Chapter IV - Le Cinque Lune

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Sotto ogni luna ci stringevamo a più non posso. Ogni notte lasciava i propri lividi, ogni piacere aveva un suo prezzo. Io lo amavo. Lo amavo come Selene amava Endimione, lo amavo, lo amavo e lo amavo ancora. Non poteva andarsene, io sarei morto senza di lui.

Passarono le cinque lune. L'ultima notte non volli nemmeno guardare il suo viso. Quanto mi faceva male, tutto questo. Il mio cuore era spezzato in due, e l'amore che facevamo era solo un fiume di lacrime. Era sicuramente un amore più pulito, più liberatorio, ma era pur sempre un amore d'addio.

Così, durante l'ultima luna che vedemmo insieme, dormii ancora da lui, cercando di stare sveglio il più possibile, per accarezzargli quell'accenno di barba appuntito e spinoso che gli stava ricrescendo. Ma poi i miei occhi cedettero sotto l'insostenibile peso del sonno.

Non lo vidi in volto. Gli vidi solo il petto, quando ero stretto a lui. Non lo vidi in volto.

La mattina dopo ci fu uno schiocchìo di labbra; le sue si attorcigliarono alle mie, mentre io dormivo e mi pareva fosse un sogno.

Pochi secondi dopo aprii gli occhi. Vidi soltanto la schiena d'un uomo allontanarsi sempre di più da me, con delle borse alle mani. Si allontanava ancora, e io cercavo di mettere sempre più a fuoco, rintontito dalle forti luci del mattino. Tesi una mano, che restò sospesa in aria, e le prime due dita entrarono nel mio campo visivo, mentre lo vedevo allontanarsi ancora di più.

« Κάλλιστος, οὐχ... »

"Κάλλιστος, non..." Se ne andò, lasciando che quelle parole mi morissero in gola.

Venni affogato da un dolore assurdo, un dolore che mi fece sentire male, come se mi avessero pugnalato più e più volte da parte a parte.

Rotolai giù dal letto, accasciandomi a terra, piegandomi in due. Cominciai a piangere, fino a quando non mi addormentai tra le lacrime, circondato dal rossiccio delle pareti di quella stanza che fino a poco tempo prima mi aveva regalato così tanta felicità.

Cuore mio, quanto ho sofferto. Quanto dolore mi hai arrecato, e quanto piacere mi hai fatto provare. Κάλλιστος, con te io mi sentivo al sicuro, avrei continuato il nostro amore per altre mille lune, mi fosse costato altri mille soli.

GLOSSARIO DI FINE CAPITOLO:

οὐχ : Si pronuncia "u(c)h". Per pronunciarla correttamente dovrete aspirare per bene l'acca fino a quando non cadrà qualche gocciolina sul computer. Ecco, così.  Letteralmente si traduce con "non".

O' ἀνδρός παῖς - Il fanciullo dell'uomoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora