13. IL DRAGO

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Farya ancora non riusciva a crederci. Come poteva essere che uno di quegli esseri mistici scomparsi da anni su cui si sentivano tante leggende esistesse veramente? E in quel momento, cosa avrebbe dovuto fare? Non era spaventata, ma curiosa. Più lo osservava, e più aumentavano le domande che le riempivano la testa. Il drago era intento a liberarsi dalla placenta che gli ricopriva il corpo. Poi, quando si accorse della ragazza e del lupo che lo stavano osservando li guardò impaurito. Provò a scappare, ma ogni passo che faceva oscillava e barcollava fino a cadere. Dopo un po' si stancò, e cadde a peso morto per terra. Farya fece allontanare Nävii, che con il muso stava annusando incessantemente l'esserino, spaventandolo. Il lupo era troppo curioso, e rimase attento ad ogni minimo movimento del cucciolo anche stando più lontano. Poi Farya provò ad accrezzarlo, con più cautela possibile. Allungò una mano verso l'animale, che sobbalzò impaurito. La ragazza esitò un istante, ma continuò fino a sfiorare con la punta di un dito il muso del drago. Quest'ultimo fece per allontanarsi, ma provò a farsi toccare dal grande essere a lui sconosciuto. Ma sembrò non gradire, e morse delicatamente la mano di Farya. I denti erano piccoli e appuntiti, ma non abbastanza da far male. Si allontanò un po', ma la ragazza ci riprovò con più attenzione. Provò a toccare gli speroni che spuntavano dalla schiena e quella volta sembrò non dare alcun fastidio, anzi: pian piano il drago si avvicinò alla mano fino a farsi avvolgere completamente dalle dita. Era bianco, e le scaglie risplendevano sotto la luce della luna. Aveva degli occhi stupendi, con varie sfumature di verde e di giallo. Probabilmente aveva freddo, e sembrava che la mano di Farya fosse proprio ciò che ci voleva per accoccolarsi e farsi una bella dormitina. Farya era al settimo cielo: non poteva credere che un esserino tanto raro stesse dormendo nella sua mano. Lo ripose delicatamente sul letto, poi andò a prendere un'altra cassa, un po' più grande, e buttò la vecchia, rotta. Dentro ci mise della paglia, fino a formare uno strato abbastanza spesso, poi andò a prendere il drago, facendo attenzione a non svegliarlo, e lo ripose all'interno della cassa. Infine prese una coperta di lana, che, dopo aver piegato qualche volta su se stessa, mise sul drago per farlo avvolgere dal caldo che tanto desiderava. Nävii andò ad osservarlo per qualche secondo, poi, al richiamo di Farya, dovette andare da lei e accomodarsi nel suo giaciglio. Farya diede un ultimo sguardo alla cassa, dopodiché, si addormentò.

La ragazza dal cuore di dragoWhere stories live. Discover now