Cap 40

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Quel bacio l'aveva segnata. Se prima sapeva di provare dei sentimenti per Roy, ora ne era completamente certa. Quel ragazzo così bello, dolce e incredibilmente forte le era sempre stato accanto, sin dal primo momento. E proprio sin dalla prima volta in cui i loro occhi si erano incrociati lei aveva sentito una forte scarica di adrenalina. C'era stata sin da subito una scintilla, che piano piano si era trasformata in un fuoco ardente di passione. Lara era certa di amarlo, e quella certezza la disarmava. Si sentiva vulnerabile, debole e spaventata. Sì, spaventata, perché aveva tanta paura di perderlo. Sapeva che lui le avrebbe perdonato tutto, l'avrebbe sorretta, le avrebbe mostrato la retta via. Ma lei aveva tanta paura di sbagliare e allontanarlo. Specialmente ora che aveva finalmente compreso quanto importante fosse per lei. Se lui fosse andato via, se si fosse reso conto del mostro che Lara poteva diventare, lei non avrebbe saputo come fare. Lui era ciò che più assomigliava alla sua ancora personale.
Se se ne fosse andato lei sarebbe affondata.
Se l'avesse perso, si sarebbe persa. 
Si guardarono intensamente negli occhi, mentre gli angoli della bocca di lui si curvavano in un sorriso. Quella chimica che c'era tra loro era palpabile, e per più di un minuto tutto attorno a loro era invisibile, poco importante, insignificante. Per un piccolo attimo la crudeltà di Lara era stata messa in secondo piano, soppiantata da quell'amore tanto forte da far tremare la terra, quasi come fosse un terremoto. 

"Credo di amarti" sussurrò lei, dal nulla, consapevole di essersi esposta ad un rischio. E se non fosse stata ricambiata? Ma gli occhi non mentivano, e in quegli occhi c'era niente più che la verità.

"Io ti amo" rispose lui, sicuro, invadendo le sue incertezze, annullandole. Un sorriso, uno sguardo, un altro bacio. Poi lei si girò e la tristezza tornò sul suo viso. Era un mostro. "Hey" disse lui, voltandola per poterla guardare negli occhi "ti prometto che andrà tutto bene, risolveremo tutto" lei lo guardò spaventata, incerta, con una tristezza infinita in quegli occhi color smeraldo "te lo prometto". E quelle parole tanto illusorie, quanto veritiere le infusero sicurezza e qualcos'altro che assomigliava alla pace. 
Si alzarono dalla neve fredda che aveva bagnato loro i vestiti e finalmente Lara guardò Claire. Lei era ciò che più si avvicinava al concetto di migliore amica, l'aveva accolta e aiutata. Pensare di averla delusa le faceva male. 

"Mi dispiace tanto" disse piano Lara con gli occhi pieni di lacrime. Claire si addolcì, incapace di restare arrabbiata con lei a lungo. Allargò le braccia, invitandola ad abbracciarla. E così lei corse, si abbracciarono. 

"Mi sei mancata" Anche Claire aveva la voce rotta. Poi la scostò di poco per guardarla fissa negli occhi "però ora devi dirci cosa è successo" il tono di voce era fermo, sicuro. Stavolta non si sarebbe potuta tirare indietro, così abbassò lo sguardo colmo di vergogna e annuì, iniziando a raccontare.

                                                                       

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Si sentiva più leggera, ora, dopo aver aperto il suo cuore, dopo aver tirato fuori tutta quella rabbia quell'indecisione e quella sensazione di potere che le invadeva il corpo. Qualcosa però, continuava a contorcersi dentro di lei, qualcosa di oscuro e malvagio, e non sapeva come azzittirlo. Non ne parlò con nessun altro, se lo tenne per sé. Era qualcosa di troppo profondo da esternare, sentiva con forza sempre crescente che apparteneva a lei. Non lo avrebbe condiviso, avrebbe solo cercato di tenerlo a bada, come le consigliava Claire di fare. 

La giovane strega aveva ascoltato tutto con interesse, senza giudicare l'amica. Quando ebbe finito, fece scivolare lo sguardo su tutto il disastro che si espandeva tutt'attorno a loro. Le si contorse lo stomaco, ma si costrinse a ragionare. Doveva trovare una soluzione: Lara non era un'assassina, almeno, non la Lara che conoscevano. Doveva trovare un modo per risvegliare i dormienti, ed Aharon. Lui le incuteva un terrore assoluto, soprattutto in quelle spoglie. Intrappolato in un ghiaccio solido, eterno, gli occhi ancora fissi sul vuoto, con quella nota sornione in volto. Lara era davvero potente, molto più di quanto tutti pensassero. Quel risveglio improvviso la sconvolse particolarmente. Non era assolutamente una viaggiatrice, non totalmente al meno. Lei era una strega, come lei, ma più potente. Quel tipo di magia non le apparteneva, mentre Claire praticava magia pura, buona, bianca... quella era magia nera. Era alimentata dalla rabbia, dal dolore. Dalla negatività pura. Quella crudeltà che continuava ad aggirarsi indisturbata tra i corpi semi-congelati della vallata. Molti orrori e crimini erano stati commessi, da sempre, da milioni di creature diverse. Ma questo... questo era un terribile spettacolo, per certi versi nuovo. Non si trattava di un solo tipo di magia; era un incrocio di diversi incantesimi magici, potentissimi. Era riuscita ad assoggettare le ombre. Un'evocazione del genere già di per sé richiedeva moltissima energia, ma addirittura crearne un intero esercito... era raccapricciante. Le vennero i brividi. Doveva contattare il Consiglio, solo in questo modo sarebbe riuscita, forse, a trovare una soluzione. Ma sapeva anche che questo avrebbe incastrato Lara. Sarebbe stata imprigionata, tenuta sotto guardia, e non credeva che questa potesse essere la soluzione migliore. Eppure, sembrava non avere scelta. Doveva tornare a casa per stabilire una connessione stabile, lo sapeva bene, ma non poteva farlo. Non poteva abbandonare la vallata, o peggio ancora gli altri. Si distanziò un po' dagli altri e si appoggio al tronco di un albero secolare, cercando di assorbire da esso ulteriore energia. Questa, gli venne resa, benevolmente. Chiuse gli occhi e si concentrò. Svuotò la mente da tutto ciò che era inutile e si concentrò solo sulla sua chiamata d'aiuto. Dopo poco, sentì la voce delle altre e aprì gli occhi guardando con sguardo vuoto un'altra dimensione, completamente invisibile e irraggiungibile dagli altri. 

"Claire" la chiamò la voce pacata della nonna, improvvisamente vicina.

"Nonna... abbiamo un problema." iniziò lei titubante, non sapendo come comunicare l'accaduto al sommo Consiglio delle Streghe. 

"C'entra la viaggiatrice?" chiese ansiosamente una delle streghe superiori. Ci fu una lunga pausa, prima di rispondere Claire inghiottì a fatica il groppo che aveva in gola.

"Si." Incapace di tradurre a parole quello che avrebbe voluto dire si limitò a mostrare alle streghe quanto accaduto, lasciando che il terrore si dipingesse sui loro volti e l'agonia più assoluta s'impossessasse delle loro voci. 


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