☄XXVIII☄

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Eveleen bussò un paio di volte aspettando poi che il ragazzo le rispondesse, nonostante fosse quasi certa che non sarebbe accaduto.
Dall'interno della stanza non giunse alcuna risposta così, non potendo restare lì fuori con il pericolo che qualcuno la vedesse, decise di entrare ugualmente.

<<Jimin, posso?>> Domandò, aprendo giusto un po' la porta.
Vide il ragazzo steso sul letto che, con lo scopo di far finta di dormire, stava trattenendo il respiro.
Eveleen non potè fare altro che ridacchiare, mentre si chiudeva la porta alle spalle :<<hei stupidone, non sei un bravo attore. Ti hanno mai detto che mentre dormi respiri?>>.

A quelle parole Jimin riprese ad immettere aria nei polmoni, ma restò girato col volto verso la parete.
La ragazza si avvicinò lentamente, tanto che i piedi toccando il pavimento non emettevano il minimo suono :<<ascolta, devo parlarti>> iniziò lievemente in imbarazzo, inginocchiandosi vicino al suo letto.
Non le importava se Jimin non si fosse girato, lei avrebbe continuato a parlare anche con la sua schiena se fosse stato necessario.
Voleva fargli comprendere quanto fosse dispiaciuta e quanto quelle azioni fossero state dettate dalla paura che gli altri lo ferissero.

E alla fine invece, era stata proprio lei l'artefice della sanguinosa ferita.

Non si era preparata un discorso e così dovette improvvisare, cosa che la portò a parlare con indecisione :<<so che quello che ti ho detto prima ti ha profondamente ferito, ma devi credermi:
non intendevo dire che tu non vali nulla>>.
Jimin continuava a non muoversi, ma con gli occhi chiusi ascoltava attentamente ogni singola parola pronunciata da Eveleen.
<<Io non volevo che loro ti ferissero ChimChim, non sono brave persone. Tu meriti di avere degli amici migliori e non quelli, che si divertono solo a prendere in giro chiunque gli passi davanti>> mentre lo diceva, prese a disegnare con l'indice delle figure sulla schiena di Jimin.

Sotto il suo tocco, sentì i muscoli del ragazzo rilassarsi ed un sospiro sfuggire alle sue labbra.
<<Sei tanto ferito?>> Gli chiese Eve, anche se conosceva già la risposta.
Il silenzio parlò al posto del ragazzo e lei abbassò lo sguardo, senza però smettere di accarezzargli la schiena.
In compagnia di Jimin, era bello anche stare in silenzio e così, per alcuni minuti, Eveleen preferì non parlare.

<<Sai, anche se ci conosciamo da un bel po' ormai, tutto questo per me è ancora un po' strano>> ammise la ragazza, voltando il viso verso la finestra.
Stava facendo davvero tardi ed era certa che, una volta tornata a casa, sua madre gliene avrebbe dette di tutti i colori.

<<Quando Miky ed io iniziammo a fare volontariato qui, non avrei mai pensato di poter creare un legame tanto forte con qualcuno che vivesse qua dentro. Poi però ho iniziato a parlare con te e, non
so, ho smesso di badare all'ambiente in cui ci trovavamo. Per me eri come un qualsiasi ragazzo della tua età>>.
Quelle parole, anche se molto lentamente, stavano risanando in piccola parte la ferita che si erano andata a creare nel suo cuore.

Il tempo continuava a passare ed anche Jimin era consapevole del fatto che l'altra avrebbe dovuto essere a casa già da un del po', ma non poteva fare a meno di essere felice del fatto che si stesse trattenendo per parlargli.
Significava che teneva a lui, no?

<<Hei, vuoi sapere una cosa? Però promettimi che non riderai, okay?>> Scherzò Eve, avvicinandosi un po' al ragazzo, come se ciò che gli avrebbe poi detto, fosse un segreto che solo loro due dovevano sapere.
Jimin, terribilmente incuriosito dal tono di Eve, dimenticò di doverla ignorare ed annuì vivacemente.
Se ne accorse solo quando la sentì ridacchiare e si diede dello stupido per non essere riuscito a tenerle il muso.

<<Beh, prima di venire a parlarti quel giorno, ci avevo pensato tante volte, ma non avevo mai trovato il coraggio. Per qualche motivo mi intimidivi Jimin, eri sempre così immobile e silenzioso da sembrare finto alcune volte. Certo, non potevo mica sapere che in realtà eri più simile ad un dolce orsacchiotto>> finì per prenderlo in giro, sperando che in quel modo si sarebbe voltato.
E fu proprio quello che accadde, permettendole di vedere il volto imbronciato di Jimin, con i capelli che gli ricadevano disordinati sulla fronte.

||Out of the Sky|| P.Jm.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora