65 - Confessione in ritardo

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I Draghi di mare erano alquanto disinibiti. Se i primi giorni Agata si era sentita a disagio nel vederli mutare con disinvoltura dalla forma umana a quella animale, e viceversa, ovunque e senza curarsi di essere in bella vista; con il passare dei giorni quasi non faceva più caso alla chiara avversione che alcuni di loro avevano per i vestiti, o alle effusioni talvolta un po' troppo spinte di alcune coppie. Fortunatamente Tseren era rimasto pudico. L'Ascendente temeva che non sarebbe riuscita a rimanere altrettanto indifferente se anche lui avesse cominciato a entrare e uscire dall'acqua completamente nudo, come facevano gran parte degli altri ragazzi.

Milla, incuriosita invece dalla poca fisicità dei due forestieri, che più che cercare il contatto, lo rifuggivano, aveva provato a chiedere ad Agata se avessero litigato. La ponentina dava di solito una risposta evasiva, mentendo spudoratamente sul loro rapporto.

«Preferite divertirvi quando siete soli, ho capito!» sghignazzò una volta la ragazza Drago, ammiccando in modo esagerato.

L'Ascendente, non volendo né confermare, né confutare quella fantasiosa teoria sui momenti di intimità tra lei e Tseren, si limitò a ridacchiare, immergendosi nell'acqua tiepida del laghetto.

Quando furono per la terza volta nel pieno della settimana senza Luna, Agata decise che fosse giunto il momento di uscire allo scoperto e indagare in modo diretto sul male che affliggeva Tseren. Se fino a quel momento aveva cercato di capire se potesse fidarsi dei nuovi amici, raccogliendo nel modo più discreto possibile informazioni sulle razze gemelle dei Draghi, l'arrivo della Luna nuova acuì i sintomi di Tseren. Le crisi, che il mese prima erano state clementi, ripresero più devastanti che mai, tanto che il Drago preferì rimanere in disparte anche durante il giorno.

«Tseren non sta bene neanche oggi?» domandò Dhorsten, in visita alla loro piattaforma con un vassoio colmo di pesci arrostiti e molluschi ricoperti di aspre foglie sminuzzate. Sbirciò con curiosità nella tenda e per poco non fece cadere a terra le pietanze. «Agata, questo non è un malore qualunque, non è vero?»

La mattina seguente i due ragazzi furono costretti a confessare al resto della tribù che Tseren non stava bene da quando era stato catturato e torturato sotto l'effetto di droghe.

«Perché non ce l'avete detto prima?!» esclamò la madre di Milla, una donna distinta che era solita arricciarsi i capelli attorno a conchiglie dal guscio allungato, e che trascorreva il resto del tempo suonando una strumento a corda simile a una piccola arpa.

«Non volevamo preoccuparvi e ci era sembrato che Tseren stesse guarendo, invece...» si giustificò Agata. Il Drago era in quel momento troppo concentrato a trattenere la furia dorata che tentava di emergere nei suoi occhi, e così lasciò all'Ascendente il compito di spiegare le loro ragioni.

«Che sintomi ha?» domandò duro il padre dell'unica bambina Drago, la piccola Sedinay.

«Temperatura altissima del corpo, i due colori delle iridi che si invertono, sudori freddi, spasmi, incapacità di controllare i suoi tratti di drago quando è in forma umana...» Man mano che elencava i segni che gli esperimenti di A-8Z8 avevano lasciato, Agata sentì la forza venirle meno. Era una lista che si faceva di mese in mese più lunga e le espressioni confuse dei Draghi di mare non facevano presagire nulla di buono.

«È pericoloso?» insistette ancora il padre di Sedinay.

«No, solo per se stesso» rispose Agata in un lamento.

«Per tutti gli scogli! Avreste dovuto dircelo prima, Agata!» la rimproverò Milla.

«Non vi viene in mente un modo per aiutarlo? O almeno quale potrebbe essere la causa di questa condizione?» La voce della ponentina tremava. Stava quasi implorando che le dessero una risposta, una qualsiasi risposta che potesse aiutarli.

Il primo degli Alicanti [completata]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora