Story of Villain Deku (Yaoi and not fanfiction)

Capitolo 23

{Questo capitolo contiene scene SMUT, pertanto sconsigliate ad un pubblico sensibile. Siete pregati di saltarlo, nel caso vi dia fastidio..in caso contrario, buona lettura :)}

'Una chiamata di Momo?' Pensò Todoroki, l'accettò e si portò il telefono all'orecchio.
"Pron.."
"Ah! Mmm! Shouto! Shouto aiuto! Mm!"
Dall'altro capo della cornetta le urla di Momo gli gelarono il sangue.
"Cazzo!"
Mise via il telefono ed iniziò a correre in direzione di casa sua, aiutandosi col ghiaccio, ma anche così c'avrebbe messo troppo tempo ad arrivare.

"Vieni qui, bellezza." Rise Dabi, trascinandola per i capelli nella camera da letto. Lei provò a colpirlo con un tubo di ferro appena creato usando la sua Quirk, ma lui glielo strappò di mano e lo gettò via.
La sollevò per i capelli e la buttò sul letto, lei fece un altro tentativo con un coltello di ferro ma appena tentò un affondo, lui le afferrò il polso e glielo arroventò. Il coltello le cadde di mano e sulla pelle le rimase il segno ben visibile delle sue dita.
Lei digrignò i denti, ma non emise un suono.
Lui prese il coltello e glielo puntò alla gola.
"Non muoverti o ti ammazzo."
Lei s'impietrì. Lui si avvicinò a lei con in mano il coltello, prese la maglia e fece un taglio netto sul tessuto. Poi tagliò a metà il reggiseno, liberando il seno prosperoso di lei. Yaoyorozu arrossì di colpo.
"Ti prego...non lo fare..." implorò lei, non appena lo vide avvicinarsi ai pantaloni
Dabi se ne fregò. Tagliò la cintura ed i bottoni dei pantaloni, li sfilò assieme alle mutande e la lasciò seminuda sul letto.
Si mise il coltello in tasca e si slacciò i pantaloni.
"Per favore..no.." disse lei, senza muoversi per la paura.
A Dabi bastò una strofinata per diventare duro.
Senza la minima cura entrò dentro la ragazza e cominciò a darle numerosi colpi secchi col bacino, senza scorrevolezza, senza sintonia.
Yaoyorozu provò in tutti modi a far resistenza, ma invano.
"Ah! Ah!" Momo urlava di dolore mentre Dabi si divertiva a vederla in quello stato. Con entrambe le mani si accanì sui seni di lei, tormentandole i capezzoli senza una ragione precisa.
Si abbassò a leccarne il petto e la baciò contro la sua volontà.
La fece girare a quattro zampe e la prese da dietro, tirandole i capelli e tormentandone i seni.
Mise poi le mani sui fianchi di lei, e salì sul letto per avere un appoggio migliore.
Fece scontrare con forza i loro bacini, senza avere alcun riguardo.
"Shouto é proprio fortunato ad averti, bellezza." Affermò. A quelle parole, Yaoyorozu scoppiò a piangere. Il ricordo di Shouto era troppo per lei.
'Chissà cosa penserà di me, dopo questo..' pensò disperata.
Quando Dabi ebbe finito le disse:
"Dubito che Shouto ti abbia mai fatto quello che sto per fare io, ma visto che hai fatto così poche storie voglio farti un regalo."

La fece stendere nuovamente con molta più gentilezza rispetto a prima. Sembrava quasi un'altra persona. Si posizionò col volto fra le gambe di lei ed iniziò a leccargliela.
Passò la lingua sui contorni, cercando d'inserirla nelle morbide pieghe della pelle, come se stesse cercando di lenire il dolore che le aveva provocato poco prima.
'È vero..Shouto non ha mai fatto una cosa del genere per me..' pensò di sfuggita Momo, rabbrividendo a quella sensazione così particolare..
'Un comune stupratore non lo farebbe mai..in genere penserebbe solo al proprio piacere ed invece...'
Dabi fece passare la propria lingua sulla fessura, usando i pollici delle mani per allargarla.
Con due dita cercò di renderla ancora più umida, passandole sulla fessura ed introducendole lentamente per poi leccare di nuovo.
I gemiti che uscirono dalla bocca di lei erano gemiti di piacere.
"Sei davvero bellissima.." disse nuovamente Dabi.
Continuando a toccarla con due dita, lui si avvicinò nuovamente alle sue labbra ma questa volta fu lei a baciarlo. Gli prese il viso fra le mani e lo baciò appassionatamente, facendo unire le loro lingue.
Dabi fu estremamente sopreso di questo suo gesto, ma si limitò a godersi il momento.
'Che mi è preso? Perché lo sto facendo?!' Si domandò lei, perplessa.