1~RA200, il tuo nome

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•Eren•
Era mattina presto e la luce calda del Sole allontanava dal corpo quella sensazione fastidiosa che è il freddo pungente di fine settembre.
Camminavo a passo svelto per le strade affollate di Detroit con in mente un solo obbiettivo: il negozio della Cyberlife.
La Cyberlife era la maggior produttrice di androidi negli Stati Uniti.
Quella mattina il cielo era terso e faceva leggermente più caldo del solito, ma comunque erano necessari un giubbotto pesante e sciarpa per non prendersi un raffreddore.
Arrivai correndo in piazza e attraversai la strada all'ultimo secondo per poi imboccare il viale principale che mi avrebbe condotto al negozio.

-Dove vai, omino di latta? Eh?!?- sentii una voce poco distante da me.
Mi girai appena sapendo già cosa avrei visto, il solito gruppo di manifestanti che non sopportavano gli androidi e che attentavano alla loro vita.
Già, vita.
Nonostante non respirassero, mangiassero, dormissero come noi, alcuni di loro erano veri esseri viventi.
Questo me lo aveva insegnato una persona molto speciale per me.
Mi allarmai quando vidi i manifestanti iniziare a spintonarlo e mi guardai intorno, vidi un poliziotto che se ne stava poggiato contro un muro come se quello che stava accadendo non fosse affar suo.

Che egoista villano!

Infastidito, serrai i pugni e raggiunsi l'uomo per poi puntargli un dito al petto.
-Mi scusi, un gruppo di persone con evidenti complessi di inferiorità sta per fare a pezzi un androide- dissi.
Lui mi squadrò da capo a piedi per poi sbuffare.
-E quindi?-

Eh? Cosa ha appena detto?

-E quindi il suo lavoro come garante (applausi per le parole quelle belle😎) della sicurezza urbana è quello di fermarli!- cercai di mantenere la calma.
Lui mi guardò un'ultima volta per poi staccarsi dal muro e avanzare verso il gruppo di persone.
-Ok, basta così, lasciatelo- disse al tipo che aveva afferrato l'androide per la maglietta.
Solo in quel momento riuscii a vederlo bene, pelle ambrata, capelli molto corti, corporatura possente e occhi verdi.
Era un RK200,un modello specializzato nella cura degli anziani.
-Diamo una lezione a questo bastardo!- continuò l'uomo che teneva l'androide per il colletto.
-Se lo danneggiate, dovrò sanzionarvi- concluse il poliziotto.
A quel punto i manifestanti si allontanarono, seppur controvoglia, e lasciarono libera la piazza.
Lanciai un ultimo sguardo all'androide, aveva recuperato il pacco che portava con sé e aveva iniziato a camminare verso le strisce pedonali.
Poi si girò e i nostri sguardi si incontrarono per un secondo.
Mi sembrava quasi...grato?

No, impossibile.
Non mi sembra un deviante.

Scrollai le spalle e ricominciai a correre verso il negozio della Cyberlife.
Avevo questioni più urgenti da risolvere.
Attraversai altri due incroci, rischiando di essere investito da un uomo dai capelli bianchi palesemente ubriaco e finalmente intravidi il tanto agognato negozio dall'altro lato della strada.
Lo raggiunsi in fretta e varcai la soglia.
Era un piccolo punto vendita rispetto a quelli presenti nel cuore della citta, era più che altro un centro riparazioni.
Lungo le pareti c'erano diversi piedistalli bianchi con sopra androidi di tutti tipi e modelli, mentre accanto alla porta c'era la cassa.
Mi avvicinai al negoziante umano dietro al bancone.
-Mi scusi, mi chiamo Eren Jaeger, sono qui per ritirare il mio androide.
L'ho portato la settimana scorsa per delle riparazioni-
-Certo, qual è il modello?- mi chiese.
-Un RA200-
-Ah sì, un modello fuori serie, ormai fuori produzione- disse pensieroso.
-Sì, esatto. Lui dov'è?- mi guardai intorno.
-Prego, mi segua-
Mi condusse verso l'altro lato del negozio, nella zona dei ritiri, e lo vidi.
Un sorriso nacque spontaneo sul mio volto e mi sentii sollevato nel vederlo tutto intero.
Non osavo immaginare la mia vita senza di lui.
Il mio bellissimo androide era in piedi su un piccolo piedistallo bianco, indossava la sua uniforme bianca e nera da maggiordomo con un triangolo blu sul lato sinistro del petto, il numero di serie e modello lampeggiavano sulla schiena.
Era più basso di me di circa dieci centimetri, aveva i capelli corvini sistemati in uno strano taglio militare, corpo minuto ma ben scolpito e soprattutto aveva gli occhi più belli del mondo!
Mi guardava impassibile con le mani unite dietro la schiena.

-Ecco, è perfettamente funzionante. Scusi se chiedo, ma cosa gli è successo prima di arrivare qui?-
Deglutii rumorosamente e mi grattai la nuca a disagio.
-Beh, ecco...un incidente, una macchina lo ha investito- affermai abbassando lo sguardo.
-Oh, capisco. Comunque era ridotto davvero male, abbiamo dovuto resettargli la memoria-
Dopo quella frase il mondo mi cadde addosso.
Una sensazione sgradevole si impossessò del mio petto e le lacrime minacciavano di uscire.

Ma quindi lui...non...non ricorda niente? Non si ricorda di me?

-Ah o-ok- sussurrai trattenendo i singhiozzi.
Il commesso mi guardò preoccupato, ma poi decise di fare finta di niente e proseguì.
-Ha un nome?-
Alzai di poco lo sguardo per incontrare i suoi bellissimi occhi argentei.
Avrei tanto voluto accarezzargli la chioma corvina e vedere se era soffice come me la ricordavo, ma ci sarebbe stato tempo per quello.
-S-sì-
-Bene- si girò verso l'androide e scandì attentamente le parole.
-RA200, il tuo nome-
Lo sguardo freddo del corvino si posò su di me e sentii chiaramente centinaia di brividi percorrere il mio corpo.

Strinsi i pugni e presi un profondo respiro.
-Rivaille, Rivaille Ackerman-

•~•~•~•~•
Holaaaa🙂
Ed eccoci con un nuovo libro!
Per chi non lo avesse capito RA200 sta per Rivaille Ackerman 200 (il numero è completamente a caso😌), so che RA è anche parte del nome del primo modello deviante (RA9), ma non l'ho scelto per questo!
Vi piace come inizio per questa storia?

E ora fotoo:

Disneyland😍!

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Disneyland😍!

Bacetti

Fiamma

Feeling alive- {Ereri/Riren}Where stories live. Discover now