e ora va tutto peggio

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A mia nonna, 

l'essere migliore al mondo



«Mia nonna è morta e ora tutto va peggio.- la ragazza si aggiusta il colletto della camicia rosa e guarda avanti a sé, sistemando il microfono perché non crei rimbombo e - È così che ho deciso di iniziare quest'elogio funebre dopo aver visto il sesto episodio della quinta stagione di Bo Jack Horseman (il quale era una star negli anni novanta in questa serie tv dove un cavallo adotta tre bambini) e mi sono detta: ha proprio ragione. Non è che Bo Jack parlasse della nonna in quest'episodio, ma di quella stronza della mamma, Beatrice Horseman, una donna tutta alcol e sigarette. Mia nonna e Beatrice Horseman non c'hanno un cazzo in comune (si possono dire parolacce, vero? Non è che stiamo in chiesa. Oh, invece sì, chiedo scusa per le parolacce che dirò da adesso in poi, cazzo) se non l'aver perso un genitore in tenera età, più o meno. Beatrice non l'ha davvero perso, è solo uscito pazzo. Mia nonna, invece, l'ha proprio perso ed è andata tutto una schifezza da quel momento. Di certo, però, non condividono il pessimo caratteraccio (lo sottolineo), in quanto mia nonna è la persona più allegra e socievole che possiate beccare per strada, nonostante la vita non glielo abbia mai mandata buona. Mia nonna non è un'alcolizzata, non ti dirà mai che non sai fare una minchia, non fuma --- non ha proprio vizi, o desideri, o volontà. Mia nonna vive per gli altri e ora è morta e tutto va peggio.

