Chapter V - Lei

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I soli e le lune passarono, dopo che lui partì. Piansi tanto. Il dolore ancora mi consumava, sbranava ogni speranza, era come Crono quando mangiò i suoi stessi figli. Era qualcosa di grande, il mio dolore, che solo una persona poteva guarire, o chi le assomigliasse.

Mi recai nel posto dove giacemmo non abbastanza notti, io e Κάλλιστος. Vedere quella stanza faceva in modo che il cuore mi si comprimesse nel petto, lasciando un buio nero, vuoto, la cui ombra era la stessa degli occhi di Κάλλιστος. Quando chiudevo i miei potevo ancora avvertire l'energia dei nostri ansiti.

Decisi di andare nel cortile, dove mi persi tra gli incantevoli odori che non avrebbero mai sostituito quello della sua pelle, quando vidi la donna che dissi a mio padre sarebbe stata la mia γυνή.

Ci incontrammo, di nuovo, quella notte, io e lei.

Giacemmo insieme fino al mattino.

L'unica cosa di cui ero sicuro era che non avevo assolutamente provato lo stesso piacere che provavo con Κάλλιστος.

L'autunno successivo ci sposammo. Mio padre scoprì che la fanciulla faceva parte di una onorevole famiglia, e fece di tutto per farci unire a vita. Io non mi opposi, anzi, pensai fosse meglio lei, che con i suoi occhi scuri mi ricordava Κάλλιστος, piuttosto che una qualsiasi altra donna. Il giorno del matrimonio non fu assai felice. Consumammo le nostre nozze in un letto elegante, a baldacchino, nella stanza dove alloggiava Κάλλιστος e dove io gli facevo visita. Mi pianse il cuore, a lanciare ansimi e sospiri senza di lui, lì, che ormai quel posto sembrava aver preso la forma del suo volto, della sua schiena e dei suoi glutei.

Non le parlai molto. Non la amavo sul serio, per me era solo un gioco. Ogni tanto, quando si organizzava qualche simposio e tornavo a casa ubriaco, capitava che lei prendesse qualche schiaffo da me, ma mi è sempre stata fedele. Mi è sempre stata accanto, ha sempre cercato di capirmi, nonostante neanche la sua immaginazione sarebbe potuta mai arrivare alla verità dei fatti. Io volevo solo Κάλλιστος, solo lui.

E quando lo pensavo, sembrava che una mano mi stesse attanagliando il collo, togliendomi il respiro. Sembrava che delle spade mi stessero trafiggendo, da parte a parte, e mi accasciavo al suolo per il dolore. Ma lei quando mi succedevano tali cose mi accarezzava, prendeva la mia testa fra le sue mani e mi guardava. Lei era la Premura divina.

O' ἀνδρός παῖς - Il fanciullo dell'uomoWhere stories live. Discover now