L'altra volta

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 Un breve testo per sbloccare la mancata capacità di scrivere le mie ansie.

L'altra volta ho deciso di fare un gioco con me stessa; divertente, energico e del tutto disinteressato. Ho proprio voluto farlo, questo gioco. Mi son seduta, ho accavallato le gambe e fran, si è rotto tutto.

Fran, ho controllato e contato tutte le attività cominciate e mai terminate, le delusione e fran, - copiando Novecento, alquanto spudoratamente - fran, dicevo, le volte in cui ho pensato di essere stata all'altezza ed invece, fran, ho ceduto in maniera piuttosto miserabile.

Fran fran fran fran. Ho cominciato tante storie, le ho portate avanti per un po', le ho sviluppate -- ne ero dannatamente soddisfatta. Poi ho riletto o qualcuno ha letto o io ho preso una posizione nel mio assolutismo mediocre e le mie creazioni sono diventate merda pura. Che lo siano? Certo, tutto è probabile. Vivo in un mondo di miti ipocriti, di ragazze bellissime e di un ragazzo al quale ho affidato il mio cuore e lo calpesta sempre di più e FRAN. Diventa insopportabile il considerare l'insoddisfazione che aleggia sulla mia esistenza e fran, ho contato ciascuna delle volte in cui ho riposto delle illusioni nell'anticamera del mio cranio e fran: le ho sfasciate pezzo per pezzo. Ho smantellato ogni singolo desiderio e ho represso le emozioni positive, circondando di negatività le mie scarne e poche consapevolezze.

Normalmente, poi, si scriverebbe prima poche e poi scarne, ma in questi giorni ho anche deciso di non essere più in grado di produrre. Ed allora fran, ecco come reagire all'adolescenza. Chiudersi in casa e leggere il Grande Gatsby --- balleranno e si ubriacheranno per te e fran, scegli cosa meglio ti si addice, perché quel che hai avuto fino ad ora non è più tua eccellenza.

E fran, comprendi anche la miseria in cui dondolava la tua eccellenza e l'incredibile spensieratezza con cui hai dipinto le tue insicurezze. Hai dato loro delle forme, hai dato loro un movente e forse un colore e fran, ora cosa hai? Delle incertezze, delle pugnalate nello stomaco a ciascun: Martina è brava, ma Giulio Cesare lo è il doppio. Hai dato una tela alle tue non possibilità e loro non è che si siano curate della nausea sorgente nel tuo stomaco malaticcio. Fran, cammini con una postura storta, delle gambe da sorelle Bla Bla (se non hai visto gli Aristogatti, cazzo, fran anche per te) e potrai truccarti, indossare un bell'abito, ma l'altra, quella che ha finto di credere di essere brutta e tanto ancora e che cazzo --- lei non l'ha pensato davvero perché non ha problemi ad essere bella. Ma, Martina, cazzo, lo sai anche tu che è bella. Ovvio che lo so, Mazzini, il problema è che lei ha oscurato la mia insicurezza con del candido e genuino narcisismo - se lo può concedere, chiunque lei sia, ed allora, è arrivata una novità. Non so se lo sai, ma esiste l'insicurezza della tua insicurezza. Ma comprendi che se sei addirittura insicura della tua insicurezza, non hai più faccende alle quali dare - finalmente - un punto fermo e fran. Spiegami chi sei.

È un casino, ti spiego. Se sei insicura, ma non lo sei, dirai in giro di esserlo per due semplici motivi: o sei troppo ingenua o vittimista. Non ti giudico, sto argomentando. Ma se sei insicura e sai di essere insicura e non neghi di essere insicura, ti apposterai su una roccia e con il culo all'aria avrai una prima sicurezza, pertanto non sarai più insicura, ma sicura del tuo far cagare al cazzo. Ma se sai di far cagare al cazzo, allora migliorerai e quando procederai verso il tuo miglioramento, diventerai Bill Gates o Michael Jordan. Cazzo. Ma se sei insicura e non sei nemmeno sicura della tua insicurezza - vediamo di capirci, non essere sicuri della propria sicurezza vuol dire essere insicuri nella propria totalità, ma non sapere di esserlo e ci siamo intesi? - vuol dire che non puoi sperare. Non puoi crescere. Non puoi essere. Segui il ragionamento: quando sai di essere il non essere, considerando poi che qualcosa non può non essere perché con la mia mente fallace la sto pensando quindi è - sorvoliamo -, comincerai ad essere perché saprai qualcosa e se sai, hai una testa, stai dannatamente pensando, e fran, esisti. È una gran cosa, esistere, intendo. Una gran bella esperienza. Ma se non sai di non essere, penserai di star esistendo ed essendo in un'insoddisfazione perenne perché crederai che questo sia il massimo di speranza che puoi riporre nelle tue capacità. Cosa posso sperare? In cosa posso credere se mi illudo e non esisto e penso di esistere. È un cazzo di casino. Nemmeno lo immagini.

E poi fran, porca merda, ti diranno che sei ok o non te lo diranno proprio perché non avranno bisogno di te e saranno le undici e mezza e sarai seduta da sola a guardarti attorno perché la gente ti fa ansia. Ti fa proprio ansia. Non si può dire, ma tanto ho decisamente deciso che non sono in grado di padroneggiare queste parole del cazzo.

Ma come, Martina, vivi per il confronto? E fran, avrei gradito di no, ma fran, le persone lo fanno. Pare godano come dei fottuti maiali ogni volta che ti abbattono. Ma come, Martina, vivi perché gli altri ti ricordino quanto vali? E fran, nessuno lo farà perché Cavour è stato il doppio bravo. Ha unificato la fottuta Italia del cazzo. Ma come, Martina, vivi perché chiunque possa paragonarti a Garibaldi? Mica cammini e respiri e pisci nell'ottocento del cazzo --- eppure ci sarà sempre qualche Cavour o qualche Garibaldi o qualche Giulio Cesare che ti supererà senza che tu cerchi alcun confronto, alcun paragonarsi.

E fran, le persone ti faranno ridere. Ad ogni loro insoddisfazione, ci sarà silenzio, capo chino e voglia di consolazione nonostante sappiano di già dove andranno a parare. Non so cantare, non so ballare, non so scrivere: eppure balli scrivi e canti, cazzo, e io fran non so fare nulla. E non faccio nulla. Quindi tecnicamente so fare nulla, ma è comunque una negazione e se l'essere è e non puó non essere e il non essere non è e non puó essere, comprenderai che la tua vita brilla nella noncuranza e hai voglia soltanto di scopare e bere.

Ma se scopi, fran, sei puttana. Ma se ti innamori, fran, sei cogliona perché: Ho dei sentimenti per te ---- grazie. Fran. Chi è quel razza di idiota che confida nella capacità di altri di tracciare con delicatezza la sua sensibilità? Un coglione, appunto.

Ve l'ho detto, unificatori, ho deciso di contare i momenti in cui ho fatto schifo e non entrano nelle pagine di 4 3 2 1 e vorrei soltanto svegliarmi, un attimo, e non vedere e non sentire e non considerare il confronto. Vorrei essere abbastanza per genitori, amici e professori senza che ve ne sia un altro che è di più o di meno. La testa non la cambio mica, è questa. Puoi cadere di spalle in piscina e agire con innocenza, bere, o - disgraziatamente - pensare di aver dato il massimo. E poi fran.

Esatto, FRAN.

Si spacca tutto. Fran.

Fran.

                                                                                                                                Dal diario di un'insicura

Solo Voglia Di ScrivereWhere stories live. Discover now