Capitolo 38 - Ω ALEXANDROS Ω (Parte 1)

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Sudato e ansimante, Alexandros non aveva via di fuga.

Erano troppi i Fomoraig che lo accerchiavano e, quel che era peggio, avevano in ostaggio Alyssa.

Il rozzo essere disumano che la teneva sospesa in aria era il più grosso e probabilmente anche il più minaccioso di tutti, a giudicare dall'espressione.

Non che ci fosse troppa differenza tra la faccia di un Fomoraig e l'altra, ma questo sembrava particolarmente incattivito.

Doveva assolutamente togliergli di mano il giocattolino nuovo.

"Lascia andare la ragazza, testa d'uovo. Appartiene a Neith e ti assicuro che non ti ringrazierà se le farai del male" disse ad alta voce, apostrofando il Fomoraig nella lingua di Hibernia.

Vide Alyssa interrompere l'ennesimo tentativo di sgusciare via dalla presa del suo rapitore, e sgranare gli occhi in un'espressione confusa.

Sorrise tra sé e sé, ricordandosi che lei non poteva capire quello che aveva detto.

Era quasi divertente guardarla dismettere quell'atteggiamento difensivo da gatta selvatica e spiazzarla con qualcosa di incomprensibile o di imprevisto.

Come, ad esempio, portarla fuori da quella cella.

Tanto era stato tormentato dalla sua presenza nei giorni precedenti la loro fuga, quanto ora si crogiolava al pensiero di avere anche solo una minima influenza su di lei. Era una sorta di benevola rivalsa che lo faceva sentire meno dominato, anche se difficilmente si sarebbe mai liberato di quel famelico bisogno che Alyssa scatenava in lui.

Ma era diventato più sopportabile ora, paradossalmente mitigato da un'altra dipendenza, molto più dolce.

La stessa dipendenza che in quel momento fomentava la sua convinzione di dover tentare di tutto per mettere al sicuro la ragazza, mascherando il suo scopo con un pericoloso inganno e la spavalderia.

Il Fomoraig aggrottò ulteriormente la fronte.

Quando rispose, la sua voce cavernosa riempì l'aria, conferendole una pesantezza che neanche il caldo insopportabile era riuscito a raggiungere.

"E' per questo che era quaggiù in tua compagnia, druido?"

Anche nell'eco rimbombante delle sue parole era riconoscibile il sarcasmo. Ma fu il disprezzo con cui si rivolse ad Alexandros che lo fece scattare.

Il druido-guerriero assunse il tono del comando, puntandogli addosso uno sguardo di sfida.

"Ordini di Neith. L'esercito si sta preparando a partire. Lei deve rimanere nascosta fino a nuovo ordine. Oseresti discutere?"

Il Fomoraig rise.

"Oh, non mi permetterei mai di contestare gli ordini di un dio. Ci penseremo noi a tenere la ragazza nascosta, non temere."

Fece scorrere uno sguardo malvagio e lascivo lungo il corpo di Alyssa che istintivamente piegò le dita della mano.

Pur non comprendendo la loro lingua, Alexandros capì che lei era già pronta a colpire. Ma se si fosse difesa a modo suo, si sarebbe fatta male di nuovo, come la prima volta che aveva attaccato lui.

La fissò serio, scuotendo impercettibilmente il capo, nella speranza che capisse e gli desse ascolto.

"Illesa, si intende" sottolineò "e vegliata da un druido, come da ordini."

Il Fomoraig tornò a guardarlo, beffardo.

"Non discuto gli ordini di Neith" rispose "ma non accetto quelli di un insetto come te. Prendetelo."

Due Fomoraig si avvicinarono torreggiando sul druido, ormai già con le spalle al muro.

"Io sono un soldato di Neith, eseguo quanto mi è stato detto dal tuo Signore. Mi stai forse dando del bugiardo, Fomoraig?" gridò Alexandros mentre il suo contendente si concentrava nuovamente sulla preda che aveva in mano.

Il Fomoraig sorrise, senza guardarlo, mentre gli altri due lo afferravano per le braccia.

"Forse."

Erano più selvaggi e ribelli di quanto ricordasse.

Solo la spada di un dio come Neith aveva potuto convincerli ad un'alleanza. E solo a lui in persona rispondevano.

Alyssa continuava a spostare lo sguardo dal Fomoraig a lui, in attesa di un cenno che le facesse capire cosa fare, mentre un pesante dito grigio accarezzava disgustosamente la sua guancia.

Maledizione! Pensa in fretta, Alexandros, pensa in fretta...

Se era soltanto delle divinità che avevano timore, allora tanto valeva rischiare.

"Secondo la legge dei druidi, chiamo gli dei a testimoniare per me con il tradizionale rituale."

Il lungo silenzio che seguì gli fece dubitare che lo avessero udito.

Tentò disperatamente di non farsi dominare dalla paura, ma temeva che udissero, piuttosto, il battito accelerato del suo cuore che rischiava di tradire la sua sbruffonata.

Il suo stesso respiro gli sembrava troppo rumoroso.

Resistette all'istinto di deglutire. Non poteva dare cenni di insicurezza, doveva far credere loro che era veramente sotto la protezione di Neith, Morrigan, Lugh e tutti gli altri.

Il gigante non smise di infastidire Alyssa.

Inarcò, invece, un glabro sopracciglio sbuffando.

"Visto che ti appelli alla legge, faremo come chiedi, ma secondo la legge Fomoraig. All'arena!"

Sfida a KronosWhere stories live. Discover now