime cose, quando sentimmo bussare alla porta.
Quando la aprimmo rimanemmo sbalordite.

I sogni non mentono maiWhere stories live. Discover now