War of hearts [Ruelle]

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Non sapeva quanto cacchio lo amassi. Parte uno.
Rating: arancione
Trama: dove Tony e Steve sono innamorati ma non lo sanno.
Note: possiamo considerarla una traduzione: l'avevo scritta inizialmente in inglese (che è la mia lingua madre lol) e l'avevo pubblicata in inglese su un altro profilo.
Poi mi hanno copiato la trama.
E quindi eccomi qui con la traduzione perchè sull'altro profilo non posso pubblicarla a meno che non voglia essere bannata da EFP.
Aggiornamento: la tipa l'ha pubblicata anche qua su wattpad in inglese.
Sono tipo cinque partí comunque
Word count: 1204

Steve Rogers aveva un problema. Uno veramente grande. Si era innamorato di Anthony Edward Stark.

Più di un anno prima era avvenuta l'invasione. Steve si era appena svegliato dal ghiaccio, in un'epoca diversa, ed era stato gettato in un gruppo di supereroi. Aveva incontrato il figlio di Hodward. E non erano andati d'accordo.
Si mostrava arrogante, vanitoso, egocentrico...  e solo... era solo straordinariamente bello.
Oh si. Era proprio quello. Steve aveva sempre avuto quelle stupide sensazioni, prima Bucky, poi Tony. No, non Tony, Signor Stark. Doveva cercare di tenere le distanze. Non voleva che il suo stupido, idiota e scellerato cervello si fottesse a furia di crearsi film mentali.
Ma questo era solo l'inizio. Da quel momento tutto il team si era trasferito nella Stark Tower, e erano fin troppo vicini.

Avevano vinto tante battaglie insieme, alcune più facili di altre. Avevano spento ore affianco al letto dell'altro dopo un infortunio, e giorni rannicchiati sul divano a guardare film.

Steve aveva anche imparato che essere gay non è sbagliato. Non ti fa diventare una persona orribile. Non è disgustoso. Non è più illegale in moltissimi stati.

Il cervello di Steve non era sbagliato. Lui non era malato.
Era stato abbastanza piacevole scoprire ciò.

Molto presto lui e Tony divennero sempre più amici. Avrebbe voluto accontentarsi di stare seduto in un angolo del suo laboratorio e disegnare mentre l'altro uomo lavorava alle sue magie.
Avrebbe voluto accontentarsi di portargli il pranzo e di sollecitarlo a mangiare.
Posargli gentilmente una coperta sopra le spalle quando si addormentava sul divano.
Ma non bastava.

E Tony, oh Tony spesso gli insegnava come usare tutti quegli aggeggi tecnologici.
Lo scienziato gli aveva progettato un telefono che si adattasse alle richieste di Steve, ed era stato particolarmente contento quando il biondo gli aveva fatto una torta in cambio.

Ma niente di questo aveva risolto il suo problema.
Perchè Tony era perfetto. Poteva sembrare duro dall'esterno, ma era tutto falso, una maschera da tenere in pubblico. Era gentile e premuroso. Cercava in tutti i modi di accontentare tutti e di fare in modo che avessero sempre di più.
Metteva tutto se' stesso per  proteggere gli altri.

Era divertente e bello.

Ricco e bravo a letto.

Tutte le ragioni per cui tutto il pianeta avrebbe voluto stare con lui. Anche se solo per una notte.

Steve non voleva solo una notte. Ma sapeva che le cose erano cambiate molto. E non era poi sbagliato avere una storia da una notte.

Era tutto ciò che Tony aveva sempre fatto prima e dopo la sua piccola relazione con Pepper.

E se questo era tutto ciò che Tony gli poteva offrire, sarebbe stato abbastanza per Steve.

Un giorno Tony era a casa quasi del tutto ubriaco, e Steve aveva colto la palla al balzo. A discapito di quanto pensavano gli altri, non era un piccolo ragazzo vergognoso e vergine.

Era stato fantastico e Steve lo aveva adorato.
E si era sentito in colpa, tremendamente.

Essere cosí vicino all'uomo del quale si era innamorato gli faceva credere che stessero insieme.