Già, mia nonna è morta e tutto va peggio, a partire per i figli. La prima, brava donna, per un'esistenza ha sempre affermato di non avere alcuno accanto pronto a sorreggerla, mentre la mamma mette il piatto sulla tavola ai figli e le rassetta quel che può e la ascolta lamentarsi e lamentarsi e sbraitare. E che cazzo. I secondi, gemelli, per anni l'hanno trattata con rimorso per la distanza. "Mamma, tu non ci vieni mai a trovare" e poi una le intossica il compleanno tutti gli anni, lei e 'sto benedetto avvocato divorzista che dovrebbe chiamare il cinque settembre di ogni anni. L'altro, un ragazzo d'oro, se la porta a casa ed esce fino alle nove di sera, lasciandole la figlia, e poi "Mamma, ma tu non vieni mai a casa." Cazzo. L'ultimo, povero disgraziato, ha buttato nel cesso tutte le occasioni che la vita gli ha offerto (non sto giudicando, ma constatando), tuttavia mi piace pensare sia l'unico che la coccola, la mia nonna.
Mia nonna è morta e tutto va peggio ora. Mio nonno si batte in petto e dice:  io non l'ho mai picchiata, non le ho mai fatto mancare nulla. Capite, come per dire "Io, a mia moglie, la rispettavo ed aiutavo. Facevo le mansioni con lei, dividevamo tutto equamente." Questo, miei cari, sarebbe stato strano e nuovo e lusinghevole qui al sud dove non funziona un cazzo. Ma sì, non l'ha mai picchiata, così come non l'ha mai rispettata o non le è stato mai fedele, ma questo è un altro discorso. Peccati ingenui, mi dicono. Diversi da chi lascia la moglie per l'amante. Esilarante. In un primo momento ha detto che si sarebbe sparato, poi ci siamo resi conto che non ha una pistola né la forza per compiere un gesto del genere.
Mia nonna se ne è andata e io sto qua a fare questo discorso di merda nonostante non le abbia mai ricordato abbastanza il mio affetto per lei. Lei ha sempre desiderato che io sorridessi e che fossi soddisfatta di me stessa e che la portassi a comprare le alici una volta presa la patente. Io di me stessa non sarò mai soddisfatta perché non vedo un cazzo della bellezza che mia nonna ha da sempre scorto in me. Lei mi ha sempre vista. Non so in quale modo umano, ma mi ha vista. Magari mi ha vista del tipo: sei una persona, mi sei davanti e ti rispetto. O forse: io ti adoro e vedo tutto il bello che tu non riesci a scorgere. O semplicemente: come posso non vederti? Questa è in realtà la parte più contorta. Intendo, mia nonna vede sempre tutti. Ha questa grande capacità di leggerti l'anima a modo suo e dovevate esserci quando, mentre venivo su come una ragazza mingherlina e stupida, si stendeva accanto a me sul letto della camera degli ospiti, posava il cellulare e "Martì, hai qualcosa." Ho sempre avuto un sacco di robe da quando lei mi ha accolta nelle sue braccia. Non so se mi seguite, ma è la persona che ti guarda e dice "tu esisti e non di merda, ti devi creare uno scopo e tutto andrà bene. Nel frattempo ti ripeterò quanto vali e quanto affetto nutro per te." E ora mia nonna è morta e tutto va peggio. Non le ho mai davvero regalato il sorriso che desiderava, troppo occupata a rovinarmi le mani per problemi sciocchi ed infantili.
Mia nonna è morta e io non mi sono neppure iscritta a scuola guida. E ora tutto va peggio.
Quando l'ho sentito nel sesto episodio della quinta stagione di Bo Jack Horseman (questo cavallo alcolizzato che trascorre la sua vita nella autocommiserazione e nella vodka di buona o scarsa qualità), non avevo per niente colto il senso. Peggio in che senso? Nessuno più mi darà i soldi a Natale e a Pasqua --- di questo tipo?
Peggio forse perché nessuno mi dirà più che sono bellissima. O peggio perché nessuno mi cucinerà più il brodo di sabato come lei. O peggio semplicemente perché l'essere umano ha questa sensazionale caratteristica di mettersi al centro anche nella più estrema delle occasioni altrui: la morte.
L'uomo ha di per sé questa necessità di porsi come perno nelle situazioni più gradevoli di coloro che lo circondano con dei drammi assurdi. E nel caso l'altro stia malissimo, si metterà nel mezzo con delle notizie fresche e fresche ed un carisma da far paura. Poi, se l'altro tira le penne, qua, qua miei cari, l'uomo tocca l'acme del suo egocentrismo. Lui ne soffre, lui se ne fa una cazzo di colpa, lui poteva fare di più, lui come farà ora, lui deve sopportare, lui deve ricostruire (il tutto con quest'istinto di sopravvivenza che fa a tratti paura) e lui non se lo meritava. Capito, un tizio ha avuto un infarto e l'altro non se lo meritava. Esilarante.
