Mi svegliai e, dirigendo il mio sguardo verso la finestra, notai che fosse ancora l'alba: mio marito dormiva al mio fianco con un braccio attorno alla mia vita, com'era di abitudine. Mi girai per osservarlo in volto e il suo arto scivolò via. Seguii i suoi lineamenti marcati con dovizia, cercando di imprimermi nella mente il momento. I suoi capelli neri erano cresciuti, conferendogli un'aria più sbarazzina e giovanile, e fissai quegli occhi chiusi che sapevano scandagliarmi con severità ogni volta che erano aperti e vigili. Erano scuri, bruni, ma di un tono intenso che inclinava verso la pece. Un nero oscuro e minaccioso il più delle volte.
C'erano parecchi anni di età a dividerci, eppure nella vita di tutti i giorni non ci erano mai pesati. E adesso vederlo dormire come un bambino senza che nessuna preoccupazione comparisse sul suo volto, mi ricordò i bei tempi passati. I bei tempi in cui passavamo mattine come questa, al sorgere del sole, a dedicarci l'un all'altro.
Mi parve così sereno che preferii lasciarlo riposare ancora un po' prima di svegliarlo per andare al lavoro; ero più che consapevole che non appena si fosse alzato avrebbe assunto la sua solita espressione distaccata come se tutto gli fosse indifferente. Ed egoisticamente volevo godermi ancora per qualche minuto questa pace che di rado mi veniva concessa. Che raramente lui mi concedeva e i motivi erano tanti e diversi, ma nessuno dei due aveva ancora avuto il coraggio di affrontarli.
Dopo quanto successo alcuni mesi prima, non ero più riuscita a rapportarmi con lui come una volta e se cercava del contatto fisico mi ritiravo perché la paura di rivivere tutto mi terrorizzava: non avevo idea di come fare per risolvere la situazione in cui ci eravamo ritrovati invischiati e lui di certo non era d'aiuto. Non gli attribuivo nessuna colpa, ma in questo matrimonio eravamo in due a dover pilotare la barca e purtroppo, senza neanche accorgercene, la stavamo lasciando affondare.
Il rapporto con mio marito non era sempre stato così.
Ovviamente.Quando avevo conosciuto Nicholas, ero molto giovane e ne ero rimasta subito affascinata. Lui era il tipico uomo in carriera, serio ma al contempo arrogante. Un mix letale per una ragazza come me appena ventenne.
Ci eravamo frequentati per un po' di tempo e ci eravamo trovati talmente bene insieme che mi aveva chiesto di sposarlo. Un matrimonio affrettato, potrete dire, ma era difficile dire di no a Nicholas Cooper. La sua tenacia e il suo fascino erano state le prime cose che mi avevano colpito di lui. E così il fatidico sì mi era sfuggito dalle labbra.
Non avrei dimenticato l'espressione del suo volto in quel momento, la stessa di quando gli avevo annunciato l'arrivo del nostro primo figlio: non l'avevo mai visto così felice e la sua gioia era diventata ben presto contagiosa.
Con la nascita di Giorgia e poi di Martina la nostra vita era cambiata completamente e, anche se alla sera eravamo stanchi, riuscivamo sempre a trovare un attimo per noi: abbracciati a parlare, oppure a fare l'amore. Nicholas mi sapeva rendere felice e dopo l'infanzia che avevo vissuto si poteva dire che era stato il mio salvatore. Lui era il mio punto di riferimento e lo sarebbe sempre stato. Di recente, però, le cose tra noi due difficilmente funzionavano. Non fraintendetemi: ero legata a mio marito, così come lui a me, ma purtroppo molte volte non bastava.
Avevamo da poco scoperto di aspettare il nostro terzo figlio; non lo avevamo programmato, però lo stesso ne eravamo entusiasti e mio marito aveva già iniziato i preparativi, ancora prima che venisse al mondo per la contentezza di aver scoperto che si trattasse di un maschio. Ogni sera parlavamo di come chiamarlo e alla fine avevamo optato per Michael, che derivava dal grido di battaglia ebraico "Mikha'el". Un nome profetico, anche se l'unico grido che avevo sentito non ero stato quello del pianto del mio bambino al momento del parto, bensì il mio quando al sesto mese avevo perso il mio piccolo Angelo.
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Alba Nera [COMPLETA]
Romance[COMPLETA] ¦ESTRATTO¦: "Quando ti guardi allo specchio spero che tu possa convivere con quello che vedi. Tutti ci portiamo il diavolo nel cuore ma dobbiamo fare la pace con lui. Dobbiamo trovare un'alternativa a qualunque costo. Quello che hai fatt...