Cosí, quando Tony si era addormentato non tanto dopo il rapporto, era rimasto a guardarlo per un momento.

Avrebbe potuto abbandonarsi nelle braccia dell'altro, chiudere gli occhi e immaginare di dormire sempre cosí.

Ma dopo un po' aveva dovuto guardare in faccia la realtà.
Tony non avrebbe mai voluto questo. Specialmente non da lui. Steve era innamorato e voleva una relazione stabile, mentre Tony assolutamente no.
Era solo uno stupido ragazzino anni quaranta di Brooklyn che aveva dormito con il suo migliore amico che era ubriaco.
Era una persona orribile.
E dopo questo, dopo qualche altro momento di meravigliose illusione, aveva lasciato la stanza.

Aveva cercato con calma i suoi pantaloni e aveva raccattato i suoi vestiti.
Si era fermato sullo stipite della porta e si era voltato per osservare un'ultima volta l'uomo addormentato nel letto ed era tornato in camera sua.
Si era buttato nel suo letto e non aveva lasciato cadere alcuna lacrima prima di affondare il suo volto nel freddo cuscino.
E c'era un'altra cosa.
Tony sarebbe andato avanti, ricordandosi di questo come un'altra notte divertente. Se se lo sarebbe ricordato.
Poi accadde di nuovo.
La battaglia era stata terribile.
Si era protratta per ore. Erano esausti. Entrambi erano molto lontani da essere in salute, sia mentale che fisica.
Pompati dall'adrenalina erano finiti un'altra volta a letto insieme.
E di nuovo Steve era scappato.
Senza preoccuparsi di informare Tony.
Si era buttato d nuovo nel suo freddo letto e aveva capito una cosa.
Dopo una battaglia quando uno dei due non sarebbe ritornato a casa, avrebbero finito di andare a letto insieme.
O nello sgabuzzino, o nella sala delle conferenze vuota.
E dopo tutto questo avevano preteso di non ricordarsi nulla e di ritornare a comportarsi come semplici amici.
Steve non era felice.
E questo lo faceva sentire egoista.
Aveva fantastici amici, il più meraviglioso dei migliori amici, e i primi non condividevano il letto con lui.
Ma si sentiva solo cosí abbattuto. Steve era sicuro di ció. Se solo avesse voluto avrebbe potuto prendere chiunque volesse.
Qualcuno con cui uscire e a cui comprare delle rose. Qualcuno con cui passare delle pigre mattinate dopo aver fatto colazione. Qualcuno con cui scambiare dolci baci davanti alla Tv.
Tony non voleva questo. Steve ne era sicuro. Aveva solo bisogno di assimilarlo.
Per farla breve, Steve credeva di averlo accettato e cercava solo di essere felice.
Tutto andava /bene/... prima dell'incidente del sacco da Boxe.
Tony era appena collassato sopra di lui, lo aveva appena spostato su un lato.
Quella notte lo aveva spaventato moltissimo, erano subentrate tante emozioni quanto mai era accaduto prima di allora.
Dalla parte di Steve sicuramente.

Gli era servita molta forza di volontá per andarsene.
Il sole stava per sorgere quando era uscito da sotto le coperte.
Si sentiva malissimo, cosí aveva deciso di scendere in palestra per prendere a pugni qualcosa, per cercare di scaricare la tensione.
Non aveva funzionato.
Aveva tirato fuori dalla borsa una una foto di Tony. Ne portava sempre una con se'.
Era patetico cosí. Si era seduto sul pavimento e aveva messo la foto sul sacco. E prima che se ne accorgesse lo stava abbracciando.

Era triste e si sentiva cosí imbarazzato. Ma poteva immaginare di star abbracciando Tony.
Poi il sacco si era rotto e la sabbia era uscita dal sacco.
Cacchio.
Alcune volte odiava veramente tanto la sua superforza.
Qualcuno nel frattempo stava scendendo le scale.
Velocemente aveva preso le sue cose ed era corso via dall'altra porta.
Solo quando si stava dando una ripulita sotto l'acqua calda della doccia che si rese conto di una cosa.
La foto era ancora attaccata al sacco.

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