Mia nonna è morta e tutto ha funzionato esattamente così: mio nonno piangeva e parlava del fatto che sa cucinare soltanto un uovo fritto, mia zia si è presa tra le mani un vestito e camminava dicendo "e ora come si fa che mamma non ci sta più" e tante persone venivano e piangevano e si chiedevano come è possibile.
È la vita. Mia nonna è morta alla non più equa età di sessantotto anni, tuttavia è morta rispettando il ciclo vitale e toccherà a tutti noi. E tutti noi dall'altra parte odieremo come durante la messa nostro marito parli e si disperi e non ascolti. È il mio ultimo momento, stronzo, zitto. O forse no, forse proprio no.
Mia nonna è morta e tutto ora va peggio.
Avete presente quegli aneddoti che sono tipici di questi momenti tragici e teatrali. Del tipo (quante ripetizioni in quest'elogio funebre): una volta mi ero messa lo smalto rosa shock e mi faceva cagare e mia mamma è una fissata del cazzo e non voleva comprarmi l'acetone e allora me l'ha comprato la nonna. Ecco, queste merdate qui. Che poi ho cacciato il peggiore, eppure è il migliore perché mia nonna è dalla parte di tutti in ogni occasione e ti rispetterà e ti darà pur privandosene. Esilarante. Mia nonna viveva per gli altri e gli altri hanno usufruito della sua morte per parlare dei bottoni che cuciva sulla camicia del nonno. Ci mancherà questo della nonna: la sua presenza ma nella nostra vita. E funziona così per tutti.
Eppure la nonna è morta e tutto va peggio adesso.
Dalla casa che parla di lei, alla magia che crea nella casa, ai sorrisi, alle canzoni mentre lava i piatti. La nonna è morta e tutto va peggio ora.
Peggio.
Non so se avete presente quella sensazione che percepite di notte quando vi svegliate e realizzate che, seppur non state dormendo, avete del tempo prima di dovervi alzare e ve lo dovete godere. E del sollievo innaturale sboccia nei nostri petti. Meraviglioso.
Oppure quando la sveglia suona e vi pare di aver appena chiuso gli occhi e nutrite un tormento per il sorgere del sole e desiderate ancora del tempo. Perché non ne avete abbastanza. Perché sarà una giornata pessima cominciata in ritardo.
Ecco, mia nonna è morta e, oltre ad andare tutto peggio ora, mi sembra di essermi svegliata in largo anticipo rispetto all'alba con del tormento interiore e dell'altro tempo - che nessuno mi darà nonostante sia presto - da richiedere.
Mia nonna è morta e dovrei cominciarne a parlarne al passato, adesso, perché stanno rimuovendo e pulendo le tracce di lei nella frenesia del dolore, della separazione e dell'egoismo. Non c'è più il suo disordine nei mobili, non ci sono le sue ciabatte lasciate nel mezzo della sala né il suo cruciverba sul tavolo. Il suo numero è nella mia rubrica, ma se lo schiaccio risulta non raggiungibile. Come la mia nonnina. È spenta esattamente come il suo cellulare. Irraggiungibile esattamente come la sua linea telefonica. Quel telefono di merda la segue ovunque.
Mia nonna è morta e nella cassa di legno chiaro le ho porto il mio Il Grande Gatsby perché il mio eroe letterario mi ha sempre affascinata in quanto mi ricorda la mia eroina nel quotidiano.
Mia nonna è morta e sono centomila le foto che sono spuntate fuori, migliaia le parole di conforto ipocrita e uno solo, unico e raro, l'abbraccio di Darcy (vi ho cagato il cazzo con Darcy, capisco, ma non lo amo più, ahimé, per un idiota rompi nuove-vecchie tazze che non si è curato del mio dolore per lasciarmi), tuttavia non c'è sollievo per la solitudine che aleggia nella parte sinistra, vuota e spenta, del mio cuoricino.
Posso studiare, pulire, argomentare, ma mia nonna è morta e tantissimi sono i rimorsi che via via si tramutano in "Eh, mammina pure teneva il suo carattere. Ce ne ha fatte passare. Non dobbiamo avere rimorsi,". Poveri spogli sensi di colpa.

Mia nonna è morta e la magia è finita. Nessuno parlerà con me del ragazzo che mi piace o nessuno saprà che vado di nascosto in discoteca. Nessuno mi ridarà la mia luce. Nessuno avrà vissuto la sua morte nel modo più altruistico possibile, come meritava.

Mia nonna è morta e questa famiglia vivrà sui suoi sacrifici, fingendo di essersi presa cura di lei quando era il momento. Questa famiglia già si sta disintegrando in rancore e litigi. Ma mia nonna non c'è più e mi auguro abbia trovato il suo paradiso, non tenendo conto dell'inferno che si è lasciata dietro.

Mia nonna è morta e va tutto peggio ora. Non per lei, ma per noi. Per me.

Mia nonna è morta e mi sono resa conto di essere egoista.

E ora va davvero tutto peggio.

 breve testo senza un senso e senza prosa, 

Martina.

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