6. migliore amico

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La settimana era ormai quasi giunta al termine e, anche se non gli piaceva ammetterlo, Jimin aveva passato ogni attimo libero a ripensare a Yoongi. Il colore dei suoi capelli, la storia del braccialetto, i suoi repentini cambi di atteggiamento, le note che gli aveva sentito suonare a quel pianoforte, tutto. Tutto di lui lo incuriosiva, e non riusciva a spiegarsi il perché; gli esseri umani non erano mai stati parte del suo interesse. Almeno non fino ad ora.
Le uniche volte che veniva riscosso dai suoi pensieri era a causa di Taehyung che continuava a parlare e riparlare sempre e solo del ragazzo che li aveva accompagnati a casa di Yoongi. Ormai era diventato il suo pallino fisso, le sole occasioni in cui smetteva di parlarne era quando trascorrevano del tempo effettivamente con lui.
Si, perché il grigio aveva avuto la brillante idea di invitarlo in pausa con loro tre volte, nell'arco di una settimana. Il biondo si divertiva a guardarli, seduti sul muretto del cortile, con ognuno il proprio cibo tra le mani. Jimin e Taehyung avevano anche il loro solito cappuccino con aggiunta di cioccolata, era diventata una loro abitudine fin dal primo anno. Sempre lo stesso, numero 13, due di zucchero, dalla solita macchinetta.
Il ragazzo osservava la scena in silenzio, il suo migliore amico che cercava ogni tipo di scusa per avvicinarsi e Jungkook che s'imbarazzava per ogni minima cosa. Era davvero tenero, doveva ammetterlo, quando arrossiva e si sistemava gli occhiali sul naso, o quando farfugliava nel rispondere e faceva quel suo adorabile sorriso che ricordava un coniglietto. Era esattamente, in tutto e per tutto, il tipo di Taehyung.
Da una parte la cosa lo preoccupava leggermente; sapeva come era fatto il suo migliore amico, ci metteva davvero così poco ad affezionarsi alle persone e ad aprire loro completamente il suo cuore, anche quando queste non lo meritavano. Era stato ferito innumerevoli volte, profondamente anche, ma altrettante volte Jimin lo aveva visto rialzarsi e riprovare. Ed era questo che faceva di lui il ragazzo più forte che il biondo avesse mai visto: la sua fiducia nel genere umano.

Dall'altra parte Yoongi passava le giornate ad oberarsi di cose da fare, anche le più stupide, tutto pur di togliersi dalla testa Jimin. Non riusciva a capire perché fosse così difficile, d'altronde quello che faceva di solito era puntare un ragazzo e poi non aveva bisogno di grandi sforzi per farlo cadere ai suoi piedi. Nessuna sarebbe mai stata una storia seria, era questa la sua prerogativa, ma aveva un certo onore e non avrebbe mai osato nemmeno guardare un ragazzo fidanzato. Già, perché grazie a tutto il fraintendimento e l'innocente dimenticanza da parte di Jungkook, il ragazzo dai capelli azzurri ora credeva che Taehyung e Jimin avessero una relazione.
Il suo obiettivo però si dimostrò più difficile del previsto da raggiungere, poiché la maggior parte del tempo si ritrovava da solo ad annoiarsi. La madre faceva di tutto per coinvolgerlo nella sua vita e nei preparativi per la festa, ma era ben consapevole del carattere del ragazzo e del fatto che egli fosse lì solo per questione di rispetto e cortesia. Il futuro marito invece lo aveva visto si e no un paio di volte, quindi non aveva un gran rapporto nemmeno con lui.
Yoongi, dopo essere uscito vincitore dall'ennesima discussione con la madre, questa volta a proposito di una cravatta che lei voleva a tutti i costi fargli indossare, si presentò alla festa. Puntuale, con il suo bel vestito, camicia, giacca, rigorosamente senza cravatta, e si sforzò per mostrare un sorriso e non rovinare l'atmosfera. Era un figlio modello, non c'era che dire, ma oltre a ciò tendeva a tagliare fuori tutti quanti; e fu anche per questo che la donna riconobbe e apprezzò lo sforzo fatto dal figlio.
Il resto della serata Yoongi lo passò seduto da solo ad un tavolo in un angolo, con un bicchiere e una bottiglia di champagne rubata ad uno dei camerieri, a bere e sperare di passare inosservato fino a che la festa non fosse finita. E così andarono le cose, più o meno. Le uniche persone che osavano avvicinarsi si allontanavano immediatamente a causa delle sue occhiatacce o dei suoi scontrosi grugniti.

La settimana passò relativamente in fretta e lunedì mattina entrambi i ragazzi si diressero a scuola; uno con la speranza di incontrare l'altro, e l'altro con quella di evitarlo. Jimin ebbe un'idea meravigliosa e, quando entrò in classe, il migliore amico lo vide procedere verso il banco che condividevano tutto orgoglioso e con un grande sorriso sul volto.
<<Che ti è successo?>>
Domandò Taehyung con una lieve risata, quando l'amico si sedette accanto a lui.
<<Che intendi dire??>>
<<Yah, non prendermi per il culo. Jimin allegro, prima della pausa caffè oltretutto, è un evento da festa nazionale. Dai sputa il rospo.>>
<<Uff... Ho solo fatto una piccola sorpresa a... A Yoongi-hyung.>>
<<Ma chi?? Ancora quello del braccialetto?>>
A quel punto Jimin notò il sorriso furbo e pieno di silenziose implicazioni sul volto dell'altro.
<<S-si perché?>>
<<Allora lo vedi che non è stato poi del tutto negativo scontrarsi con lui, e perdere il nostro braccialetto dopotutto.>>
<<Ahh, smettila idiota. Non mi va più di parlarne.>>
Rispose il biondo colpendo scherzosamente la testa di Taehyung con un quaderno che teneva in mano.

AFEFOBIA - [m.yg/p.jm, k.th/j.jk]Where stories live. Discover now