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Karma, Jamila e Ajbul uscirono subito dall'edificio. Jamila non sapeva assolutamente cosa fare a questo punto. Si mise a piovere.
Passarono due lunghi mesi. I tre vivevano ora sulla strada, e di aspetto non erano diversi da tutti gli altri Rom o Pakistani che si trovano sulle strade di una città Europea moderna.
Non avevano soldi. Non conoscevano nessuno. Non parlavano la lingua del posto. Erano destinati ad una misera esistenza. Almeno Karma aveva Ajbul. Ma Jamila era triste e senza una cosa per cui valeva rimanere in vita. In un giorno di sole, una farfalla bianca si posò sulla spalla di Jamila. Vederla la fece piangere. Le ricordava Ouija.
Ad un certo punto questa cominciò a parlare. Era la voce di Ouija. Disse a Jamila che non era morta, in quanto quel corpo non apparteneva a lei. Disse che l'avrebbe aiutata a tornare in India nel medioevo e che l'avrebbe persino condotta da Sadiq. Jamila le chiese se poteva presentarsi sotto forma di un essere umano, ma Ouija disse che non poteva farlo in pubblico. Jamila raccontò a Karma e Ajbul quello che Ouija le aveva detto. Ouija disse poi che se voleva incontrare Sadiq, avrebbe dovuto seguirla. Jamila lo fece (ovviamente seguita da Karma e Ajbul).

Le avventure di Jamila HammanWhere stories live. Discover now