Il saluto al sole

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Radices litterarum amarae sunt, fructus dulces

Lo scudo scintillò ai piedi del giaciglio dove Clara aveva passato la notte abbracciata a Uriele. Una notte trascorsa tra la quiete dei sogni e i passi di qualcuno che aveva percorso il corridoio svariate volte, scoprendo solo grazie a Caos trattarsi di Talkera che voleva accertarsi delle condizioni di Amnesia e del suo uovo. Clara era rimasta sola nella stanza, visto che i due fratelli erano andati ad aiutare il popolo a preparare l'arena per lo scontro tra lei e Valasyon. Si alzò, si lavò e si vestì per andare a fare tutto ciò che le avrebbero detto. La magia nel suo corpo doveva averla guarita nel sonno – almeno in parte –, ma non si sentiva pronta per uno scontro. Uscì dalla stanza e si avvicinò a quella dove sapeva stesse Amnesia. Sentiva un peso nel petto e pensò che forse la cosa migliore sarebbe stata voltarsi e uscire dal castello, ma decise comunque di bussare ed entrare subito dopo. Non appena la dragonessa la vide sorrise. Teneva tra le braccia l'uovo e portava fasciature sugli arti superiori e intorno alla testa. I lunghi capelli argentati le ricadevano sulle spalle, incorniciandole il viso stanco. A Clara parve che la donna non avesse dormito e avvertì una fitta al cuore, perché per quanto provasse a giustificare le sue azioni, dentro di sé sapeva che tutto ciò si sarebbe potuto evitare se solo fosse stata più accorta.

«Come stai?» chiese sorridendo debolmente.

«Bene... Beh, non proprio, sono abbastanza in imbarazzo, però sempre meglio di rimanere in uno stato di non lucidità. Questa cosa è successa anche con altre Bilance, ma non è mai stato così grave. Ogni tanto prendevo mollette, o gioielli dai loro vestiti, ma mai qualcosa di così importante come la rosa o le chiavi di Amélie.» disse tutto amaramente, accarezzando suo figlio cercando di calmarsi.

«Mi dispiace per quello che ho fatto. Forse tutto questo si sarebbe potuto evitare.» pronunciò, ma Amnesia scosse la testa.

«No, nessuno l'avrebbe potuto evitare. Forse Talkera, o Valasyon, o tutti coloro che sanno della mia condizione, ma non tu. Giustamente, aggiungo, perché la tua missione non è risolvere i problemi di ognuno di noi, ma impedire che la morte possa fare come vuole senza regole».

«Amnesia, mi avete "osannata" finora e non riesco nemmeno a evitare di ferirvi per poter andare avanti. Tra due giorni dovrò uccidere il padre di tuo figlio e, anche se sarà solo temporaneamente, l'idea di dover fare una cosa del genere mi tormenta.» esclamò, cercando di trattenere la paura che portava dentro.

«La cosa non mi disturba, so come funziona. Anche se...» Amnesia riordinò le idee, poi prese fiato e continuò: «Valasyon e io siamo cresciuti insieme, abbiamo condiviso desideri e obiettivi, consapevoli che lui era l'ultimo maschio nella discendenza e che prima di lui altri avrebbero potuto prendere il posto di suo padre. Rimanemmo amici per tanto tempo, anche dopo la sua partenza. Celai i miei sentimenti, sperando che trovasse qualcuna oltre la Foresta dei Cedri e che magari il matrimonio con quell'ipotetica compagna proveniente da un altro clan gli avrebbe evitato lo scontro con suo padre, ma come ben sappiamo, tutto ciò non avvenne. Quando conquistò la sua attuale posizione, mi sentii libera da ogni peso, ma Valasyon faticava a scrollarsi di dosso le sue paure. Viveva tra i ricordi del passato e l'oscurità del futuro, finché una notte non forzai la mano. Ero impaziente, desiderosa di conoscere tutto dei suoi viaggi e dei sentimenti che aveva provato. Stemmo notti e giorni insieme, ma quando rimasi incinta, mi cacciò, cercando conforto nella solitudine».

«Hai portato in grembo suo figlio senza che lui ti stesse accanto?»

«Oh, no, lui c'era, ma era distante. Era ed è come se non volesse affezionarsi a lui, come se riconoscerlo segnerebbe la sua morte.» rispose, giocherellando con i suoi capelli.

«Sì, me l'ha confessato lui stesso mentre ero nella statua. Ha paura che io non riesca a sconfiggerlo e che suo figlio patirà ciò che hanno patito i suoi fratelli».

Cobalto - Pioggia ai viviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora