XXVII

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Vittorio si sente afferrare per una spalla, e quando si volta riconosce Antonio, uno degli amici di Marco

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Vittorio si sente afferrare per una spalla, e quando si volta riconosce Antonio, uno degli amici di Marco. Solleva le sopracciglia un po' stupito, l'avrà visto sì e no due volte, poche da consentire di fermarsi addirittura a parlare, secondo i suoi gusti.

"Possiamo parlare un attimo?", gli chiede il ragazzo con fare sbrigativo, senza allentare la presa dalla sua spalla, né tantomeno attendere un suo riscontro positivo o negativo che sia. Camminano fino a raggiungere il muretto che circonda l'edificio scolastico, poi si fermano uno di fronte all'altro dove nessuno ha parcheggiato i motorini o le macchinette elettriche.

Vittorio non sa sinceramente cosa aspettarsi, non conosce per nulla Antonio e trova assurdo che gli debba dire qualcosa di fondamentale importanza, a giudicare dalla sua espressione seria. Dal loro primo incontro aveva notato una certa antipatia nei suoi confronti, ma non si era soffermato a rimuginarci sopra.

Non si sarebbe mai aspettato di essere colpito da un pugno in pieno viso, proprio sullo zigomo, ma è ciò che accade. Spalanca la bocca, sorpreso dall'impatto e dal dolore che s'irradia in tutta la parte sinistra della sua faccia.

"Ma che cazzo...", esala sconvolto dall'aggressività ingiustificata di Antonio, che adesso lo guarda truce. Potrebbe benissimo ammazzarlo di botte, è più alto e muscoloso di Vittorio. Non che quest'ultimo non si sappia difendere, ma è così sconcertato che potrebbe benissimo ricevere un altro pugno senza riuscire a reagire.
Ma che gli ho fatto? Si domanda.

"Questo è perché ti stai approfittando de Marco, e nun dì de no", spiega incrociando le braccia al petto. Almeno non sembra essere intenzionato a colpirlo di nuovo. Vittorio è ancora più confuso di prima, se possibile.

"Io non me sto a approfittà", dichiara in tono solenne, incrociando anche lui le braccia."Perché lo pensi?".

Antonio continua a fissarlo con quegli occhi verdi infuocati di rabbia, gelosia.

"L'altro giorno io e Dario abbiamo incontrato Raffaele, lo conosci, no?". Vittorio annuisce, e inizia a sudare freddo. Si passa una mano sullo zigomo dolorante, dove molto probabilmente gli spunterà un livido e sussulta a causa del dolore.
"Ci ha detto che siete andati insieme dal padre, te lo sei portato perché speravi de usallo come attenuante, vé?".

Vittorio aggrotta la fronte senza allontanare le dita dallo zigomo ferito. "Ma che stai a dì, manco lo sapevo che il Messicano avesse un debito con lui, mi ha spiegato tutto dopo qualche giorno".

Antonio serra la mascella e scuote la testa, dubbioso. "Dovrei crederci? Quando l'hai conosciuto a Marco?", chiede.
Vittorio sta iniziando ad innervosirsi, anzi, già lo è. Ha appena ricevuto un cazzotto in pieno viso, e adesso dovrebbe anche rispondere alle inutili domande che gli sta facendo Antonio? Non è d'accordo.

"Si può sapere che te ne frega? Arrivi qui, nemmeno mi conosci, mi dai un pugno e poi fai domande ed insinuazioni del cazzo, ma chi te credi de esse? Non mi sto approfittando di Marco e te lo posso assicurare", sbotta infine, gesticolando animatamente. Prima Federico, adesso Antonio, la giornata si sta svolgendo decisamente nella maniera sbagliata.

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