ー capitolo 2

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BeastBoy.

Il ragazzo giocava contro il suo migliore amico robotico, con il proprio joystick personalizzato da figurine precedentemente comprate per scherzo, e Terra alla sua sinistra, che lo incitava in diverse mosse e combo ridendo divertita per l'alto livello di tensione che la partita aveva preso.

Gli altri tre membri della squadra, occupati in una discussione su alcuni upgrade nella torre, sedevano attorno al tavolo, condividendo un pacco di snack tra di loro. Il ragazzo meraviglia rise distratto dai suoi compagni che mettevano tanta competizione in una tale sciocchezza, ma riprese subito dopo ad indicare alla tamariana come un distributore di mostarda fosse alquanto futile per la T-Tower, mentre quest'ultima con un bel faccino intristito era quasi sul punto di convincere Robin, ottenendo il roteamento di un paio di occhi color zaffiro.

Cyborg esaltò nel vedere il suo punteggio sorvolare quello di Beast Boy, che disperatamente si buttò tra le braccia della bionda in cerca di conforto per l'ennesima sconfitta. Non aveva idea di come l'uomo cibernetico riuscisse ogni volta a batterlo, pensò di essere completamente negato persino per quello.

A volte, nei momenti più intrisi di buio, si chiedeva come avesse fatto a trovare persone che lo accettassero per quello che era. E beh onestamente non era chissà cosa, pensò cupo il mutaforma. Era pigro, troppo scherzoso, senza talenti e con una perenne confusione che gli mordeva anche una fame fuori dal comune.
Certo, non sapeva come le sue indecisioni e la fame avessero un legame, a quello avrebbe pensato in un secondo momento.

Sentì lo sguardo preoccupato della ragazza, per via della propria improvvisa espressione cupa. Beast Boy ci mise qualche secondo per realizzare e scosse la testa, ritornando ad un normale sorriso, ricambiato all'istante.

⋞Sicuro che vada tutto bene?⋟

Chiese Terra, inclinando la testa in modo che la sua tempia fosse a contatto con la sua spalla.
Un'amorevole abbraccio ed un bacio sulla fronte riuscirono a schiarire le sue idee.

⋞Niente di che, stavo solo pensando come stracciare Cyborg.⋟

Rispose ghignando nel sentire le proteste di quest'ultimo.

Si alzò dal divano. Una strana, orribile sensazione lo stava soffocando.

⋞Io vado a dormire.⋟

Si giustificò, mentre procedeva verso l'uscita.

⋞Ma amico Beast Boy-⋟

Protestò Starfire mentre si dirigeva in volo verso di lui, un'espressione incuriosita dominava sul suo volto.

⋞-sono soltanto le cinque del pomeriggio!⋟

Continuò, arrivando anche nel preoccuparsi di un probabile malessere nel suo compagno di squadra.

Garfield la ignorò ed uscì.

Robin

Osservò la vicenda infastidito dal comportamento del mutaforma, cercando di rispondere alle continue domande della tamariana che persisteva di andare a parlare con il ragazzo. Si voltò verso Raven, era abbastanza ovvio che avesse un'espressione pentita. Ma per cosa?

⋞Andrò io, Star.⋟

Disse Terra alzandosi dal suo posto, seguita da Cyborg. La ragazza si girò verso il cibernetico con un'espressione dura.

⋞Non pensarci nemmeno. Sono il suo migliore amico, non lo lascio di certo in quello stato!⋟

Reagì quest'ultimo, portando la mano sul petto, un leggero tintinnio metallico attraversò tutta la stanza al contatto delle parti robotiche. La geocinese lasciò trapelare un sospiro, annuendogli, e varcarono la soglia insieme.

Il ragazzo meraviglia si voltò verso le due, era abbastanza evidente una certa tensione nella sua compagna dai capelli corvini. Evitò di essere troppo diretto, motivo per cui domandò in generale.

⋞Sapete cosa gli è successo?⋟

⋞No ne ho idea amico Robin, magari ha la febbre o un malessere?⋟

Starfire era seduta in modo svogliato, come convinta che tra un momento all'altro qualcuno avrebbe chiamato il suo nome e lei sarebbe scattata all'istante.

⋞Dubito che sia qualcosa di fisico.⋟

Spiegò, per poi rivolgersi verso l'ultima presente.

⋞Tu ne sai qualcosa Raven?⋟

Nessuna risposta.

⋞Magari è una delle tue emozioni, come è successo con la tua paura, più le comprimi e più-⋟

L'interpellata si alzò in piedi, afferrando la tazza color porpora alla propria sinistra, ancora quasi piena e debolmente fumante. Fece un educato chino del capo come saluto.

⋞Mi ritiro nelle mie stanze.⋟

Concluse apaticamente, uscendo dalla main operations room.

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ʟᴇᴛ ᴅᴏᴡɴWhere stories live. Discover now