23. Behind

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Restai per qualche secondo impalata in mezzo alla sala a guardare le persone che mi passavano davanti.
Mi tolsi la maschera e la guardai per un secondo, poi la buttai a terra e cominciai a seguire Jin.
Se ha trovato qualcuno di pericoloso devo aiutarlo.
Anche se lo avevo perso tra gli invitati, sapevo perfettamente in che direzione era andato.
Corsi verso quel punto facendomi spazio tra le persone.
Dietro di me sentii qualcuno urlare il mio nome.
Mi girai per un attimo e vidi Jimin. Mi fissava con un espressione interrogativa.
Non adesso! Non posso fermarmi.
Non mi fermai: lo guardai con un'espressione dispiaciuta e continuai.
Era difficile farsi spazio fra tutte quelle persone, ma ci misi tutta la volontà possibile: ogni volta che superavo una persona ne incontravo un'altra e così di continuo, fino a quando non arrivai ad una porta ad un lato della sala.
La aprii velocemente ed entrai. Mi ritrovai in un lungo corridoio e in fondo vidi Jin che usciva.
-Jin!- urlai.
Ricominciai a correre ancora più veloce di prima ma sarei potuta cadere da un momento all'altro a causa del vestito. Mi fermai per un attimo e strappai tutto il bordo inferiore.
Ottocentomila won erano appenda andati a quel paese.
Buttai il pezzo di tessuto in un angolo e continuai.
Non ho la pistola con me, non ho nulla, dannazione!
Il corridoio sembrava allungarsi ad ogni passo che facevo, colpa del fatto che volevo arrivare a quella porta il prima possibile.
Ti prego, dimmi che lo trovo, dimmi che è dietro quella porta.
Allungai il passo e non appena la raggiunsi la aprii il prima possibile.
Mi ritrovai in una stanza antica dalle pareti dipinte di azzurro (la stanza di Blood, sweat and tears).
Jin non c'era.
Mi guardai intorno. In fondo alla stanza c'erano due archi coperti da tende rosa che conducevano in due direzioni diverse.
Sospirai.
E ora da che parte vado?
Mi avvicinai, superando un divano settecentesco poggiato sopra un lungo tappeto dal colore chiaro e mi poggiai su di esso. Le uniche luci che illuminavano la stanza erano quelle che filtravano dalle grosse finestre, dai due candelabri che giacevano a terra ai lati del divano e da una insegna luminosa che diceva "The temple" appesa in mezzo alle due uscite.
Che faccio? Se vado dalla parte sbagliata non lo raggiungo più...
perché devono comportarsi in questo modo così strano? Cosa diavolo stanno nascondendo?
Mi diressi verso l'uscita di destra. Spostai di poco la tenda rosa e guardai all'interno. C'era un'altra stanza, molto simile a quella in cui mi trovavo.
No, non può essere di qua.
La lasciai e andai verso quella di sinistra.
Guardando per terra vidi qualcosa di bianco: era un bottone. Lo presi e notai che aveva ancora i fili attaccati.
È un bottone della sua camicia.
Mi ha aiutato...
Spostai la tenda e ricominciai a correre.
Mi aspettava un'altro corridoio da percorrere.

***

Jimin rimase immobile fino a quando Jo non sparì tra gli invitati, poi si voltò e chiamò Namjoon.
-Jo se n'è andata- disse.
L'altro lo guardò con uno sguardo interrogativo.
-Dove?- chiese.
-Non lo so, ma mi sembra di averla vista scappare dopo che Jin è sparito-.
-Cosa?- chiese una terza voce.
Jungkook si avvicinò velocemente ai due. -Jin è sparito?-.
-Non l'ho più visto- ripose Jimin.
Jungkook si girò verso di Hoseok che era dietro di lui.
-Hai avuto la tua riposta, Jungkook- disse.
Il compagno si tolse la maschera.
-Dov'è andata?- chiese a Jimin.
Lui fece un mezzo giro e indicò il fondo della sala. Non appena lo fece vide Jungkook correre verso quella direzione.

