CAPITOLO 42

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<<Devi andare da qualche parte?>>
<<No,stavo facendo un sonnellino di venti minuti>>,gli dico brusca,alzandomi a sedere.
<<Hai messo la sveglia per assicurarti di dormire solo venti minuti?>> chiede divertito.
<<Si,a te cosa importa?>> Prendo i libri e li dispongo nell'ordine in cui devo studiare le varie materie, e sopra ciascuno poso gli appunti delle relative lezioni.
<<Soffri di disturbo ossessivo-compulsivo?>>
<<No,Irama. Solo perché a una persona piace che le cose stiano in un certo modo non vuol dire che sia pazza. Non c'è niente di male a essere organizzati>>,sbotto. E lui ride,ovviamente. Mi rifiuto di guardarlo,ma con la cosa dell'occhio vedo che si sta alzando dal letto.
Ti prego,non venire qui. Ti prego,non...
E me lo ritrovo davanti,lui in piedi e io seduta sul letto. Agguanta i miei appunti di letteratura e se li rigira in mano come se fossero un manufatto antico. Cerco di riprendermeli, ma lui li solleva più in alto.
Mi alzo,e lui li lancia in aria.
<<Raccoglili!>> gli ordino.
Ostenta un ghigno e dice: <<Okay,okay>>, ma poi prende gli appunti di sociologia e butta per terra anche quelli. Mi affretto a raccoglierli prima che li calpesti.
<<Irama,smettila!>> grido,mentre lui lancia in aria un'altra pila di fogli. Infuriata,lo spintono via dal letto.
<<Insomma,non ti piace che tocchino la tua roba?>> mi chiede,ancora ridendo. Perché deve sempre ridere di me?
<<No che non mi piace!>> urlo, e faccio per spintonarlo di nuovo. Ma lui fa un passo avanti,mi afferra per i polsi e mi spinge all'indietro contro la parete.
Il suo viso è a un millimetro dal mio,e all'improvviso mi rendo conto che sto ansimando. Voglio gridargli di togliersi di dosso,di lasciarmi andare e di rimettere a posto la mia roba. Voglio prenderlo a schiaffi,cacciarlo da camera mia. Ma non ci riesco. Resto paralizzata contro la parete,ipnotizzata dai suoi occhi azzurri.
<<Irama,per favore>>,riesco a parlare,ma in un sussurro. E non so bene se lo sto pregando di lasciarmi andare o di baciarmi. Ho ancora il fiato corto, e i suoi respiri si fanno più affannosi.
Passano alcuni secondi,che sembrano ore, e poi lui mi toglie una mano dai polsi. Ma l'altra è abbastanza grande per immobilizzarli entrambi. Per un attimo ho paura che voglia darmi uno schiaffo. Invece mi posa la mano sulla guancia e mi ravvia delicatamente i capelli dietro l'orecchio. Posso sentire il suo battito quando posa le labbra sulle mie,e sotto la pelle sento sprigionarsi le fiamme. Era quello che desideravo fin da sabato sera. Se potessi provare una sola sensazione per il resto della mia vita,vorrei questa.
Non mi concedo di chiedermi perché lo sto baciando di nuovo, e quali cose orribili dirà dopo. Voglio concentrarmi solo sul modo in cui si spinge contro di me,sul sapore di menta della sua bocca. E sulla mia lingua che si muove con la sua,e sulle mie mani che gli accarezzano le spalle larghe. Mi agguanta per il retro delle cosce e mi solleva da terra,e d'istinto gli avvolgo le gambe attorno ai fianchi: è incredibile come il mio corpo sappia da solo cosa fare. Affondo le dita tra i suoi capelli mentre lui cammina all'indietro verso il letto ,senza staccare le labbra da me. Una voce in testa mi fa notare che è una pessima idea , ma non le do retta. Stavolta non ho intenzione di fermarmi. Gli strattonò più forte i capelli,strappandogli un gemito al quale rispondo con un altro,in perfetta consonanza.

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora