CAPITOLO 182

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<<Carmen?>> fa Irama tirandomi per la manica.
<<Arrivo>>,borbotto. Il nostro tavolo è in fondo al locale. Irama si siede accanto a me invece che di fronte e appoggia i gomiti sul tavolo. Ordina per entrambi,ma la cosa non mi dà fastidio perché lui ha già mangiato qui.
<<Insomma,tu e Mr.Rommelli siete molto amici?>> gli chiedo.
<<Non direi così. Ma ci conosciamo bene.>>
<<Mi pare che andiate molto d'accordo. Mi piace vederti così.>>
Accenna un sorriso e posa la mano sulla mia coscia. <<Ah,ma davvero?>>
<<Si,mi piace vederti felice.>> Credo che tra loro ci sia di più di quanto lascia intendere,ma per il momento non voglio insistere.
<<Sono felice. Più di quanto avrei pensato di poter essere felice...in vita mia.>>,aggiunge.
<<Cosa ti prende? Stai diventando sentimentale.>>,lo canzono.
<<Se vuoi posso rovesciare qualche tavolo e prendere a pugni qualcuno>>,ribatte lui.
<<No,grazie.>>
Arrivano i nostri piatti e,a giudicare dal profumo,sembra tutto squisito. Quando assaggio i ravioli che ha ordinato Irama ne ho la conferma.
<<Buono,eh?>> si vanta lui a bocca piena. Per tutta risposta ne prendo un'altra forchettata.
Alla fine discutiamo su chi deve pagare,ma vince lui.
<<Ti sdebiterai più tardi.>> Mi fa l'occhiolino quando la cameriera non ci vede.
Torniamo alla Mondadori,e Irama entra con me. <<Vieni su?>> gli chiedo.
<<Si,voglio vedere il tuo ufficio,poi giuro che me ne vado.>>
<<Affare fatto.>> Prendiamo l'ascensore e arriviamo all'ultimo piano.
Gli restituisco la giacca e lui se la mette: gli sta benissimo.
<<Ehi,di nuovo tu>>,esclama il ragazzo in giacca e cravatta che incontriamo in corridoio.
<<E di nuovo tu>> Gli sorrido.
Lui guarda Irama,che si presenta.
<<Piacere,Riccardo,lavoro in amministrazione.>> Saluts con la mano.
<<Bè ci si vede in giro>>,dice,e se ne va.

Quando entriamo nel mio ufficio,Irama mi prende per il polso e mi fa girare verso di lui.
<<Ma che storia è?>> sbotta.
Sta scherzando? abbasso lo sguardo sul polso stretto tra le sue dita e deduco che non stia scherzando affatto. Non stringe forte,ma mi tiene ferma.
<<Cosa?>>
<<Quel tizio.>>
<<Quel tizio cosa? L'ho conosciuto stamattina in ascensore>>,rispondo tirando via il braccio.
<<Non pareva che vi foste appena conosciuti,stavate flirtando davanti a me.>>
Scoppio a ridere. <<Cosa dici? Sei pazzo se credi che quello fosse flirtare. L'ho salutato educatamente e lui ha salutato me. Perché dovrei flirtare con lui?>> Cerco di parlare a voce bassa: fare una scenata sul lavoro non sarebbe una buona idea.
<<E perché non dovresti? Era carino, tutto pulito e ben vestito.>> Mi rendo conto che sembra più ferito e preoccupato che arrabbiato. L'istinto mi suggerisce di insultarlo e cacciarlo vis,ma decido di adottare un approccio diverso. Proprio come quando stava mettendo a soqquadro la casa di suo padre.
<<È questo che pensi? Che io voglia uno come lui,uno diverso da te?>> chiedo in tono pacato.
Irama è colto alla sprovvista: si aspettava che mi arrabbiassi,invece la mia reazione lo spinge a riflettere. <<Non lo so...forse.>>
<<Bè,ti sbagli,come al solito.>> Sorrido. Dovremmo riparlarne,ma al momento è importante fargli sapere che non ha niente da temere,piuttosto che correggerlo. <<Mi dispiace se ti è sembrato che io flirtassi con lui,ma non era così. Non ti farei mai una cosa del genere>>,lo rassicuro. La sua espressione si addolcisce,e io posso una mano sulla sua guancia. Come fa una persona a essere al contempo così forte e così debole?
<<Bè...okay>>
Rido e gli accarezzo la gamba. Adoro coglierlo alla sprovvista.
<<Che m'importa di lui,quando ho te?>>
Finalmente sorride. È un gran sollievo aver imparato a disinnescare la bomba-Irama.
<<Ti amo>>,mi dice,e mi bacia. <<Mi dispiace di essere sbottato in quel modo.>>

~MI DROGHERÓ DI TE.~  \\IRARMEN\\Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora