Hunger Games <Parte 3>

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"C'è stato un cambiamento delle regole due tributi dello stesso distretto possono vincere" disse la voce di Claudius.

Presi un respiro tanto sapevo che era falsa come cosa ma se avessi vinto non mi sarebbe stato perdonato di non essermi alleata col mio compagno di distretto.

Sbuffai sonoramente e radunai le mie cose.

Ero tentata di girare a vuoto per l'arena un paio d'ore sussurrando di quando in quando il suo nome ma avevo una voglia matta di rivederlo.

Non avevo più visto ne sentito di lui da quando sul albero mi regalò l'arco e le freccie.

Mentre lo cercavo cacciai anche qualche preda.

Presi due conigli e uno scoiattolo, per quanto piccolo pur sempre un buon bottino.

Feci mente locale su dove poteva essere: Cato teoricamente doveva averlo ferito e non era un abile cacciatore.

Capii che doveva essere vicino all'acqua.

Iniziai a risalire il torrente.

Ad un certo punto stavo per fare retro-front pensando che così se fosse stato da quella parte non avrei rischiato di trovarlo ma pestai un imponente chiazza di sangue ormai secco.

Inequivocabile e soprattutto impossibile da non notare.

Questa cosa mi costrinse ad avanzare.

Ne trovai altre e dovvetti attenermi al copione inizziando a sussurrare il suo nome.

Ad un certo punto decisi di rinunciare.

"Se è scappato non è qui" sussurrai.

Mi preparai per tornare indietro ma un pezzo di terreno stranamente morbido mi fece perdre l'equilibrio e cadere.

Mi voltai a cercare il punto in cui ero affondata con lo scarpone ma non vi erano tracce.

Rimasi perplessa per qualche secondo per poi sentire una voce sussurrare "Sapevo che mi avresti cercato".

Mi voltai verso la sua provenienza ma non vi trovai nulla.

"Giacomo?" chiesi, la voce era senza dubbio la sua.

Comparirono i suoi occhi marroni con quelle splendide pagliuzze d'orate.

Lo feci alzare e lo strinsi a me felice infondo di vederlo.

Ma dal mio viso trasudava solo quella solita aria da diataccata.

Iniziai a lavarlo con le mie bottigliette l'acqua riempiendole nel ruscello lì vicino.

Gli tolsi la giacca e la camicia senza esitazioni.

"Come hai fatto a farti pungere?" chiesi vedendo il pungiglione di ago inseguitore nel suo torace.

"Mentre cercavo un posto sicuro in cui rifugiarmi ho incrociato Cato che mi ha colpito con la spada alla gamba e poi è scappato ma si stava tirando dietro degli aghi inseguitori e uno ha punto me" disse mentre lo estraevo e gli premevo una manciata di foglie masticate sulla puntura.

"Uno solo?" chiesi distaccata e lui annuì conento di darmi la buona notizia.

Gli tolsi i pantaloni e iniziai a vedere ciò che le sue gambe avevano dovuto subire.

Cercai di curare la ferita alla meglio ma subito capii che aveva un avvelenamento del sangue dalle striature rosse vicino alla ferita poi lo obbligai a mangaire e infine lo portai fino ad una grotta che avevo visto poco prima.

Lo sistemai dentro e aspettai finché non si addormento poi uscii a pescare qualche pesce e a ripulire le traccie che avevamo lasciato, non solo dove lo avevo medicato ma anche le chiazze di sangue che si era lasciato lungo il percorso.

Le pietre erano bollenti e ci cossi velocemente sia i pesci che i conigli e lo scoiattolo.

Tornai da lui nella grotta e lo vidi terribilmente preoccupato.

"Dov'eri andata?" mi chiese arrabbiato.

"A pulire il disastro che c'era per cancellare le nostre traccie e a cucinare questi" dissi indifferente sventolandogli la carne appena cotta davanti al naso.

"Mi hai fatto spaventare a morte" disse quasi con le lacrime agli occhi.

Alzai le spalle "non sei morto quindi eticamente non è giusto e poi dovresti fare l'abitudine a starmi lontano io ti lascio quello che ti serve per sopravvivere qualche giorno e poi me ne vado" dico iniziando a lasciare un po' di viveri in un angolo assieme a una delle mie due bottiglie di acqua da due litri.

"Devi andare a caccia?" chiese lui curioso.

"No devo andare via da te" dico dirigendomi al uscita.

"Perché?" chiese lui.

"Perché questa storia dei due vincitori è solo una cavolata e sappiamo bene tutti che appena due concorrenti dello stesso distretto vinceranno la toglieranno lasciandoci a scontrarci tra di noi... E io non riuscirei mai a farti del male e lo sai quindi... Dimenticati di me" dissi per poi uscire dalla grotta uscire dalla sua vista.

Per un attimo mi rannicchiai fuori dal ingresso tirandomi il cappuccio sulla testa che incastonai tra le ginocchia e il busto permettendo a una lacrima di rigarmi il viso.

In pochi secondi mi rialzai asciugandomi la lacrima e riprendendo a camminare fino ad un albero poco distante dalla grotta.

Lui non lo doveva sapere ma io lo avrei protetto nonostante tutto.

Mi addormentai stringendo le armi che mi aveva regalato.

Senza di lui starei ancora scappando.

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