15.

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Il cortile sul retro è sempre stato l'unico posto tranquillo qui alla Tana. Nessuno che venga a far casino, oppure ad incasinarti il cervello con i propri dilemmi esistenziali.

Perciò alle dieci di sera, nonostante tutti continuino a darci dentro, decido che forse non sarebbe male un po' di quiete e di aria fresca.

L'aria fresca c'è. La quiete no.

È mai possibile che ovunque vada ci sia lui?

E sta fumando.

-Da dove diavolo arriva quella?-

-Sono un mago...-

Mi guarda da sopra la spalla, poi torna a guardare altrove, davanti a sé.

C'è solo uno spicchio sottilissimo di Luna stasera. Sta guardando lei, forse...

-Scorpius..- mi avvicino.

Ma lui scrolla le spalle.

-Non far finta che ti interessi Rose... Hai chiarito il tuo punto di vista molto bene, e non ti biasimo per questo.- dice, sempre guardando in tutte le direzioni tranne che verso di me.
-Però lasciami fumare questa sigaretta in santa pace, vorrei non pensare per qualche minuto.-

Ha ragione.

Ho chiarito il mio punto di vista più e più volte. L'ho allontanato con coscienza.

Ma fa male sentirlo parlare così, e sapere che la causa di tutto questo sono io.

Dovrei essere soddisfatta che lui stia patendo la mia stessa sorte di qualche tempo fa.

Eppure non lo sono, per niente.

Vado via, questo non è decisamente un posto tranquillo, stasera.

Ma sento una mano scivolare verso la mia e tirarmi a sé.

Sospira esasperato, poggiando la sua fronte sulla mia.

-Scusa...-

-Non è vero che non mi importa.-

Non so da dove provengano queste parole. Ma ormai le ho dette, e forse era questo che volevo fare.

Le nostre labbra sono a pochi centimetri le une dalle altre. Profuma di Scorpius, colonia, tabacco e... Scorpius.

È il profumo che sentii la prima volta che annusai un'Amortentia fatta e finita,anche se non sapevo fosse il suo.

Mi bacia, ed io mi arrendo. Non posso fare altrimenti.

Le sue mani grandi mi accarezzano le schiena, mentre le mie gli sfiorano il cuore.

Mi spinge contro il muro, circondandomi con le sue braccia, ed in un attimo siamo nella soffitta, nella mia stanza.

Mi guarda intensamente. So cosa aspetta.
Teme di vedermi andar via. Conosco quella sensazione.

Però sono qui, ormai.

Continuando a guardarlo negli occhi, gli tolgo la giacca, e la camicia.
Non smette di guardarmi, e pian piano si avvicina, poggiando la testa nell'incavo del mio collo e respirando forte.

Sbottona l'unico bottone che teneva in piedi il mio vestito, ed io lo aiuto, togliendomi i tacchi.

Vado a stendermi sul letto, ed aspetto che si spogli.

E lo fa con una calma irritante. Ma il risultato è che, ora come allora, è bello da togliere il fiato.

Perfetto, nel senso più vero della parola.

It's... ComplicatedWhere stories live. Discover now