***

Dopo aver percorso tutto il corridoio mi ritrovai a salire sulle scale.
Mi sporsi e guardai verso l'alto: il lato positivo era che avevo visto Jin, quello negativo dovevo salire un centinaio di scalini.
Sospirai.
È già tanto se arrivo viva fino in fondo...
Cominciai a salirli senza pensarci due volte.
Se all'inizio li salivo velocemente, verso metà già non avevo più fiato.
Dai gambe, non mollatemi adesso.
Di tanto in tanto mi sporgevo per vedere se Jin stava ancora salendo le scale o se era sparito. Ogni volta avevo paura che si verificasse la seconda. E ogni volta vedevo con sollievo la sua mano che slittava sulla ringhiera di ferro.
Ma dove diamine sta andando?
Di questo passo arriveremo sul tetto.
A quelle parole già mi immaginavo qualcuno cadere....
La maggior parte delle volte quando uno va su un tetto è per buttarsi. O per buttare qualcun altro.
Cominciai a salire ancora più veloce, saltando i gradini a due a due.
Jin era da solo e disarmato, non vedevo molto bene il fatto di essere in un luogo aperto e alto senza potersi difendere.
Fidati di lui, sa quello che fa continuavo a ripetermi.
Non ci riuscivo.
Continuavo ad immaginare solo brutte cose.
Cosa faccio se cade? Se l'altro è armato?
Mi prese l'ansia.
Facevo fatica a respirare e mi si era formato un groppo in gola.
Mi fermai, non riuscivo più a muovermi.
Mi poggiai alla ringhiera con tutto il peso e guardai in alto.
-Jin!- urlai. -Ti prego, fermati!-.
Non lo avrei mai raggiunto, era troppo avanti.
Non mi rispose, sentii solo una porta aprirsi e poi sbattere.
Mi vennero le lacrime agli occhi.
Qualche secondo dopo la porta si aprì di nuovo.
In quel momento mi venne in mente di cercare gli altri.
Ci ripensai subito: tra il tempo di scendere, di chiamarli e di salire sarebbe passato troppo tempo.
Feci un grosso respiro e mi rialzai.
Cominciai a risalire più in fretta che potevo.
Ad ogni scalino che facevo la vista mi si annebbiava sempre di più.
Continuai lo stesso.
Non adesso, ti prego non adesso.
Era il momento peggiore per prendere le pillole.
Certo che potevo avere questi attacchi di mattina e non di sera...
Quando arrivai alla porta già non riuscivo più a vedere chiaramente.
La aprii e mi ritrovai sul tetto dell'edificio.
Una folata di vento mi fece ondeggiare.
Non riesci nemmeno a stare in piedi.
Mi venne da ridere.
E risi, come se la situazione non fosse abbastanza problematica.
-Jiiin- chiamai. -Jiin, dove seei?-.
Sembravo ubriaca.
Perché parlo così? Non è mai successo.
Mi guardai intorno e vidi Jin.
Non che riuscissi a vedere molto bene, ma mi sembrò che oltre a lui ci fosse anche qualcun'altro.
Mi avvicinai.
Chi? Chi è quello? È l'uomo... quale? L'uomo che stava seguendo? Anche tu...
La vista continuava ad offuscarsi: ora vedevo tutto circondato da una nebbia nera.
-Jin...- lo chiamai.
E caddi a terra in ginocchio.
Non appena mi vide venne subito da me.
-Jo, stai bene?- chiese, guardandomi.
Lo vedevo distorto, sembrava fatto d'acqua.
-Ehm... credo di sì... no- strascicai.
Mi prese per le braccia e mi alzò, facendomi poggiare a lui.
-Riesci a stare in piedi?- chiese.
Annuii.
-Mi lasci così Jin?- chiese una terza voce. -Mi hai seguito fino a qui e adesso te ne vai? Non dovevi parlarmi?-.
-Non devo dirti nulla- rispose lui con disprezzo.
Mi voltai a guardarlo.
Mi venne di nuovo da ridere: sembrava l'incappucciato che mi aveva rinchiusa in quella stanza.
-Perché lui è qui?- chiesi.
-Perché Jin mi deve dire qualcosa- rispose l'uomo al suo posto.
-Non devo dirti nulla- ripetè Jin. -Non sono io quello che deve parlare-.
Mi prese e cominciammo a dirigerci verso la porta.
In quel momento la vidi spalancarsi e sbucare Jungkook.
-Guarda... sbuca sempre lui quando sono con te- dissi, ridendo.
Perché l'ho detto?
Perché è vero...
Ma non volevo dirlo.
Jungkook fissò Jin per qualche secondo poi guardò sopra la sua spalla.
-Sei venuto?- chiese all'uomo, spingendo Jin di lato.
Intanto erano arrivati anche gli altri.
Sei venuto? Stavano aspettando lui? Ma allora...
-Sai Kookie ci sono persone innocenti e persone colpevoli: tu non sai distinguerle- disse a Jungkook.
Io intanto mi ero soffermata sul fatto che lo avesse chiamato Kookie.
Questi due si conoscono.
-Ma tralasciando i dettagli... è da tanto che non ci si vede. Mi siete mancati-.
Tutti si conoscono.
-Vi conoscete?- chiesi.
-Amicizie sbagliate- mormorò Yoongi. -Diciamo che siamo conoscenti-.
-Quando smetterai di nasconderti?- chiese Taehyung, facendosi spazio fra gli altri.
Non lo avevo nemmeno visto.
L'uomo rise e allargò le braccia.
-Non mi vedi? Sono qui davanti ai tuoi occhi, oppure fai finta che non ci sia?- chiese.
Taehyung rise e fece un passo in avanti.
L'uomo si mosse subito, salendo sul bordo del palazzo.
-Ora si butta- dicemmo io e Yoongi contemporaneamente.
Vedi, cosa avevo detto? Le persone vanno sul tetto per buttarsi.
Non era normale che la situazione mi divertisse, ma non sapevo che cosa mi prendesse.
-Fermo- disse l'uomo, mettendo una mano davanti.
Si avvicinò ancora di più al bordo.
Come risposta anche Taehyung si mosse di un passo.
-Stare rinchiuso ti ha dato alla testa- disse. -Non avrai intenzione di buttarti?-.
Ma in realtà lo stai sfidando, se no perché continui ad avvicinarti?
L'uomo fissò Jin.
-Jeojileun (colpevole)- disse.
Fece ancora un passo indietro finendo esattamente al limite del bordo.
Lo vidi inarcare la schiena e buttare tutto il peso all'indietro, cadendo dal palazzo.
Spalancai gli occhi.
Lo ha fatto davvero?
Mi staccai da Jin e andai fino al bordo del tetto. Quando mi sporsi però non vidi nulla.
Niente.
Non c'erano appigli dove potersi appendere o comunque rallentare la caduta. In fondo si vedevano solo le macchine che continuavano ad andare avanti e indietro, così come le persone. Non mi sembrò di sentire urlare alla vista di un cadavere... semplicemente perché non c'era.
In qualche modo era riuscito a salvarsi e a sparire.

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